Messaggio dal Gran Paradiso
Lo si incontra salendo da Forzo alle borgate Boschietto e Boschiettera. Un’oretta di passeggiata in compagnia dello spumeggiante torrente sulla mulattiera (un po’ malandata) che porta a Cogne attraverso il Col di Bardoney. Parco nazionale Gran Paradiso.
Escludo che il Mahatma Gandhi sia stato da queste parti, ma il suo messaggio è universale. E da queste parti ci sta proprio bene. Perché è questo il vero messaggio di un parco naturale: di un parco che proprio quest’anno spegne 100 candeline.
“Finché l’uomo non si metterà all’ultimo posto fra le creature non ci sarà per lui alcuna salvezza”.
Perfetto per questa era detta invece Antropocene, l’era in cui Homo sapiens (insipiens) sta lassù in cima a una torre sempre più traballante.
Sulla cima della Montagna. Anche questa sempre più sgretolante sotto i colpi di queste calure che ne sciolgono il collante.
Ed è per questo che un comitato di pseudo sognatori, un po’ illusi, propone di lasciare proprio nel Parco nazionale Gran Paradiso una montagna a sé stessa. Una montagna la cui cima non sia più calpestata da Homo sapiens. Ma riservata alla sola presenza del vento e delle altre creature.
Una montagna simbolo di assenza, di astensione. E per questo, con riferimento alle montagne dell’Oriente, le montagne di Gandhi, denominata “montagna sacra”.
Si chiede troppo? Forse sì, porsi un limite per Homo sapiens (insipiens!!!) è contro natura. La sua natura di conquistatore.
Questa montagna è stata trovata: il Monveso. Monveso di Forzo, la valle ideale per questo messaggio. Perché come afferma un abitante della valle: “la Valle di Forzo è una valle sacra”.
Una montagna non più salita, o meglio, non più “conquistata”. Simbolo di un limite non imposto ma accettato e condiviso. Sarebbe un bel modo di festeggiare i 100 anni del primo parco italiano.
Un messaggio di responsabilità. Un messaggio di saggezza. Un messaggio per il futuro.