Siddharta sul lago di Lugano

(il rifugio di Hermann Hesse)
di Marco Moretti
(pubblicato su lastampa.it/viaggi il 17 marzo 2022

Cent’anni fa, nel 1922, Hermann Hesse scriveva Siddharta, il suo poema indiano, la libera interpretazione della vita di Siddharta Gautama, il Buddha. Il suo romanzo più famoso, la bibbia dei giovani che negli anni Sessanta e Settanta andavano in India a bordo dei magic bus. Il testo mistico fonte di ispirazione per gli amanti della cultura orientale come per gli adolescenti inquieti. Il libro sacro degli hippy non fu però scritto sui monti dell’Himalaya o in riva al sacro Gange, bensì sulle assai più placide e ricche sponde del lago di Lugano, nel paese ticinese di Montagnola dove lo scrittore tedesco più letto nel mondo si trasferì nel 1919, a 42 anni.

Museo Hermann Hesse. Foto: Svizzera Turismo.

Perché, nonostante i suoi libri affrontassero tematiche orientali – tra introspezioni, filosofeggiamenti e ricerche sul dualismo dell’animo umano – Hesse non fu un grande viaggiatore. Dalla sua Germania intraprese numerosi tour in Italia tra il 1901 e il 1914. Ma suo grande viaggio fu quello in Malesia, Indonesia e Ceylon in compagnia dell’amico e pittore Hans Sturzenegger, narrato nel libro Viaggio in India. Un’esperienza deludente: Hesse si ammalò di dissenteria, non riuscì a vedere l’agognata India e non trovò il pathos mistico che cercava.

Montagnola Casa Rossa. Foto: Svizzera Turismo.

Più che un viaggiatore Hesse fu un grande camminatore, degno erede del vagabondaggio silvestre esaltato dal romanticismo tedesco. Scrisse «La nostra smania di vagabondaggio e di vita errabonda è in gran parte amore, erotismo. Il romanticismo del viaggio è per metà nient’altro che attesa dell’avventura. Ma per l’altra metà è impulso inconsapevole a trasformare e dissolvere l’elemento erotico». Sentimento che provò soprattutto tra le valli del Canton Ticino percorso rigorosamente a piedi e raccontato attraverso molti degli acquarelli esposti al Museo Hermann Hesse di Montagnola insieme alla sua macchina da scrivere, a lettere, libri, oggetti, varia memorabilia e al certificato del Premio Nobel per la letteratura che si aggiudicò nel 1946.

Museo Hermann Hesse con macchina da scrivere. Foto: Milo Zanecchia.

Si trovano informazioni anche sulla famiglia, sui matrimoni e sulla sua totale avversione alla guerra. Dopo la salita al potere di Hitler non tornò mai in Germania, dove i nazisti bandirono i suoi libri accusati di propagandare il pacifismo. Il Museo comprende il Caffè Boccadoro, ispirato a Narciso e Boccadoro, uno dei suoi più famosi romanzi, l’amicizia di due giovani e le loro opposte scelte di vita trasformate – attraverso la narrazione dei diversi percorsi individuali – nell’appassionato pretesto per un’indagine sul dualismo insito nell’uomo.

Acquarello di Hermann Hesse

Un breve itinerario porta alla scoperta dei suoi luoghi in Ticino. Dal Museo si procede in direzione di Lugano fino alla chiesa di Sant’Abbondio, dove fu celebrato il suo funerale – nonostante Hesse si professasse filosoficamente buddista, poi un viale bordato da cipressi conduce al cimitero di Gentilino dove fu sepolto nell’agosto del 1962, sessant’anni fa. Per sua volontà lo ricorda solo un’umile lapide in pietra. Attraverso il bosco, il percorso torna indietro verso Montagnola, percorre via Hermann Hesse e raggiunge la Casa Rossa, dove lo scrittore visse e lo ricorda una targa piazzata nel 1977 per il centenario della sua nascita. Altri itinerari portano ai luoghi di contemplazione in cui soleva fermarsi.

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