Il mini market di Cerignale, in provincia di Piacenza, e la sua «valenza sociale»: «Solo prodotti locali. Ma in certi giorni non c’è anima viva».
La bottega della Bruna
(in Val Trebbia, serve solo sette famiglie)
di Stefano Pancini
(pubblicato su corrieredibologna.corriere.it il 1 dicembre 2024)o Ferri)
In Alta Val Trebbia, sull’Appennino Piacentino, c’è chi ha deciso di mantenere vivo il piccolo negozio di un paese che conta appena sette nuclei familiari. Bruna Nobile, imprenditrice piacentina, nel marzo del 2017 ha scelto di scommettere sul mini market di Cerignale, consapevole che nel borgo vivono solo una trentina di persone. «Se d’estate il paese si anima grazie ai turisti e a gente di passaggio, durante i mesi invernali – confessa – ci sono giornate in cui non si vede anima viva».
L’impegno per la comunità
«Il negozio stava per chiudere e nessuno era disposto a proseguire l’attività» spiega. Da lì è nata la sua decisione di ridare vita all’impresa, rinnovando anche i locali. Ma la sua motivazione è soprattutto il desiderio di fare qualcosa per la comunità: «La mia gente», come ama definire la 46enne, che vanta una lunga esperienza nel settore agricolo locale. «Poi, quando mi sono sposata, ho gestito con mio marito un’azienda agricola a Rovaiola. Ma il mio sogno è sempre stato avere un negozio tutto mio» racconta.
Oggi, nella sua “La bottega della Bruna” si respira un’atmosfera d’altri tempi, quella delle botteghe di una volta. «Qui si trovano beni alimentari, prodotti per la casa, bombole del gas e specialità locali, così i clienti non sono costretti a spostarsi dal paese» spiega Bruna, che propone anche prodotti artigianali di sua produzione, come pasta fresca, biscotti, torte salate, dolci e pane. Non mancano formaggi e salumi di qualità, provenienti da piccole aziende locali. Al centro della sua filosofia c’è il rapporto con il cliente: «Credo che chi entra nel mio negozio trovi non solo quello di cui ha bisogno, ma anche un’occasione per instaurare un rapporto umano. Si crea fiducia, il negozio diventa un punto di riferimento». Bruna, infatti, si mette a disposizione della comunità in molti modi. «Se occorre, vado io alla farmacia di Bobbio, che dista 25 chilometri, per recuperare le medicine di cui hanno bisogno».
Tra sfida e desiderio personale
Da quando ha scelto di dedicarsi al negozio, l’azienda agricola di famiglia è passata sotto la gestione del marito. «È stata una sfida, ma anche un desiderio personale. Con il supporto della mia famiglia, ho deciso di mettermi in gioco». Tuttavia, non nasconde le difficoltà quotidiane: «Prima di tutto, il rifornimento. Per arrivare a Piacenza s’impiega un’ora e mezza di auto e si viaggia lungo strade strette, spesso dissestate e soggette a lavori in corso, come sulla Statale 45».
Il suo negozio si trova a circa 20 chilometri dal punto vendita di prodotti alimentari più vicino, una distanza che rende poco appetibili anche le consegne dei fornitori. «I corrieri spesso mi telefonano per dirmi che mi aspettano a Bobbio» racconta.
Per recuperare la merce, è costretta a mettersi al volante e affrontare un tragitto di oltre mezz’ora. Ma tutto questo non la scoraggia: «Sono contenta e soddisfatta per la scelta fatta».
Grande Bruna!