Nuova Fondazione presieduta dall’archistar Stefano Boeri. I finanziamenti del governo per un futuro sostenibile nelle città. Obiettivo: una piantumazione record.
Il progetto verde di Stefano Boeri: 60 milioni di alberi
(il modello Forestami da Milano all’Italia)
di Maurizio Giannattasio
(pubblicato su milano.corriere.it il 18 maggio 2022)
Milano in prima fila per la riforestazione del Paese. Palazzo Chigi ci crede: il futuro sostenibile delle città passa per il verde al punto che la presidenza del Consiglio insieme al ministero della Transizione ecologica, al Mur e al Mef, ha dato vita alla «Fondazione per il futuro delle città» che avrà il compito di individuare gli strumenti per rendere sostenibili ambientalmente i nostri centri abitati. «La Fondazione — si legge nello Statuto — ha il compito di promuovere il progresso della ricerca e dell’alta formazione basata su soluzioni prevalentemente vegetali, al fine di garantire lo sviluppo del sistema produttivo nazionale in relazione alla transizione verde dell’Italia».
Cos’è Forestami
Il modello da esportare in tutto il resto del Paese è quello di Forestami, il progetto nato a Milano sotto la direzione scientifica di Stefano Boeri che prevede la piantumazione di 3 milioni di alberi da qui al 2030, uno per ogni abitante della città metropolitana e che ha già raccolto fondi importanti sia nel mondo pubblico che in quello privato. Sarà proprio Boeri a presiedere la nuova Fondazione che avrà come direttore scientifico Stefano Mancuso, botanico e scienziato di fama internazionale. L’obiettivo è quello di creare una cabina di regia nazionale per condividere know how ed esperienze con tutte le pubbliche amministrazioni che spingeranno sulla riforestazione della propria città. Una sorta di rete del verde che ha come meta finale la piantumazione di 60 milioni di nuovi alberi: «Credo che come stiamo facendo a Milano con Forestami — spiega Boeri — sarebbe importante fare rete tra tutti i progetti nazionali e piantare almeno un albero per ogni cittadino, a cominciare dai 22 milioni di abitanti — dunque di nuovi alberi — delle nostre 14 aree metropolitane. Mettiamo a disposizione su scala nazionale le competenze di Forestami». La benedizione arriva direttamente dal ministro Roberto Cingolani. «La terza arma che abbiamo per la decarbonizzazione, oltre all’energia primaria cambiata e al risparmio energetico, è la rinaturazione. È bello vedere che una grande città metropolitana, locomotiva dell’economia italiana come Milano, sia in prima fila per la riforestazione».
Quanto costa un albero?
L’emergenza sul tema del futuro delle città lo spiega bene Mancuso: «Le città pur occupando una porzione minuscola del pianeta, pari all’1,7 per cento dela Terra, producono all’incirca l’80 per cento dell’anidride carbonica responsabile del riscaldamento globale, e il 75 per cento dei rifiuti, consumando la maggior parte delle risorse. Quando immaginiamo un futuro sostenibile dobbiamo pensare a città diverse». La risposta per Mancuso come per Boeri sta nel mondo verde della clorofilla. «A oggi qualunque tecnologia per fissare l’anidride carbonica è mille volte meno efficiente per singolo euro investito su un buon vecchio albero — continua Mancuso — Investire un euro in un albero è mille volte più efficiente di qualsiasi altra tecnologia». E quanto costa un albero? «Forestami — continua Boeri — ci ha insegnato che il costo di un albero comprensivo di cinque anni di manutenzione costa 30 euro. In questi anni abbiamo raccolto 3 milioni e mezzo di fondi e abbiamo piantato 340mila alberi. C’è stato un grande contributo da parte del mondo privato a partire dalla Fondazione Falk per continuare con Intesa San Paolo, Fondazione Snam, Amazon, Armani, Esselunga, Axa e oltre 80mila euro di donazioni da parte dei cittadini. Vogliamo mettere a disposizione di tutti questa nostra esperienza».
L’hub alla Bovisa
Due sedi. Una a Firenze dove insegna Mancuso. E una a Milano. L’idea è quella di portare l’hub nazionale del verde all’interno del progetto di allargamento del Politecnico alla Bovisa. Ci sta lavorando Renzo Piano e tra le altre cose, prevede una folta riforestazione dell’area. «Quale soluzione migliore se non quella di portare qui l’hub nazionale della Fondazione?» conclude l’architetto del Bosco verticale.