(boom di nuovi residenti sull’Altopiano)
di Dimitri Canello
(pubblicato su corrieredelveneto.corriere.it il 28 giugno 2023)
Una tendenza sempre più radicata, che si consolida con il passare del tempo. Sono in aumento i cittadini che scelgono di vivere in montagna, in particolare sull’Altopiano di Asiago, in fuga dalla canicola e dalle estati torride causate dai cambiamenti climatici.
Alessandro Fabian, campione di triathlon, decimo nella prova individuale alle Olimpiadi di Londra, a 35 anni ha scelto per esempio assieme alla compagna e al figlio di trasferirsi da Padova a Tresché Conca.
La montagna offre un sacco di opportunità
Un cambio radicale di prospettiva, fortemente voluto dall’atleta padovano: «Ci sono tante ragioni per questa scelta – spiega Fabian – e fra queste sicuramente anche i cambiamenti climatici. Negli ultimi due anni in estate a Padova era stata veramente dura. La montagna ti offre un sacco di opportunità e, per quanto mi riguarda, ho trovato una piscina dove potermi allenare, mentre gli spazi per il ciclismo e la corsa sono sconfinati. È un tipo di vita completamente diverso, ma ha tantissimi pregi. La settimana scorsa, ad esempio, mentre qui si stava a meraviglia, in città si soffriva».
Comodità e servizi
Servizi, strutture e comodità, dunque, hanno convinto Fabian e la sua famiglia a un trasferimento di residenza: «In poco più di cinquanta minuti da Tresché Conca torniamo a Padova – evidenzia – ma qui viviamo su ritmi differenti, più a misura d’uomo. E ci godiamo tutto quello che offre l’Altopiano, che è moltissimo. Mi alleno meglio, soprattutto in estate e abbiamo tutto quello che ci serve».
Ma Fabian non è il solo ad aver scelto la montagna. Ad Asiago si moltiplicano i casi di proprietari di seconde case che optano per l’Altopiano come luogo di residenza: «Una tendenza che si sta radicando – spiega il sindaco Roberto Rigoni Stern – e che notiamo quando andiamo a verificare i cognomi dei bambini iscritti alle scuole primarie di Asiago. Nell’epoca dello smart working e delle estati impossibili, noi offriamo un miglioramento della qualità della vita. E le richieste di trasferire la propria residenza ad Asiago sono in forte aumento. Abbiamo battuto la destagionalizzazione, abbiamo ospedale, campi da golf, strutture per lo sport, il palazzetto, le piste da sci e servizi come fossimo in città. Ci sono centinaia di bambini iscritti alle scuole calcio. Questa situazione ci fa particolarmente piacere e siamo pronti ad accogliere altri che compiranno la stessa scelta».
La situazione a Gallio
Anche nella vicina Gallio si registra un forte aumento di richieste: «Negli ultimi due anni – sottolinea il sindaco Emanuele Munari – dieci famiglie hanno trasferito la loro residenza dalla pianura a Gallio. Una scelta che ci fa particolarmente piacere, anche perché non si tratta soltanto di persone anziane, ma anche di coppie giovani, alcune delle quali io stesso ho unito in matrimonio».
Anche la piccola Gallio, dunque, è diventata una meta ambita: «Il mercato immobiliare – chiude Munari – da noi ha avuto un autentico boom, con un prezzo medio di vendita di oltre 2mila euro al metro quadro, il secondo di tutta la provincia di Vicenza. La gente qui sta bene, le ondate di caldo in montagna non fanno paura».
Il commento
di Carlo Crovella
Volete una dritta finanziaria, visto che dispensare “dritte” del genere è cosa che piace molto ad alcuni commentatori?
Acquistate unità immobiliari in quota. Per quota intendo almeno 1500 m. A seconda dei vostri gusti e delle vostre possibilità, potete spaziare dal rustico in abbandono (e totalmente da ristrutturare) fino ai mono-bilocali o anche più ampi in condomini recenti.
Basta che siano unità immobiliari in quota. Fra dieci-vent’anni varranno una fortuna e li si affitterà a canoni che oggigiorno si vedono solo in Costa Smeralda.
Il motivo? Se non invertiamo la rotta nel modello di società consumistica (e purtroppo vediamo quanto siamo lontani – lontanissimi, addirittura – da una generalizzata convinzione in tale direzione), la pianura diventerà invivibile. O quanto meno “non piacevolmente vivibile”. A tal punto che assisteremo ad uno spostamento di residenti dalle località di pianura a quelle, appunto, “in quota”.
Luca Mercalli, noto meteorologo torinese, sostiene che, in assenza di variazioni dei trend in atto, fra una ventina d’anni la temperatura media a Torino città potrebbe aggirarsi sui 50 gradi, almeno per i mesi a cavallo dell’estate. Confrontata con le altre città della Pianura Padana, Torino è fra le più fresche (se non la più fresca), grazie alla vicinanza alle montagne e a una particolare ventilazione strutturale. Il che significa che, se mai si dovesse arrivare a registrare temperature costanti di 50 gradi a Torino, nella cosiddetta “bassa” (cioè la “vera” pianura), sarebbe ancora peggio.
Ovvio che la gente migrerà verso l’alto. Le unità immobiliari che oggi sono neglette assumeranno valori impensabili per eccesso di domanda.
Emergeranno, però, altri problemi. In quota lo spazio è ristretto: non possiamo ipotizzare di trasferire tutta Milano a 1500 m. l’orografia non è uguale e ciò comporterà disagi e scelte molto complicate: la produzione industriale non può facilmente trasferirsi in alta valle (e se lo facesse sarebbe probabilmente fonte di inquinamento addizionale).
Insomma: ma perché continuiamo imperterriti nell’attuale modello socio-economico? Andremo a sbattere e staremo tutti molto peggio.