Una valle intera al Fondo Forestale Italiano

Le eredi dei fratelli Calvi regalano 110 ettari di terreno di famiglia situato in Valle Brembana al Fondo Forestale Italiano.

Una valle intera al Fondo forestale
di Andrea Taietti
(pubblicato su L’Eco di Bergamo il 17 ottobre 2023 + aggiornamento)

Oltre 150 campi da calcio, un’intera valle. Sono queste le dimensioni decisamente ragguardevoli della straordinaria donazione ricevuta dal Fondo forestale italiano (fondazione FFI) e che contribuirà significativamente a preservare il prezioso patrimonio ambientale e storico della Valle Brembana.

Si tratta di un bosco di eccezionali dimensioni, che si estende su ben 110 ettari di terra a Lenna, donato dalle eredi della famiglia Calvi (i quattro fratelli Alpini morti nella Grande Guerra).

«Questo straordinario dono – dichiara il presidente della fondazione, Emanuele Lombardinon solo possiede un inestimabile valore ambientale, ma è anche intriso di significato storico, essendo stato un tempo di proprietà della famiglia Calvi di Piazza Brembana. La famiglia Calvi, che ha visto quattro dei suoi figli combattere come Alpini e sacrificare le proprie vite in atti di eroismo durante la Prima guerra mondiale, ha consegnato alla storia una commovente testimonianza di dedizione e sacrificio. La tragedia della Grande guerra ha lasciato alla madre e alle tre sorelle Calvi il compito di preservare la memoria dei quattro giovani caduti».

E mantenere viva questa memoria è uno dei motivi che ha spinto le eredi della famiglia Calvi a donare questo bosco alla Fondazione, la quale lo intitolerà come «Bosco fratelli e sorelle Calvi».

«L’idea di donare il bosco mi è venuta con la pandemia – racconta Marina Franchi, una delle discendenti della famiglia Calvi – perché volevo rimanesse come polmone di area pulita nella Valle Brembana, che ha tanto patito il Covid-19, come tutta la Bergamasca. Con la valle ho dei legami affettivi e di discendenza, perché andavo sempre da piccola, d’estate e in inverno, nella casa della bisnonna Orsolina Calvi a Piazza Brembana (la mamma dei famosi fratelli Calvi) e mia nonna invece è Olga, una delle sorelle dei fratelli Calvi, la più piccola. Ho dei bellissimi ricordi e da un po’ di anni pensavo a come poter mantenere incontaminato questo bosco. Così ho pensato di cercare la possibilità di donarlo e tramite un’amica ho scoperto questo Fondo forestale italiano, li ho contatti e si sono mostrati molto contenti e collaborativi. Le altre eredi hanno poi concordato con me e quindi l’abbiamo donato».

L’atto di generosità delle discendenti Calvi mira quindi anche a garantire che il bosco di famiglia rimanga intatto nel corso del tempo, esente da rischi legati a possibili autorizzazioni di abbattimento degli alberi.

«L’obiettivo della nostra donazione – spiega la donna – è quello di ricordare questi fratelli e sorelle Calvi e ci tenevo che ci fossero anche le sorelle perché i fratelli morti in guerra sono eroi di guerra caduti nel tentativo di salvare i compagni, ma anche le sorelle hanno sofferto molto ed erano belle persone anche loro, generose e coraggiose. Quindi vogliamo che resti il ricordo di questa bella gente. Poi, vista la sofferenza durante il Covid di un territorio che tanto amo, ho pensato a che cosa potevo fare io per la valle. E ho deciso che potevo almeno mantenere questo bosco come sorgente di benessere e di aria pulita e in vita. Perché le generazioni muoiono, ma il bosco continua a vivere. E va oltre nel tempo alle generazioni. È un modo di collegarci al passato e al futuro».

Il bosco donato dalle eredi Calvi rappresenta il ventesimo donato alla fondazione Fondo forestale italiano, che ha come missione la preservazione della biodiversità attraverso la conservazione e la creazione di boschi su terreni di cui acquisisce la proprietà.

«Tutti i boschi sotto la tutela del FFI – aggiunge Lombardi – sono lasciati evolvere naturalmente, senza alcun tipo di abbattimento. La proprietà privata viene utilizzata come strumento per garantire questa conservazione, evitando qualsiasi autorizzazione di taglio degli alberi. I boschi rappresentano un bene comune cruciale per la vita e devono essere preservati inalterati».

Attualmente, il Fondo possiede e protegge un totale di 180 ettari di bosco senza autorizzazioni di taglio, ai quali si aggiungono quasi 260 ettari di bosco protetti dai rispettivi proprietari affiliati.

«Questi sforzi collettivi – conclude Lombardi – ci portano un passo più vicini a preservare il nostro patrimonio naturale per le future generazioni».

La donazione è stata presentata al pubblico sabato 18 novembre 2023, in leggero anticipo rispetto alla Giornata nazionale degli Alberi, che si è celebrata il 21.

Niente interferenze dell’uomo
a cura del Fondo Forestale Italiano

Preservare la natura incontaminata, in tutta la sua bellezza, e contrastare il cambiamento climatico. È questo il doppio obiettivo che rende la conservazione dei boschi un fattore di notevole importanza nel mondo odierno. Ad averlo capito e a sottolinearlo è la fondazione Fondo forestale italiano, come spiega il presidente Emanuele Lombardi: «La nostra fondazione – dichiara – acquisisce boschi per conservarli senza tagli affinché possano dare il loro massimo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici».

Come per le aree «Wilderness» (tutelate dall’associazione italiana per la Wilderness), i boschi protetti dalla fondazione FFI sono lasciati liberi di crescere ed evolvere naturalmente, senza interferenze dell’uomo e senza tagli.

I boschi o li acquistiamo o ci vengono donati e per nostro statuto non si potranno mai tagliare per nessun motivo (tranne che per malattia). È una regola statutaria e lo scopo della fondazione, quindi non potrà mai essere cambiata nemmeno in futuro da nessun socio».

La fondazione opera nel tentativo di lasciare alle future generazioni luoghi incontaminati, che aiutino anche nella lotta al cambiamento climatico in atto.

«I boschi – specifica – sono beni comuni indispensabili alla vita di tutti i viventi, presenti e futuri, quindi devono essere conservati intatti. Il nostro operato è spinto dal cambiamento climatico a cui dobbiamo far fronte. Per diminuire la CO2 ci sono due modi: produrne meno o assorbirla. Produrne meno sembra difficile oggi perché bisognerebbe cambiare i modi di produzione e il sistema economico. E allora non resta che assorbirla togliendola dall’atmosfera e l’unico modo efficace oggi è preservare gli alberi». «Per noi – conclude – è importante salvare il bosco e ogni singolo albero. Perché così facendo contrastiamo i cambiamenti climatici, contrastiamo il dissesto idrogeologico, arginiamo il consumo di suolo e conserviamo bellezza».

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