“Oltre i ghiacciai”

Il nuovo libro pubblicato da Franco Cosimo Panini Editore analizza il territorio del parco come un insieme di delicati ecosistemi interconnessi.

Oltre i ghiacciai
(come la crisi climatica cambia gli equilibri al Gran Paradiso)
recensione di Daniele Cat Berro al libro Oltre i ghiacciai. Crisi climatica e nuovi equilibri nel Parco Nazionale Gran Paradiso, a cura di Pier Giorgio Mosso e Marcella Tortorelli, 18.1 x 1.6 x 24 cm, 172 pagg, Franco Cosimo Panini Editore, 978-8857021812
(pubblicato su lastampa.it il 23 maggio 2025)

A dare il benvenuto a chi entra nel Parco nazionale Gran Paradiso, qua e là sui sentieri troviamo ancora le targhe fatte collocare da Renzo Videsott, direttore dell’area protetta che a metà Novecento ebbe il difficile compito di risollevarne le sorti dopo le rovine della Seconda Guerra Mondiale. Queste lapidi, graffiate dal tempo e spesso da mani irrispettose, recitano: «benvenuto sia chi studia o protegge o rispetta la natura».

In effetti i parchi nazionali non si occupano solo di protezione in sé delle specie viventi, ma di salvaguardia generale del territorio e anche di ricerca scientifica. Quello del Gran Paradiso vanta, unico in Italia, uno storico corpo di sorveglianza istituito nel 1947, tra le cui attività da oltre un trentennio rientra il monitoraggio capillare dei ghiacciai.

Ad avviarlo fu il guardaparco Valerio Bertoglio – oggi in pensione – a inizio Anni Novanta, quando gli argomenti del riscaldamento globale e della fusione accelerata delle masse glaciali cominciavano appena a uscire dalla cerchia degli addetti ai lavori.

D’altronde già un secolo addietro, nel 1896, proprio sui ghiacciai intorno all’unico “Quattromila” interamente italiano vennero applicati i primi protocolli di misura stabiliti dalla neonata “Commissione per lo studio dei movimenti dei ghiacciai” del Club Alpino Italiano, poi trasformatasi in Comitato Glaciologico Italiano nel 1914.

Scienziati come Alessandro Porro, Francesco Druetti, Federico Sacco, fecero del Gran Paradiso il loro luogo di ricerca per eccellenza. E’ sulle loro orme che Bertoglio e i suoi successori – oggi coordinati da Alberto Rossotto quale referente per le attività di glaciologia del Parco – ogni anno a fine estate salgono a osservare e misurare gli effetti dell’aumento delle temperature sui 57 ghiacciai rimasti entro i confini del territorio protetto (per lo più tramite fotografie e rilievi delle variazioni delle fronti glaciali) tanto che nessun massiccio montuoso del nostro Paese può vantare un monitoraggio glaciologico così sistematico.

Inoltre, dei quattro ghiacciai delle Alpi occidentali italiane su cui si esegue il bilancio di massa (ovvero la valutazione dello stato di salute del ghiacciaio tramite il saldo tra nevicate invernali e fusione estiva di neve e ghiaccio), tre sono all’interno del Parco nazionale Gran Paradiso: il Ciardoney in Valle Soana, sorvegliato dalla Società Meteorologica Italiana, e il Grand Etret e il Timorion in Valsavarenche, controllati rispettivamente dai guardaparco e da Arpa Valle d’Aosta sempre nell’ambito delle campagne di osservazione coordinate dal Comitato Glaciologico Italiano (il quarto ghiacciaio seguito con bilancio di massa, fuori parco, è quello del Rutor, presso La Thuile).

Per tracciare un quadro della situazione e valorizzare la messe di informazioni raccolte, in occasione del 2025 – Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai – l’Ente Parco ha curato la pubblicazione del volume “Oltre i ghiacciai. Crisi climatica e nuovi equilibri nel Parco nazionale Gran Paradiso” (Franco Cosimo Panini Editore), presentato il 15 maggio al Salone del Libro di Torino alla presenza del presidente e del direttore dell’Ente, Mauro Durbano e Bruno Bassano, dei curatori del libro Marcella Tortorelli e Pier Giorgio Mosso, e di alcuni tra i venti autori coinvolti.

In centocinquanta pagine amabilmente illustrate, si racconta la trasformazione dei ghiacciai alpini come sentinelle del clima che cambia; i ghiacciai del Parco, la cui area si è pressoché dimezzata da fine Anni Cinquanta riducendosi oggi a meno di 30 chilometri quadrati, e con svariate unità glaciali già estinte come quella di Punta Fourà; le ricerche sugli effetti dell’aumento delle temperature sulle popolazioni animali e la biodiversità, e sulla colonizzazione dei territori di recente deglacializzati da parte delle piante pioniere, più rapida del previsto, fino agli impatti del riscaldamento atmosferico sulla pratica dell’alpinismo, al ruolo dei guardaparco nella ricerca scientifica e a quello dei parchi alpini nelle sfide ambientali di oggi.

Il titolo del libro è quanto mai pertinente. “Oltre” i ghiacciai per analizzare il territorio del Parco come un insieme di delicati ecosistemi tra loro intimamente interconnessi, in cui la perdita dell’elemento-ghiaccio si ripercuote verso valle con una serie di conseguenze a cascata. “Oltre” i ghiacciai per prepararci a un futuro in cui questi affascinanti componenti della geografia alpina sempre più lasceranno spazio a nuove successioni di ambienti in rapida evoluzione e, si spera, a nuovi equilibri. Un’ottima lettura per un’estate più consapevole lungo i sentieri del più antico parco nazionale d’Italia, divenuto centenario nel 2022.

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