da Anna Salaris
(pubblicato su turbolento.net il 26 luglio 2021)
Pianificare le uscite in bicicletta. Perché tutto possa andare come pianificato occorre avere un piano! Ciò è tanto più vero quanto più impegnative sono le sfide che ci proponiamo di affrontare.
Pianificare significa definire obiettivi che permettano di fornire feedback e di prendere decisioni di conseguenza.
In ambito ciclistico programmare la stagione aiuta ad avere una visione d’insieme dell’impegno richiesto e a comprendere se gli obiettivi sono adeguati alle nostre aspettative e potenzialità.
Permette di affinare la qualità delle uscite, monitorandone i progressi e rendendole più produttive con una direzione ed una sorta di “ritmo” da seguire; contribuisce a mantenere elevata la motivazione con la consapevolezza di ciò che stiamo facendo e perché.
Allenarsi “a sensazione”, per contro, rischia di penalizzare lo sviluppo dei punti di forza e di dissipare energie preziose senza riuscire a convogliarle nella giusta direzione.
La scelta degli obiettivi richiede grande accuratezza: ci impone di fare chiarezza per comprendere cosa davvero conta per noi; centrare l’obiettivo giusto costituisce già di per sé un presupposto importante per poterlo realizzare.
Quanto più gli obiettivi sono positivi (ottenere un successo piuttosto che evitare un fallimento) tanto maggiore sarà l’attivazione di corpo e mente protesi insieme nell’ottenere il risultato.
Il processo di “goal setting” poi si affina con l’esperienza, alimentando man mano la motivazione e fornendo un importante supporto per riaffermare le proprie decisioni.
Sia che ci si prepari per un percorso gravel come la “Gravel d’Autunno”, una lunghissima distanza come la “Chase The Sun” o una semplice vacanza in bicicletta la scelta degli obiettivi è subordinata al livello di forma soggettivo attuale e potenziale.
Pianificare le uscite in bicicletta, questione di obiettivi
Gli obiettivi inoltre devono avere caratteristiche che si possono riassumere nell’acronimo SMART:
Specifici: chiari, definiti. Più saremo focalizzati più il nostro obiettivo rappresenterà una calamita capace di attirare e concentrare le risorse necessarie per realizzarlo attraverso esercitazioni specifiche (la salita di 10 km da Bellagio al Ghisallo con una cadenza media di 74 Rpm e non “il Ghisallo meglio dell’ultima volta”!)
Misurabili: fare riferimento a parametri misurabili permette di prendere coscienza dei progressi e degli effetti delle proprie azioni, fondamentali per alimentare la fiducia ed autocorreggersi (es. la salita Pinco Palla a 14 km/h di media e non: “la salita Pinco Palla facendo meglio del mio amico”).
Accessibili: i nostri sogni ciclistici devono avere i connotati per trasformarsi in obiettivi realizzabili! Sufficientemente ambiziosi da motivare ma realizzabili da stimolare; per non perdere la motivazione nel perseguirli e garantire un’aspettativa di successo non devono essere mai scontati ma allo stesso tempo vanno scelti tenendo i piedi per terra (siamo in grado di dare il meglio di noi quando intuiamo di potercela fare!).
Rivisti regolarmente: non fossilizzarsi sulle proprie decisioni ma gestirle in modo fluido, consapevoli dei progressi o della loro mancanza, adattandole alle situazioni contingenti per evitare situazioni di “overtraining” o, al contrario, di “detraining” (quando non si è avuto il tempo necessario per allenarsi o quando ci si è ”spremuti” troppo ecc.)
Temporalmente definiti: la scadenza (senza essere troppo severi per non trasformare il tutto in una corsa contro il tempo) aiuta a definire i mezzi attraverso i quali raggiungere gli obiettivi stessi ed è di stimolo a mettere una “marcia in più”.
Un macro obiettivo e tanti step intermedi
Occorre quindi impostare un macro obiettivo principale per poi identificare la sequenza degli step (a medio e breve termine) necessari per raggiungerlo.
Fare riferimento ad obiettivi intermedi permette di rafforzare abilità e fiducia sottolineando i risultai raggiunti.
Pensare di impegnarsi per essere in grado di affrontare 1000 metri di dislivello a fine febbraio, e 2000 a fine marzo rappresenta uno stimolo ben più efficace rispetto all’ “aumentare gradualmente il dislivello”.
La pianificazione di un programma di allenamento deve in ogni caso tenere conto dell’aumento progressivo del carico di lavoro attraverso variazioni di intensità, durata e frequenza in combinazione col recupero tra una sessione e l’altra e con la corretta alimentazione.
Un’attenta pianificazione deve dunque riguardare ciclisti di qualunque livello, focalizzando l’attenzione su di un obiettivo concreto (es. allenarsi un’ora in più ogni settimana, aumentare il dislivello di 400 metri ecc.) passando attraverso un obiettivo di prestazione (es. mantenere una media più alta su di una data salita, ecc.) per poi pervenire al risultato finale!