Quando gli ufo invasero il Parco della Maiella

Quando gli ufo invasero il Parco della Maiella
di Davide Agazzi
(pubblicato su parksofitaly.com il 3 maggio 2022)
Parks of Italy è un magazine online indipendente, che si pone l’obiettivo di trovare e raccontare storie dai parchi naturali italiani. Grazie alla raccolta di interviste e approfondimenti, vuole offrire una maggiore e diversa informazione per aiutare a conoscere una delle più grandi risorse del territorio italiano. 

Il 2022 verrà ricordato come un anno intenso per gli appassionati di ufologia in Italia.
Il 17 gennaio infatti un poliziotto 52enne, Remo Conti, raccontò di aver visto chiaramente un oggetto volante non identificato volteggiare in cielo.
Quella sera si era recato a Passo San Leonardo, nel Parco nazionale della Maiella, per ammirare la volta celeste a bordo del suo Maggiolino.

Dalla cima della montagna vide però qualcosa nel cielo, che a suo dire non poteva sicuramente essere la luna: “Si muoveva a scatti, molto velocemente – racconta – e poi è svanito, quasi trasformatosi in una luce. La luna era alta, quindi dubito sia stato un semplice riflesso o gioco di luce”.

Foto: Remo Conti / Il Germe

Non si fece attendere la risposta del CUN, il Centro Ufologico Nazionale, spiegando che non si sarebbe trattato di un ufo, ma semplicemente del riflesso della lente fotografica.
Dalle foto pubblicate si evince un banale ‘lens flare’, fenomeno di riflesso interno comune alle fotocamere con ottiche di bassa qualità, special modo cellulari, che avviene in particolari condizioni di illuminazione diretta – scrive alla nostra redazione il Centro ufologico nazionale – Per cui nulla a che vedere con oggetti volanti o non identificati. Tra l’altro, ad oggi non risulta nessuna segnalazione di presunti avvistamenti proveniente dalla medesima zona”, spiegavano sulle pagine de Il Germe.

Foto: Remo Conti / Il Germe

Pochi giorni dopo, in Abruzzo si è tornati a parlare di ufo.
Il 2 febbraio 2022 alcune “lingue di fuoco” hanno illuminato nuovamente i cieli della Maiella, destando la curiosità degli abitanti della zona e l’allarme delle autorità.
Carabinieri e vigili del fuoco pensarono subito a un incidente di un piccolo velivolo, ma una volta arrivati sul posto dal quale sembravano arrivare le luci e il fumo, non trovarono niente. Neppure i radar dell’aeroporto di Pescara registrarono anomalie.

L’Abruzzo però non è nuovo a racconti del genere. In molti ancora oggi ricordano l’autunno del 1978, quando in tutto il mondo si parlava del “Triangolo dell’Adriatico”, una zona triangolare di mare tra Ancona, il Gran Sasso e Pescara dove si registrarono diversi eventi ai confini della realtà.

Furono diversi gli avvistamenti in cielo, ma soprattutto in mare, dove periodicamente dalle acque emergevano delle vere e proprie colonne d’acqua, provocando dei piccoli maremoti. Ci furono segnalazioni di corpi luminosi tra le onde: i marinai parlavano di bussole impazzite, di nebbie improvvise, di radar di bordo che localizzavano oggetti sconosciuti.

Raccontavano di rumori, esplosioni di luci, improvvise correnti che facevano perdere la rotta ai pescherecci. Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre del 1978 si consumò una tragedia in mare, al largo di San Benedetto del Tronto, quando morirono nel naufragio del loro peschereccio, due fratelli di Martinsicuro.

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