La carica dei 10.001

All’indomani del grande esodo dei 10mila turisti confluiti nell’ultimo weekend di gennaio 2025 a Roccaraso (AQ), sui prati e sulle discese innevate della città rimangono rifiuti e slittini usati. Il sindaco, Francesco Di Donato: «Noi abbiamo già chiuso la città. Ora serve limitare la Statale 17 perché la situazione è critica, prima o poi si rischia l’incidente. Questo fenomeno va affrontato come una partita di calcio».

Roccaraso invasa
(alle prese con 10 mila «sciatori» napoletani)
di Simona Brandolini
(pubblicato su napoli.corriere.it il 28 gennaio 2025)

Roccaraso (AQ) è un paese di poco più di 1400 anime, da sempre meta turistica invernale di campani e romani (soprattutto). «Quindi il razzismo non c’entra niente: noi accogliamo tutti. Purché civili». Francesco Di Donato, è il sindaco del comune abruzzese che domenica 26 gennaio 2025 è stato preso d’assalto da diecimila napoletani, scaricati sulla statale 17 da 220 bus («in verità erano molti di più», spiega). Si tratta di gite di un giorno, organizzate da agenzie turistiche partenopee e sponsorizzate da influencer su TikTok. Un fenomeno che preoccupa e non poco la comunità montana.

Era la prima volta che assistevate a un flusso così imponente o l’episodio non è isolato?
«Ho sollevato tante volte queste problematiche al tavolo tecnico della Prefettura. Certo si stanno incrementando per la promozione sui social. Queste agenzie sfruttano questi “influencer” per aumentare il loro business. Di fronte a questo fenomeno vanno presi provvedimenti straordinari». 

Lei cosa ha fatto?
«Da tempo, ogni anno, chiudo la città ai bus dal primo dicembre. È in vigore un’ordinanza di divieto di transito sulle strade comunali. Come anche di accesso alle piste da sci. Ma il problema è un altro».

Quale?
«Roccaraso è attraversata dalla statale 17 che non è di competenza del sindaco. I bus scaricano persone sulla statale senza criterio, a un passo dal centro. Devono trovare il modo di vietare la sosta perché non ci sono le condizioni di ordine pubblico, di sicurezza e di igiene». 

Certo 220 bus su una statale tutti insieme…
«Ne avevamo previsti duecento la settimana scorsa, siamo arrivati a oltre 250».

Roccaraso da sempre è meta privilegiata per i napoletani, molti hanno casa, dista appena un paio d’ore. Qualcosa è cambiato negli anni? La tacceranno di razzismo nei confronti di chi vuole passare una giornata sulla neve e non ha possibilità di dormire in hotel.
«Eh no, i roccolani razzisti proprio no. Roccaraso accoglie e vuole accogliere sempre più turisti, ma sciatori civili e corretti. Le persone che vengono a Roccaraso con le case o in albergo portano benessere e hanno i servizi. Che aumenteremo sempre più. Ma il sistema Roccaraso non è in grado di reggere l’assalto di chi viene solo la domenica. Non possiamo mettere mille bagni chimici in una stazione sciistica. Io sto per strada, queste persone non hanno la pazienza, si innervosiscono, non gliene frega niente delle macchine che arrivano. Prima o poi si rischia l’incidente. Lo dico con fermezza: devono affrontare questo fenomeno come se fosse una partita di calcio». 

Cioè?
«Quando il Napoli viene in ritiro c’è un dispiegamento di forze dell’ordine. Questa situazione è ancora più grave. I sindaci con le loro ordinanze tutelano la proprio area di competenza, ma non la statale 17. Io ho chiuso da una vita la città. Ci vuole l’esercito». 

Lei è anche un maestro di sci. Che clientela c’è oggi a Roccaraso?
«Ho anche delle attività. Oggi c’è una clientela di alto livello, gente che viene e spende i soldi. Roccaraso è cresciuta in questi anni per i servizi, per il paese, per le piste. La sera si esce. Ci sono ristoranti. Il rovescio della medaglia è che il nome di Roccaraso viene utilizzato da queste agenzie come richiamo. Per carità non siamo razzisti, ma con 30 euro non riesci neanche a entrare in città, lo skipass costa 60 euro. Quindi ora Roccaraso va difesa. Tutelata. Perché è un crescendo. Ripeto: la soluzione è che si devono coordinare prefettura e questure perché ci sono motivi di ordine pubblico e sicurezza. Esercito, daspo (Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive). Si mettano in campo tutte le misure possibili. Io ho fatto tutto quello che potevo. La situazione è critica».

Rita De Crescenzo

“Abbiamo portato ricchezza”
di Francesco Parrella
(pubblicato su napoli.corriere.it il 29 gennaio 2025)

Sui social centinaia di video della gita di domenica scorsa. Qualcuno si difende: «Abbiamo portato ricchezza, abbiamo pagato 8 cioccolate 64 euro». Le gita a basso costo organizzate da alcune agenzie di viaggi e promosse da influencer molto seguite come Rita De CrescenzoInvece dello slittino molti ragazzi si sono portati le «padelle» di plastica per scivolare sulla neve, ma sulla pista non c’è abbastanza spazio perché la gente è tanta, e così la corsa spesso finisce addosso a qualcuno che cammina per conto suo. «Scendevano come i pazzi colpendo le persone come birilli», racconta sui social, Gaia, una donna sui quarant’anni, che domenica scorsa insieme ad altri 10mila napoletani ha raggiunto Roccaraso in bus per un day tour sulla neve. 

Caos, disagi, ingorghi, rifiuti abbandonati sulla coltre bianca che copre il terreno a valle. La località sciistica, in provincia dell’Aquila, viene improvvisamente paralizzata dall’assalto di migliaia di gitanti. Qualcuno accende anche un barbecue per una grigliata sulla neve, racconta chi c’era, e la «vacanza bianca» diventa così una sorta di Pasquetta. 

La gita low cost e l’influencer Rita De Crescenzo
Una gita a basso costo, dove con appena 20-30 euro si può prendere parte a queste iniziative nate sui social, su impulso di alcune agenzie di viaggi, ma anche di influencer molto seguite come Rita De Crescenzo. E quella che tradizionalmente è la meta turistica invernale più amata dai napoletani, dove in tanti hanno qui la seconda casa, diventa improvvisamente la destinazione di un turismo mordi e fuggi. 

Domenica 26 gennaio 2025 da Napoli e provincia sono arrivati a Roccaraso 220 bus (il sindaco ha parlato di oltre 250, vedi sopra, tanto da invocare l’esercito) così tanti da paralizzare la Statale 17. Sui social, di ora in ora, vengono caricati nuovi video che documentano i disagi e il caos che si è generato. 

«Ora siamo insultati»
Ma tra gli utenti sono pochi a voler raccontare questa giornata, se non in forma anonima, dopo le polemiche e gli insulti subiti da altri internauti che hanno visto queste scene. «Siamo insultati, ci chiamano zulù, qualcuno ci augura addirittura la morte», racconta Angela, arrivata a Roccaraso con il marito e due bambini piccoli, a bordo di un bus di venti posti. «E non è giusto – aggiunge – non tanto perché sono napoletana, ma in quanto essere umano». 

Poi dice: «Le critiche? La gita è andata bene, i bambini si sono divertiti, tutto il resto non conta». E ribatte: «Per Roccaraso sarà stato anche un assalto in casa, ma non è stata colpa nostra, e secondo me i bar non hanno mai guadagnato così tanto come domenica scorsa: staranno bene per i prossimi 6 mesi. Pensi che abbiamo speso per 8 cioccolate calde 64 euro!».

Massimino, è uno degli organizzatori di questi tour. «Ma quali polemiche – dice – io porto i miei gruppi a Roccaraso e li faccio divertire, poi se ci sono gli incivili non li porto io; con me solo persone educate». 

«Nei ristoranti ci hanno chiuso le porte in faccia»
Gaia, una ventenne napoletana, racconta così l’esperienza di domenica: «Purtroppo è andata male, perché nessuno si aspettava l’arrivo di tante persone.C’erano disservizi ovunque, a partire dai ristoranti, chiudevano addirittura le porte in faccia ogni volta che provavi a chiedere un tavolo disponibile, ai trasporti con navette e taxi occupati, fino ai wc dove c’erano file di ore, per non parlare dell’ambiente interamente maltrattato da gente che non ha ritegno e ha preso Roccaraso come un luogo per scampagnate».

Carmine Bruno, napoletano di 28 anni, anche lui a bordo di uno dei bus insieme ad una quindicina di amici, ricorda invece la sua giornata. «I disagi sono iniziati già da Napoli, dove siamo partiti quasi con un’ora e mezza di ritardo.Alle 10, poi, siamo arrivati a Roccaraso ma non ci hanno fatto scendere subito dal bus, perché in mezzi in fila per raggiungere la piazzola di sosta erano tanti, e così siamo rimasti più di due ore a bordo. Una volta sulle piste è stato difficile districarsi, anche solo per salire sulla seggiovia, tanta era la folla. C’era anche qualcuno che faceva il barbecue, e chi ha acceso un fuoco per riscaldarsi.Il ritorno è stato anche più disastroso dell’andata: dovevamo partire alle 16, ma visto il caos, ci siamo riusciti solo tre ore dopo».
Altri utenti se la prendono invece con il Comune per non aver previsto e fronteggiato adeguatamene il flusso di bus e persone in arrivo. 

Le nuove limitazioni
Ma, dopo il vertice in Prefettura del 28 gennaio 2025 a l’Aquila, ora si prova a correre ai ripari, con il ricorso alle targhe alterne per i bus in arrivo a Roccaraso e in altri quattro Comuni dell’area. Sui social, intanto, in particolare su TikTok, le offerte per i day tour nella località sciistica abruzzese continuano ad essere tante, come i commenti di chi si dice pronto a partire. La formula è sempre la stessa: 20-30 euro a persona, andata e ritorno in giornata, e panino incluso nel prezzo. Ma ora con le ordinanze in arrivo sulle targhe alterne anche il prezzo potrebbe cambiare. 

Il 2 febbraio saremo in 30.000
di Laura Pace
(pubbblicato su il messaggero.it il 31 gennaio 2025)

Vassoi di cornetti, buste straripanti di lasagne fatte in casa, frittelle di pasta e panuozzi imbottiti, fornellini da campeggio ben nascosti negli zaini, kit per cocktail da neve, tute fluo anni ‘80 degne di un film. Destinazione? Roccaraso. Sembra la scena iniziale di un cinepanettone, invece è la realtà di una delle più celebri mete sciistiche d’Abruzzo, ormai invasa da migliaia di turisti. Dopo i 10 mila dello scorso week-end, domani si punta al record: 20 mila presenze. E per soli 20 euro: viaggio da Napoli con colazione inclusa. Un affare impossibile da rifiutare. Gli influencer partenopei, motori dell’invasione sui social, non mollano. Su TikTok il richiamo è chiaro: «Facciamo la terza guerra mondiale, dobbiamo esserci tutti! Roccaraso deve esplodere! Altro che 20 mila arriviamo anche a 30 mila» proclama il creator @Biondino1318. E per scaldare gli animi domanda in maniera provocatoria: «Vi piacciono salsiccia e friarielli? Li portiamo noi!». Nei commenti, il fermento è palpabile: «Ci trovi lì, ci sarà tutta Napoli».

La strategia
«Come ci organizziamo questa volta?» e prontamente la risposta del tiktoker: «Se partiamo alle 5 prendiamo il posto migliore e nessuno ci blocca». Il piano è chiaro: accaparrarsi uno spicchio di montagna prima che diventi una bolgia. «Noi ci organizziamo con cibo portato da casa: lasagne, frittate di maccheroni, casatiello, zeppole e chi più ne ha, più ne metta!», dice qualcuno nei commenti. «Ci manca solo l’ombrellone e siamo pronti per la spiaggia» risponde un altro utente. Ma non tutti sono entusiasti: le agenzie dei pacchetti low-cost tentennano. «Stiamo aspettando le decisioni del Comune di Roccaraso. Non ci sono abbastanza parcheggi per tutti quei pullman, sarebbe il caos». Sui social intanto il dibattito si infiamma. «Molti si sono fermati nei bar per farsi scaldare il cibo portato da casa il week-end precedente, questa volta arriveranno con i fornelli!», denuncia qualcuno. «Vi siete portati tutto da casa, non avete comprato nulla e avete lasciato sporco!», accusa un altro. Intanto l’hashtag #FreeRoccaraso spopola: gli abruzzesi vogliono indietro la loro montagna.

Il fenomeno
«Non so cosa mi faccia più ridere: la neve ridotta a fanghiglia, le tute affittate a 10 euro degli anni ’80, il picnic formato famiglia o il fatto che tutti abbiano scoperto Roccaraso nel 2025 grazie a Rita De Crescenzo» scrive un utente ironico. L’influencer, dal canto suo, si difende: «Sono sempre andata con la mia famiglia, non è colpa mia se i napoletani mi seguono». Il fenomeno è fuori controllo. Secondo il deputato di Avs Francesco Borrelli, le prenotazioni hanno già superato quota 20 mila, con almeno 200 bus in arrivo da 12 città campane. Ma, ad oggi, solo 60 si sono effettivamente registrate sul sito istituzionale del comune di Roccaraso. «Se ne arrivano 200, cosa faranno per quelli non autorizzati? Li bloccheranno per rispedirli indietro?» si chiede un’operatrice turistica, già al completo, che ora si trova nell’imbarazzo di dover spiegare ai suoi clienti il rischio di una gita senza neve. Le forze dell’ordine intanto si preparano a contenere il flusso: controlli serrati sulla statale 17, pullman filtrati, e il presidente della provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, che invoca un “modello Napoli” per gestire l’assedio, proprio come in estate. «Arriveranno rinforzi, lo abbiamo chiesto espressamente» – spiega Caruso – «Venite numerosi, ma rispettate i luoghi». Una cosa è certa: se i cinepanettoni stanno tornando di moda, questa vicenda sembra già pronta per il grande schermo. Il copione c’è, i protagonisti pure. Il titolo? Anche. “Neve, lasagne e delirio a Roccaraso”.

Indagine per riciclaggio
di Angelo De Nicola e Sonia Paglia
(pubblicato su ilmessaggero.it il 1 febbraio 2025)

Boom turistico e sospetti di riciclaggio. Si indaga sul fenomeno delle gite social verso Roccaraso, organizzate e promosse da influencer su TikTok e Instagram: i carabinieri e i finanzieri in Abruzzo stanno analizzando il fiume di denaro contante arrivato domenica scorsa in Alto Sangro, quasi esclusivamente con banconote da 20 euro. La “domenica bestiale” di Roccaraso potrebbe trasformarsi, ora, in un caso giudiziario. A destare l’attenzione delle forze dell’ordine è stato, in particolare, l’elevatissimo utilizzo di banconote da 20 euro, per l’acquisto di cibi, bevande, sigarette e servizi e perfino per poter usufruire della toilette. «Persino per far fare la pipì a dei bambini, entrando dentro casa mia perché non erano riusciti altrove per la troppa folla, mi hanno offerto 20 euro...», racconta una signora che abita lungo il tratto urbano della Statale 17. Gli investigatori sospettano che dietro l’esplosione di visitatori possa celarsi un sistema di riciclaggio di denaro ed evasione fiscale. L’afflusso di migliaia di persone a Roccaraso avrebbe generato un giro d’affari stimato tra 150-170 mila euro in un solo giorno.

I contanti
E gran parte di questi incassi sarebbe avvenuta in contanti. La massiccia circolazione di banconote di piccolo taglio ha sollevato dubbi sulla regolarità delle transazioni. Gli inquirenti vogliono accertare se gli esercenti abbiano dichiarato tutti gli incassi e se ci siano state irregolarità fiscali o tentativi di elusione. Alcuni commercianti del posto potrebbero aver approfittato del caos per effettuare vendite senza scontrini, riducendo al minimo il reddito dichiarato e aumentando il guadagno netto. Ma alcuni esercenti si difendono: «Sì, effettivamente molti turisti hanno pagato in contanti, ma altri hanno utilizzato bancomat e carte di credito. Dire che noi di Roccaraso siamo evasori fiscali, però, proprio no!» commenta un commerciante roccolano.

Se da un lato Roccaraso ha visto un’impennata di visitatori, dall’altro la città ha sofferto per la mancanza di servizi adeguati e le strade bloccate. Mentre alcune attività hanno registrato incassi importanti, molte altre hanno lamentato danni. Dopo il caos della scorsa settimana, con 10mila persone all’assalto, si teme un nuovo afflusso per il weekend di oggi 2 febbraio 2025. Per far fronte all’emergenza, il 31 gennaio si è tenuto ieri un vertice operativo in Questura all’Aquila, durante il quale sono state definite misure di sicurezza straordinarie. Cento uomini e donne tra forze dell’ordine e volontari della Protezione civile, schierati nei punti strategici della località. Numero chiuso per i pullman turistici (massimo 100, finora 60 prenotazioni), con accesso regolato in base a targhe alterne. Due i punti di carico e scarico per i passeggeri. Il primo sarà collocato sulla statale 17, mentre il secondo sarà una zona filtro a Castel di Sangro.

Il malcontento
I frequentatori abituali di Roccaraso, in particolare i napoletani che da anni trascorrono lì le vacanze, hanno espresso forte malcontento. Dino Alinei, medico radiologo di 73 anni, denuncia: «La mia famiglia ha una casa a Roccaraso dagli anni Venti. Quello che è accaduto è un disastro per Roccaraso e per Napoli, portando alla luce il peggio di un certo strato sociale privo di educazione e rispetto. Queste notizie danneggiano l’immagine di Roccaraso».

Il notaio Enrico Troisi invoca un “Daspo” per arginare il fenomeno: «I veri danneggiati sono i frequentatori abituali. Io stesso ho subito disagi: mia figlia e mio genero hanno dovuto rinunciare alle loro lezioni di sci. C’è un problema di ordine pubblico. Questa folla improvvisa non ha portato ricchezza, ma solo caos. Avrei imposto limiti ancora più severi: “Daspo” per vietare l’accesso a chi rovina la serenità del luogo. Mi sento offeso e limitato nella mia libertà». Anche l’avvocato Guido Marsiglia sottolinea i problemi della gestione dei pullman: «Vengo a Roccaraso da 60 anni. I pullman bloccano la Statale, l’unica soluzione è fermarli a Castel di Sangro e organizzare navette. Questa situazione ha creato una pessima pubblicità per Roccaraso, spaventando chi vorrebbe venire con mezzi propri. I social hanno amplificato il fenomeno, rendendo più semplice portare 10 mila persone».

Il commento
di Carlo Crovella
L’episodio di Roccaraso, dove una stazione sciistica (non grandissima, ma neppure piccolissima) è stata devastata dall’invasione dei Lanzichenecchi “convocati” tramite il battage sui social, da un lato induce a un sorriso di superiorità nei confronti del popolo bue governabile tramite internet, dall’altro contiene alcuni spunti di preoccupazione. Innanzi tutto per le stazioni sciistiche nel loro complesso, poi per le montagne e addirittura per ogni tipologia di località turistiche: siamo sotto ricatto, come emerge chiaramente dal secondo articolo.

Oggi ha più potere la grancassa informatica addirittura delle Istituzioni di ogni livello e grado. E questo, per estensione, apre scenari inquietanti, che vanno prospetticamente anche oltre la tutela ambientale delle montagne. Forse le future elezioni politiche si terranno su Tik Tok? Saremo addirittura governati dalle influencer? Le piattaforme saranno capaci di spostare i destini dell’umanità?

Dobbiamo contrastare aspramente questo trend (stroncandolo fin dagli iniziali episodi come quello di Roccaraso) sia per il bene dell’ambiente sia per l’igiene stessa della società civile, cioè del nostre vivere quotidiano.

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10 Comments

  1. says: Expo

    Minchia…

    Qualcuno ha dei dubbi sul :”Numero chiuso” ?


    Il bello è che a sentire loro erano tutti dei principini …

  2. says: Antonio Migheli

    Giusto Expo e Crovella, qua ci vuole il Daspo! Non vorranno mica rovinare altri weekend a notai e medici napoletani, noti campioni dell’inclusività?! Le plebi napoletane restino nei loro quartieri!!

  3. says: Ezio

    A forza di invocarlo il popolo è arrivato.
    Il medico, il notaio e l’ avvocato sembrano un po’ turbati. Ma forse sono i soliti “radical chic”.

  4. says: Antonio Migheli

    Comunque Crové, il tuo partito è quello che usa più di tutti il sistema degli influencer. Scommettiamo che alla De Crescenzo glielo offrite un posticino alla prossima tornata elettorale?

  5. says: Expo

    Questa è l'”anarchia” spiegata bene.
    .
    Non serve altro.

    Immagino che anche Luciano Sannarone aneli ad aprire loro le porte; tanto loro gli animali non li disrurbano

  6. says: antoniomereu

    Che pentolone Roccaraso ,non si capisce però se i cannibali sono quelli fuori o dentro!

  7. says: Matteo

    “Gli inquirenti vogliono accertare se gli esercenti abbiano dichiarato tutti gli incassi e se ci siano state irregolarità fiscali o tentativi di elusione.”

    Questa è la frase che fa più ridere: mi piacerebbe che gli inquirenti trovassero un solo esercente che abbia dichiarato tutto l’incasso e senza irregolarità fiscali.
    Uno solo.
    In tutta Italia, intendo!

  8. says: Expo

    “Abbiamo portato ricchezza”
    di Francesco Parrella
    (pubblicato su napoli.corriere.it il 29 gennaio 2025)

    Sui social centinaia di video della gita di domenica scorsa. Qualcuno si difende: «Abbiamo portato ricchezza, abbiamo pagato 8 cioccolate 64 euro». Le gita a basso costo organizzate da alcune agenzie di viaggi e promosse da influencer molto seguite come Rita De CrescenzoInvece dello slittino molti ragazzi si sono portati le «padelle» di plastica per scivolare sulla neve, ma sulla pista non c’è abbastanza spazio perché la gente è tanta, e così la corsa spesso finisce addosso a qualcuno che cammina per conto suo. «Scendevano come i pazzi colpendo le persone come birilli», racconta sui social, Gaia, una donna sui quarant’anni, che domenica scorsa insieme ad altri 10mila napoletani ha raggiunto Roccaraso in bus per un day tour sulla neve.

    Caos, disagi, ingorghi, rifiuti abbandonati sulla coltre bianca che copre il terreno a valle. La località sciistica, in provincia dell’Aquila, viene improvvisamente paralizzata dall’assalto di migliaia di gitanti. Qualcuno accende anche un barbecue per una grigliata sulla neve, racconta chi c’era, e la «vacanza bianca» diventa così una sorta di Pasquetta.

    Eh , se hanno portato “ricchezza” , Dio ci scampi da questa “ricchezza”.

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