Alla soglia degli anni ’70 del secolo XX la Valle dell’Orco diventò il terreno di gioco di un gruppo di arrampicatori fautori di un rinnovamento culturale del mondo dell’arrampicata denominato il Nuovo Mattino. Sono passati 50 anni e la Valle dell’Orco, più precisamente quelle pareti rocciose tra Noasca e Ceresole Reale, restano una meta ambita degli appassionati arrampicatori di ogni regione italiana e di tutta Europa. Quale motivo porta le persone ad affrontare un viaggio di migliaia di chilometri per trascorrere più giorni in questa valle piemontese? Un motivo sono le pareti rocciose ricche di fessure di ogni dimensione che richiedono una particolare tecnica di arrampicata detta incastro, tipica soltanto del granito. A questo si aggiunge un contesto naturale d’eccezione, quello del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Esiste al mondo un altro luogo mitico con simili caratteristiche ma in proporzioni nettamente maggiori: le pareti di granito di El Capitan, nella Yosemite Valley dell’omonimo Parco Nazionale, in California. A quel mito s’ispirò l’esplorazione e la salita delle pareti nostrane tanto che il primo nome Caporal nacque per sottolineare la scoperta di un cugino minore rispetto al ben noto El Capitan. Le pareti della Valle Orco sono un luogo d’avventura che riservano le stesse emozioni a più generazioni d’arrampicatori.
La California arrivò in Valle dell’Orco è il titolo della mostra fotografica che racconta passato e futuro di questi luoghi con il commento dei protagonisti. La mostra è visitabile durante il periodo estivo a partire dal 16 luglio 2022 a Locana, poi Ceresole e per finire a Noasca. L’ingresso è libero, per informazioni orari e luoghi: www.caporal.valleorco.com
Hanno partecipato alla realizzazione: Andrea Giorda, Alessandro Zuccon, Ugo Manera, Federica Mingolla, Loredana Cordera, Enrico Camanni, Maurizio Oviglia, Alessandro Gogna, Mauro Raymondi, Comune di Locana, Comune di Noasca, Comune di Ceresole Reale, Scuola Nazionale di Alpinismo G. Gervasutti.