Secondo lo Sviluppo Sostenibile Pianesiano, si può proteggere e migliorare l’Ambiente adottando un’Agricoltura naturale e rispettosa degli ecosistemi (Policoltura MA-PI). Pratiche agricole sostenibili creano prodotti più sani che sono alla base di un’Alimentazione equilibrata e salutare (5 diete MA-PI). Migliorando la Salute di tutta la popolazione si genera, in Economia, un effettivo risparmio ed una maggiore efficienza.
Questi cinque sostantivi (che abbiamo messo in neretto) definiscono i concetti basilari che sono a fondamento dell’attività progettuale e culturale di Un Punto Macrobiotico (UPM), l’associazione fondata nel 1980 che sostiene il modello di sviluppo determinato da questi cinque capisaldi e corredato dalla proposta di attività produttive più naturali e rispettose dell’Ambiente (abbigliamento, calzature, abitazione, utensili, ecc.).
Cosa fa UPM
Da anni UPM opera direttamente o in collaborazione con Istituzioni Sovranazionali, Nazionali e Locali, Università ed Enti di Ricerca:
– organizza e gestisce attività divulgative (convegni, congressi, simposi, ecc.), formative (corsi, seminari, ecc.) e di ricerca (studi clinici, ricerche scientifiche, ecc.) su questo modello di sviluppo e in particolare sulla filosofia macrobiotica MA-PI (Macrobiotica Pianesiana) rivolti alla popolazione e/o alla comunità scientifica internazionale;
– organizza e gestisce iniziative e progetti di Protezione Ambientale volti alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile in campo ambientale, agricolo, alimentare, sanitario ed economico in Italia e/o all’estero (Riforestazione, Lotta MA-PI alla desertificazione, Policoltura MA-PI, le 5 Diete MA-PI, l’Etichetta Trasparente Pianesiana, ecc.);
– promuove e realizza progetti di cooperazione internazionale finalizzati al raggiungimento degli scopi statutari, anche attraverso azioni di sostegno di tipo umanitario ed economico ad istituzioni governative, scientifiche o ad altre entità, anche attraverso l’invio di volontari e/o collaboratori;
– produce, distribuisce, diffonde attraverso qualsiasi mezzo di divulgazione, stampati, periodici, audiovisivi, filmati ed altro materiale scientifico, tecnico, culturale, didattico pertinente e finalizzato al raggiungimento degli scopi statutari;
– organizza e gestisce corsi di formazione per la popolazione in generale ed in particolare per operatori di settore sulle tematiche ambientali, agricole, alimentari, sanitarie ed economiche ispirati allo sviluppo sostenibile pianesiano;
– promuove, organizza e gestisce specifiche attività nelle Università e nelle scuole di ogni ordine e grado rivolte al raggiungimento degli scopi statutari;
– promuove la diffusione della conoscenza delle culture di tutti i popoli nativi in tutte le loro espressioni;
– promuove la costituzione di specifiche entità per l’attuazione del modello di sviluppo sostenibile e protezione ambientale Pianesiano.
Vacanze Studio UPM
Le Vacanze Studio UPM sono una splendida occasione per godersi un periodo di relax prendendosi una pausa rigenerante a contatto con la natura, vicino a località di grande interesse culturale e naturalistico, senza perdere di vista la cura dell’alimentazione.
In Vacanza con UPM hai l’opportunità di continuare a seguire l’alimentazione macrobiotica: pranzo e cena con Zuppa e Piatto Misto, un pasto vegetariano composto da cereali (riso, miglio, pasta…), verdure fresche di stagione (cotte e crude) e legumi.
La giornata tipo di una Vacanza Studio include diverse attività gratuite: corsi di automassaggio e respirazione, corsi di Cucina Macrobiotica MA-PI, Conferenze sulle tematiche inerenti all’Ambiente, all’Alimentazione ed alla Teoria Macrobiotica. Vengono organizzate, inoltre, escursioni e visite ai luoghi di interesse della zona.
Contatti
www.unpuntomacrobiotico.it
telefono: 349 9781218
iniziative@unpuntomacrobiotico.it
Prenotazioni
Per confermare la prenotazione è necessario versare una caparra pari al 30% dell’importo totale.
Il saldo del pagamento andrà versato entro e non oltre 15 giorni dall’inizio del soggiorno.
I pagamenti dovranno essere effettuati tramite bonifico bancario: IBAN: IT28U0503412802000000014647 con causale: Quota straordinaria per Iniziativa in bici/alle terme/ al mare/ in montagna + dal – al + Nome e Cognome del Socio
Sconti
3% di sconto per chi effettua il pagamento dell’intera quota al momento della prenotazione, almeno 30 giorni prima dell’inizio della vacanza.
La macrobiotica
La macrobiotica deriva da un’antica filosofia di vita orientale, attualizzata e diffusa in Occidente dal maestro giapponese Nyoiti Sakurazawa, al secolo Georges Ohsawa. Si basa sull’idea che, attraverso la comprensione delle relazioni tra alimentazione, stile di vita e ambiente, sia possibile mantenersi a lungo in salute.
Mario Pianesi è l’ideatore della dieta macrobiotica e creatore di Un punto macrobiotico. Per la sua biografia, leggi qui. Nel 1986 invita in Italia gli allievi di Georges Oshawa e consiglia la formazione della 1a Commissione Macrobiotica Mondiale. Nel 1988, l’Associazione UPM, dietro stimolo di Pianesi, organizza il 1° Corso in Europa di preparazione tradizionale del Miso con Noboru Muramoto, appunto uno degli allievi di Oshawa. Tra di loro si instaurò un rapporto di profonda stima ed amicizia, e Muramoto in seguito fu più volte invitato dall’Associazione Un Punto Macrobiotico per dare il suo contributo in diversi seminari e convegni in Italia, Francia e Germania.
Pianesi riceve numerosi riconoscimenti di prestigio nazionali ed internazionali per i suoi studi e i suoi meriti in molti campi: ambiente, agricoltura, alimentazione, salute ed economia.
L’alimentazione
L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nella tutela della salute e della qualità della vita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 1/3 delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie a una dieta sana ed equilibrata. La scelta quotidiana del cibo non è solo una questione di gusto o di abitudine, ma assume un valore determinante nella costruzione del proprio benessere e nella salvaguardia del pianeta. Un’alimentazione più sana è anche un’alimentazione più sostenibile e più rispettosa degli equilibri ambientali. Secondo un rapporto FAO, l’alimentazione ha un impatto sull’ambiente superiore a quello del settore industriale e dei trasporti. Non a caso la produzione di cibo è l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (31%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%).
La cucina macrobiotica MA-PI
L’Associazione UPM promuove la dieta macrobiotica MA-PI, elaborata da Mario Pianesi sulla base degli insegnamenti di George Oshawa, il maestro giapponese che ha attualizzato e diffuso in Occidente la macrobiotica. Partendo dal principio che i bisogni alimentari si differenziano da persona a persona in base a una pluralità di fattori, Pianesi ha ideato un sistema articolato in cinque regimi alimentari, dal più contenuto (la “MA-PI 1”) al più completo (la “MA-PI 5”). Studi clinici pilota hanno evidenziato l’efficacia di queste diete nella prevenzione di patologie croniche non trasmissibili, quali obesità, ipertensione, diabete mellito di tipo 2 e sindrome metabolica.
Nella piramide alimentare macrobiotica MA-PI, la base rappresenta il nutrimento più importante, l’ossigeno, seguito dall’assimilazione di liquidi di buona qualità (tè Bancha, caffè d’orzo, latte di cereali, succhi di verdure, zuppe di verdure, infusi…) seguita poi dai cereali come fonte principale d’energia, preferibilmente integrali (riso, miglio, orzo, segale, avena, grano…), che possono essere alternati, in minore quantità, con i tuberi. Seguono le verdure di stagione, i legumi, gli oli vegetali, il pesce fresco, le carni bianche e la cacciagione e i dolci semplici. Le diete MA-PI si basano sul consumo di alimenti di stagione, provenienti da coltivazioni che escludono il ricorso a prodotti chimici di sintesi. Nelle stesse coltivazioni vengono utilizzate antiche varietà di semi, che si riproducono autonomamente in un sistema agricolo rispettoso dell’ambiente (Policoltura MA-PI). Parallelamente, i prodotti animali devono essere freschi e provenienti da animali selvatici o allevati e nutriti in modo naturale. Nelle cinque diete MA-PI, oltre alla qualità degli ingredienti, sono fondamentali le proporzioni tra le diverse componenti nutrizionali.
Una zuppa di verdure iniziale e un piatto completo composto di cereali (circa il 50–55 %), verdure (circa il 35-45%) e legumi (circa il 6–8%) sono la tipologia di pasto proposto.
L’etichetta trasparente pianesiana
In un’età dove è quasi impossibile riuscire a verificare la provenienza degli alimenti che compriamo e il loro grado di sofisticazione, i prodotti della Policoltura MA-PI vengono distribuiti con una sorta di carta d’identità: l’«etichetta trasparente Pianesiana». Con questo sistema di certificazione vengono mostrati ai consumatori tutti gli anelli della catena produttiva, dalla qualità e dalla provenienza delle materie prime fino alle forme di distribuzione del prodotto. Prendiamo l’alimento principe delle diete MA-PI: il riso integrale. Su una confezione di riso, per esempio varietà “Rosa Marchetti”, l’etichetta trasparente ci informa anzitutto sulla natura del seme (autoriprodotto da 11 anni). Un inciso importante: questa varietà di Riso è stata coltivata in Italia fino al 1964, poi è stata abbandonata. Mario Pianesi l’ha recuperata e l’ha reimmessa in coltura con conseguente reinscrizione nel registro Ense nel 1997. Quindi l’etichetta ci informa sulla semina e sulla crescita della pianta; poi sulla concimazione, sul controllo delle erbe spontanee, sull’irrigazione e sui trattamenti; di seguito abbiamo informazioni sulla raccolta, sulla conservazione e sulla trasformazione dell’alimento; infine sui passaggi dall’agricoltore al consumatore. Nel 2009 Pianesi ha proposto al Parlamento Europeo di adottare «l’etichetta trasparente Pianesiana» nella certificazione alimentare; 301 deputati hanno poi presentato un progetto di legge con cui chiesero al consiglio e alla commissione europea di attuare un sistema comune, in tutti gli stati membri dell’Unione, ispirato a questa etichettatura. A tutt’oggi l’etichetta trasparente è adottata spontaneamente solo da 260 aziende italiane.
La cura della salute del pianeta parte anche dal piatto!
Proponiamo qui due articoli che riassumono due argomenti in particolare.
Riso integrale, una vera riserva di longevità
(pubblicato su Benessere, giugno 2016)
Il riso è uno dei cereali più antichi, conosciuto e usato da più di 8.000 anni, ed è il più consumato al mondo; basti pensare che viene coltivato a tutte le latitudini e costituisce l’alimento principale per più della metà della popolazione del Pianeta.
Tutto ciò, unitamente alla ricchezza unica del suo contenuto nutrizionale, lo rende un alimento “fondamentale per la salute umana”, come evidenziato dal titolo dei convegni che il professor Mario Pianesi ha ideato e organizza in collaborazione con l’Ente nazionale risi dal 2004.
Ma bisogna fare attenzione; tali proprietà sono tipiche del riso integrale, mentre vengono pressoché perdute nella versione “bianca”, a causa del processo di raffinazione.
Il riso integrale rappresenta un unicum nel panorama degli alimenti, in quanto se assunto con regolarità nell’ambito di un’alimentazione equilibrata, è di grande aiuto nel promuovere o recuperare un buono stato di benessere psicofisico. I maggiori organismi scientifici internazionali, tra cui la Fao, lo hanno definito “Alimento funzionale”, per le sue proprietà antiossidanti, ipolipemiche, ipoglicemizzanti, anticancerogene e neuroprotettrici.
Da sempre tali proprietà gli sono state riconosciute in medicina, sulla base di presupposti che un tempo erano empirici, ma che, oggi, anche la più moderna scienza dell’alimentazione ha dovuto riconoscere mediante rigorose ricerche scientifiche.
Fra le caratteristiche positive del riso integrale, ricordiamo anzitutto la sua elevata digeribilità, superiore a qualsiasi altro farinaceo, pasta compresa: la frazione glucidica del riso costituita dall’amido si presenta, infatti, sotto forma di granuli con dimensioni molto piccole (2-10 micron).
Per quanto riguarda la frazione proteica contenuta nel riso, la presenza dell’aminoacido essenziale lisina, assegna alle proteine di questo alimento il valore biologico più alto tra i vari cereali.
Fosfolipidi e non solo
Nel riso integrale, inoltre, predominano gli acidi grassi essenziali (definiti essenziali in quanto la loro presenza nell’organismo umano dipende esclusivamente dall’apporto dietetico) della serie 18:2, n-6 (acido linoleico, 29-42%) e della serie 18:3, n-3 (acido linolenico, 0.8-1%) che sono i costituenti fondamentali dei fosfolipidi di tutte le membrane cellulari e quindi indispensabili allo svolgimento delle normali funzioni di tutti i tessuti e organi.
Queste evidenze ci fanno comprendere come il riso integrale sia molto più completo del cereale sottoposto al processo di raffinazione, ovvero alla versione “bianca”: basti pensare che il contenuto di ferro è fino a 20 volte superiore nel riso integrale, nel quale raddoppia la presenza di acido folico e zinco e addirittura viene triplicata quella di vitamina B6, macina, manganese, calcio e magnesio. Questi ultimi due sono nutrienti fondamentali per la difesa e costruzione delle nostre ossa.
Inoltre, la vitamina E è presente nel riso solo nella sua versione integrale, sotto forma di tocotrienolo e di altri 16 composti con attività biologica protettiva dal colesterolo e delle funzioni dei nostri neuroni; proprietà riconosciute da numerosi studi scientifici.
È importante infine sottolineare anche il contenuto di fibre, prevalentemente di tipo insolubile rispetto alla componente solubile; a tale caratteristica si deve anche un effetto regolatore sulla flora intestinale. A tal proposito i risultati di uno studio clinico, pubblicati in questi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica British journal of nutrition, hanno dimostrato l’efficacia della dieta macrobiotica MA-PI 2, ideata al professor Pianesi, nella ricostruzione dell’equilibrio della flora batterica intestinale, fattore di protezione verso tutta una serie di malattie croniche e degenerative. Vale la pena di ricordare che il riso integrale costituisce l’alimento base di tutte le diete pianesiane, in particolare della MA-PI 2.
Scelta attenta e consapevole
Certe caratteristiche positive, vengono mantenute se il processo produttivo, dalla coltivazione fino alla pulitura, conservazione e trasformazione, segue regole di naturalità, come nel caso della Policoltura MA-PI, il sistema di agricoltura naturale che è stato descritto nei precedenti contributi in questa stessa rubrica. Non solo, ma ogni varietà e tipo di riso ha caratteristiche, anche nutrizionali diverse; ad esempio il chicco di grana media, che corrisponde alle varietà antiche e tradizionali italiane riscoperte e reimmesse in coltura dal professor Pianesi, è più ricco di amilopectine che sono più facilmente digeribili dagli enzimi presenti nel corpo umano, rispetto all’amilosio che invece è la componente principale dell’amido delle varietà di riso lungo.
Occorre, dunque, fare attenzione quando scegliamo e compriamo il riso e, quindi, disporre di tutte le informazioni sul prodotto: in tal senso l’Etichetta trasparente pianesiana diventa uno strumento fondamentale per una scelta consapevole e mirata.
Antiche varietà di riso
Fin dai primi anni Settanta, il professor Mario Pianesi ha stimolato la coltivazione e l’utilizzo di riso integrale, in particolare della varietà Rosa Marchetti. A seguito di questi risultati, alla sensibilizzazione degli agricoltori e alla continua diffusione delle diete MA-PI, la richiesta di questa varietà è costantemente cresciuta. Nel 1997 l’Associazione internazionale UPM ha iniziato una stretta collaborazione con l’Ente nazionale risi per incrementare la coltivazione di Rosa Marchetti e il recupero e coltivazione naturale di ben 22 antiche varietà di riso italiano aventi una genealogia nota e sicura. Questo intenso lavoro ha fatto sì che, nel 2014, due di queste varietà, il riso Bertone e il riso Chinese Originario, su richiesta del professor Pianesi, siano state iscritte nel registro nazionale delle varietà da conservazione, come da decreto del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del 17 ottobre 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 257 del 5.11.2014.
Alcune ricette delle diete MA-PI
CROCCHETTE DI RISO INTEGRALE AL FORNO CON SEMI DI SESAMO Ingredienti: acqua di buona qualità, riso integrale, semi di sesamo, sale marino integrale.
CREMA DI RISO INTEGRALE Ingredienti: acqua di buona qualità, riso integrale, sale marino integrale.
INSALATA DI RISO INTEGRALE Ingredienti: acqua di buona qualità, riso integrale, cipolla, carota, sedano, lattuga, olive verdi, olio extravergine di oliva, agro di riso integrale, sale marino integrale.
PALLINE DI RISO FRITTE Ingredienti: acqua di buona qualità, riso integrale, pangrattato, sale marino integrale. Olio di sesamo spremuto a freddo per la frittura.
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Così salviamo la salute e l’ambiente
(pubblicato su Benessere, maggio 2016)
E’ ancora vivo l’eco dell’allarme sul surriscaldamento del Pianeta lanciato durante la Conferenza internazionale sul clima delle Nazioni unite: una minaccia per la sopravvivenza dell’intera umanità.
Non solo, ma recentemente l’Ocse, in un suo documento del gennaio 2016, ha affermato che l’aggressione alle risorse ambientali perpetrato dal modello attuale di sviluppo economico sta producendo conseguenze drammatiche e che, in assenza di un cambiamento di rotta, c’è veramente di che preoccuparsi. Si pensi che ogni anno 1,8 milioni di persone muoiono per inquinamento dell’aria (particolato e polveri sottili) numero destinato a raddoppiare nel 2050, anno in cui, secondo queste stesse previsioni, il 40 per cento della popolazione mondiale vivrà in zone sottoposte a uno stress idrico elevato e 1,4 miliardi di persone non avranno a disposizione acqua sicura dal punto di vista sanitario.
I fenomeni estremi prodotti dal cambiamento climatico già in atto (crescita delle alluvioni, intensificazione della violenza delle piogge alternate a siccità più severe) causano 7 milioni di morti ogni anno, un numero destinato a crescere di 250.000 unità all’anno da qui al 2030.
Questi sono numeri che ognuno di noi dovrebbe conoscere, quello che forse si conosce meno è l’impatto ambientale dell’agricoltura e delle filiere agroalimentari: l’intero contributo del settore agricolo sul totale delle emissioni di gas serra è stimato fra il 17 e il 32 per cento, è la produzione di cibo sulla Terra consuma il 70 per cento delle acque dolci disponibili nel Pianeta.
Esistono alternative? Uno studio condotto presso l’Università politecnica delle Marche del 2011 (Lucia Mancini, Food habits and environmental impact: an assessment of the naturai resource demand in three agri-food systems) ha messo a confronto tre differenti sistemi agroalimentari: il primo è quello dell’agricoltura moderna e della distribuzione convenzionale, il secondo è quello dell’agricoltura biologica distribuito attraverso la rete dei Gas (Gruppi di acquisto solidale) e il terzo quello della Policoltura MA-PI con distribuzione attraverso la rete dei centri UPM Un punto macrobiotico. La Policoltura MA-PI è un tipo di agricoltura ideato e realizzato dal professor Mario Pianesi, basato, tra l’altro, sulla autoriproduzione spontanea dei semi, la coltivazione senza uso di prodotti chimici di sintesi, la piantumazione nei campi di alberi autoctoni a una distanza di cinque-dieci metri uno dall’altro.
I ricercatori dell’Università politecnica delle Marche nel loro studio hanno utilizzato un indicatore basato sull’analisi dei flussi di materia, definito Mips (Material input per service unit). Questo approccio metodologico, sviluppato in Germania dai ricercatori del Wuppertal institute, si basa sul concetto di “impronta materiale” e prende in considerazione il consumo di risorse naturali utilizzate nel ciclo di vita dei beni che si vogliono valutare; nel nostro caso gli alimenti. Grazie a questo metodo è stata quantificata la domanda (il consumo) di risorse ambientali (rinnovabili, non rinnovabili, aria, acqua, eccetera), lungo tutta la filiera agroalimentare, per la nutrizione settimanale di una persona nelle tre diverse scelte di consumo. Ne è risultato che il modello di produzione e distribuzione della macrobiotica MA-PI riduce di oltre il 90 per cento il consumo di tutte le risorse ambientali rispetto all’agricoltura moderna e al modello di distribuzione alimentare attualmente dominante, mentre la filiera “biologica” dei Gas lo riduce solo del dieci per cento.
Tali risultati, dimostrano come l’idea e le realizzazioni di Pianesi, in particolare la Policoltura e le cinque diete MA-PI, contribuiscono a generare autonomia in agricoltura (riproduzione dei semi, rimboschimento, sovesci…), all’organizzazione di una filiera corta e locale e un cambiamento delle abitudini alimentari (volto a ridurre, ad esempio, il consumo di alimenti industriali e di origine animale), consentendo di raggiungere obiettivi sia per la salute sia per la sostenibilità ambientale.
Rispetto al problema dei cambiamenti climatici, lo studio ha dimostrato che nel sistema agroalimentare dominante, la C02 (principale responsabile del surriscaldamento globale) emessa è pari a 50 chilogrammi, quella della filiera “biologica” dei Gas è risultata di 14,4 chilogrammi, mentre l’eliminazione dei prodotti chimici di sintesi e la filiera corta attuata dal sistema in uso nella realtà UPM, consentono di ottenere un consumo di soli 9,21 chilogrammi di C02 a settimana, per persona; in pratica una riduzione dell’84 per cento. Inoltre in base a tali calcoli, è stato stimato che se l’intera popolazione seguisse i regimi alimentari proposti da Mario Pianesi, i sistemi agroalimentari mondiali potrebbero soddisfare i fabbisogni nutritivi di una popolazione dieci volte maggiore di quella attuale.
Questa ricerca ci aiuta a capire che ognuno di noi, con le proprie scelte di consumo, in questo caso alimentare, può orientare il modello di sviluppo e può influire sulla tutela della salute e della ricostruzione dell’ambiente.
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Altro settore fondamentale di ricerca per UPM: il diabete
Risultati positivi nella cura della più diffusa malattia metabolica grazie alla scienza macrobiotica.
Diabete di tipo 2: guarire in 21 giorni
di Emanuela Baio
(pubblicato su Famiglia Cristiana, n. 2 – 2014)
Il gusto della buona tavola rappresenta il desiderio dei desideri degli italiani. Ma per quasi cinque milioni di diabetici l’alimentazione costituisce una delle maggiori criticità, soprattutto per le iperglicemie postprandiali. C’è però una ricerca interessante dal punto di vista scientifico e per la vita delle persone diabetiche che fa ben sperare. Condotta da Paolo Pozzilli, professore ordinario e responsabile dell’Unità operativa di Endocrinologia e diabetologia dell’Università Campus Bio-medico di Roma, ha dimostrato come la dieta macrobiotica MA-PI 2 sia efficace nel migliorare i parametri metabolici: glicemia, emoglobina glicata, colesterolo totale, colesterolo Ldl, ma anche i valori antropometrici come il peso corporeo.
Professor Pozzilli, quali criteri ha seguito la ricerca?
Si tratta del primo studio clinico controllato sulla dieta MA-PI 2. Cinquantaquattro diabetici tipo 2, per 21 giorni, sono stati arruolati e divisi in due gruppi, secondo il metodo scientifico, e alloggiati in due alberghi con identiche condizioni, unica differenza la dieta somministrata. Un gruppo ha seguito la dieta MA-PI 2, ideata 40 anni fa dal professor Mario Pianesi e promossa sin dal 1980 attraverso l’Associazione internazionale UPM da lui fondata. Noi abbiamo accettato la proposta di valutarne l’effetto sul diabete di tipo 2, attraverso una sperimentazione clinica. L’altro gruppo ha invece seguito la dieta raccomandata dalla Società italiana di diabetologia e dell’Associazione medici diabetologi (dieta di controllo). Rispetto ad altre precedenti ricerche questo è il primo studio randomizzato e controllato sulla dieta MA-PI 2; l’elemento fondamentale di un “trial” clinico è infatti la presenza di un gruppo di controllo che permetta, attraverso il confronto dei risultati conseguiti dalle due diete, di poter attribuire con certezza un determinato effetto alla dieta MA-PI 2. Nel nostro studio sono state rilevate oltre 5.000 glicemie ed eseguiti vari esami diagnostici prima, durante e dopo la sperimentazione, in tutti i soggetti coinvolti.
Che cosa è emerso?
«Sono scaturiti dati significativi sia per il controllo glicemico, sia per tutti gli altri parametri e visti i risultati conseguiti in un periodo breve, faremo presto uno studio a lungo termine. Entrambe le diete hanno prodotto un miglioramento importante in tutte le variabili studiate, ma la dieta MA-PI 2 ha ottenuto riduzioni significativamente maggiori. Il dato più eclatante è che le glicemie a digiuno e postprandiali nel gruppo che ha seguito la dieta MA-PI 2 sono tornate entro i limiti della normalità, attestandosi a valori di prediabete nella totalità dei casi, mentre questo risultato è stato osservato solo in parte (circa il 50%) tra i pazienti che hanno seguito la dieta di controllo. La maggior parte dei soggetti nel gruppo MA-PI 2 ha potuto sospendere i farmaci, mentre questo è avvenuto in un solo caso del gruppo di controllo. Ma non solo, perché colesterolo totale e Ldl si sono abbassati più significativamente tra i pazienti con dieta MA-PI 2, mentre i trigliceridi si sono ridotti di più tra coloro che hanno seguito la dieta di controllo. Chi ha seguito la dieta MA-PI 2 ha registrato una riduzione di peso pari al doppio, 5 chilogrammi, rispetto ai 2,5 degli altri. La pressione arteriosa si è ridotta nel gruppo MA-PI 2 e non nell’altro. Sono dati significativi. Altro parametro per la valutazione dell’equilibrio metabolico è l’emoglobina glicata, perché valuta la glicemia degli ultimi tre mesi. In 21 giorni, l’emoglobina glicata ha fatto registrare un miglioramento superiore nel gruppo MA-PI 2: si è ridotta di quasi 0,5 punti percentuali (è scesa da 7,3 a 6,8) nel gruppo MA-PI 2, mentre la riduzione è stata di 0,2 nel gruppo di controllo. Anche in un periodo limitato, i risultati sono rilevanti e depongono a favore dell’efficacia della dieta MA-PI 2 sui pazienti diabetici di tipo 2, un’efficacia superiore rispetto alla dieta tradizionale. Tali dati sono stati infatti presentati al Congresso mondiale dell’International diabetes federation, che si è svolto agli inizi di dicembre 2013 a Melbourne.
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Le basi filosofiche di Un Punto Macrobiotico
Autoriproduzione delle sementi, vendita diretta, uso ridotto dell’acqua. Come una disciplina filosofica nata in Giappone è diventata anche una pratica politica anti-mercato. Nelle Marche il 10% del territorio è coltivato seguendo questo metodo.
Rivoluzione macrobiotica
di Daniele Balicco
(pubblicato su Il Manifesto, 21 ottobre 2012)
Più il capitalismo si sviluppa, più costruisce la fame. Di questo era sicuro Amedeo Bordiga primo e disconosciuto padre del comunismo italiano. In una serie di articoli sulla questione agraria pubblicati tra il 1953 e il 1954, Bordiga sostiene con chiarezza lapidaria una tesi semplice, benché sconfortante: «Mai la merce sfamerà l’uomo». Sembra quasi paradossale, ma a distanza di set- tant’anni, la sua proverbiale rigidità ideologica parla al nostro presente con più chiarezza di molti sofisticati strumenti teorici. Basta scorrere il documento che ogni anno la Fao pubblica sullo stato dell’insicurezza alimentare nel pianeta per trovare, in quella sequenza implacabile di numeri e grafici, più di una conferma a quest’antica tesi; che poi è marxiana. Stando solo ai dati pubblicati quest’anno, nel pianeta un abitante su otto soffre la fame; si stimano, più o meno, 870 milioni di persone, la maggior parte in Africa. E tuttavia questo dato macroscopico rivela solo la contraddizione primaria della logica produttiva che ci governa. Perché un’analisi comparata anche solo di pochi fattori eterogenei, ma determinanti per la produzione alimentare – stato dell’humus dei terreni agricoli, qualità dei semi coltivati, inquinamento delle falde, deforestazione, consumo di acqua e di energia fossile, sfruttamento del lavoro – ci mette immediatamente di fronte ad un groviglio inestricabile di problemi gravissimi che questo modo di produzione ha causato, continua a moltiplicare, e a cui non sa dare soluzione alcuna. Per questa ragione serve a poco – lo sostiene perfino la Fao – aumentare la quantità prodotta di cibo, mantenendo l’attuale struttura produttiva mondiale. Perché è il modo e la qualità della sua produzione che va radicalmente ripensata; senza perdere altro tempo.
Può sembrare incredibile, ma una parte importante di questi immani dilemmi planetari sono stati sciolti con una serie di proposte pratiche, sperimentate in oltre quarant’anni di lavoro, da un piccolo movimento italiano: il movimento dei centri UPM (Un punto macrobiotico) di Mario Pianesi. La storia di questa associazione, organizzata in una rete di piccole realtà (ristoranti, negozi, cooperative, forni, piccole imprese, centri culturali) disseminate a macchia di leopardo un po’ in tutt’Italia e coordinate da una segreteria centrale a Tolentino, in provincia di Macerata, è la storia di un movimento autonomo che è stato capace di costruire – senza aiuti dallo Stato e pubblicità alcuna – un intero ciclo produttivo protetto in una sorta di mercato autoregolato e una rete internazionale di cooperazione scientifica di primissimo livello. Da anni, infatti, scienziati e medici provenienti da paesi come Cina, Tailandia, Mongolia, Pakistan, Tunisia, Palestina, Libia, Costa d’Avorio, Guinea, Cuba, Haiti, senza contare delegati Onu, Fao e Unesco, cooperano continuativamente con Pianesi e il suo movimento.
Ma per quale ragione medici e ricercatori di mezzo mondo si sono messi a seguire le sperimentazioni agricole, alimentarie mediche ideate e realizzate da Mario Pianesi? Anzitutto per una constatazione evidente: rifacendosi ad alcuni principi base dell’antica sapienza cinese (il monismo dinamico Yin e Yang e la teoria delle cinque trasformazioni) Pianesi sembra aver trovato il punto archimedico attraverso cui risolvere una serie di problemi eterogenei in modo efficace, definitivo ed economico. Partiamo dall’ambiente. L’agricoltura proposta dal suo movimento è la Policoltura MA-PI. Questo metodo presuppone: esclusione assoluta di prodotti chimici di sintesi, consociazione di colture (cereali, verdure, legumi, alberi da frutto) sullo stesso terreno, recupero di antiche varietà di semi e loro auto-riproduzione spontanea e infine piantumazione di alberi da frutto ogni 5 metri. Proviamo a fare un calcolo. Secondo la Fao la superficie agricola utilizzata nel mondo è di circa 45 milioni di km quadrati. Se tutti fossero trasformati seguendo questo modello ci troveremmo di colpo con miliardi, miliardi e ancora miliardi, di alberi in più. Non è dunque un caso se l’Accademia delle Scienze della Mongolia collabora ormai da anni con Pianesi per il suo programma di riforestazione nazionale.
Nelle Marche, che è la ragione dove la rete dei punti UPM è particolarmente fitta, più del 10% del territorio è ormai coltivato seguendo questo metodo. Numerosi i vantaggi: i contadini diventano autonomi economicamente grazie alla pratica dell’autoriproduzione delle sementi e alla vendita diretta dei prodotti nella rete UPM, con cui scavalcano la grande distribuzione; l’habitat naturale così coltivato ritrova rapidamente un equilibrio, e lo testimonia il fatto che già dopo pochi anni si ripopola di animali selvatici; la qualità organolettica dei prodotti coltivati è eccezionale; l’uso dell’acqua per l’irrigazione, grazie alla piantumazione di alberi da frutto ogni 5 metri, si riduce moltissimo. Quindi: agricoltura, ambiente, economia.
La macrobiotica (dal greco classico: «grande» «vita») però non si era mai occupata, prima di Pianesi, di agricoltura e mercato, essendo una disciplina filosofica interessata soprattutto alla dietetica come medicina. La sua conoscenza in Occidente è stata mediata dagli insegnamenti di un Maestro giapponese, vissuto nella prima metà del secolo scorso: George Ohsawa. Insegnamenti che Pianesi approfondisce e rielabora, avendoli però prima sperimentati su di sé in maniera del tutto autonomia, ancor prima di conoscerli. Prova storica vivente di una tesi che ha sempre persuaso Theodor Adorno: ciò che è stato pensato compiutamente deve poter essere pensato anche in altri luoghi e da altre persone.
Rielaborando personalmente gli insegnamenti di Ohsawa e del suo discepolo Muramoto (del cui libro più importante – Il medico di se stesso – Pianesi ha da poco curato la nuova versione italiana per le edizioni Feltrinelli) la macrobiotica pianesiana orienta una parte del sistema di produzione che ha inventato verso un uso sapiente della dietetica come medicina. E così il cerchio si chiude: gli alimenti naturali prodotti con la Policoltura MA-PI diventano la base di efficaci diete curative.
Fra le moltissime sperimentazioni in corso soprattutto in Asia, in Africa e in Sudamerica – ma stanno iniziando anche in Italia (vedi intervista in basso) – va ricordata almeno quella che da dieci anni coinvolge l’Istituto Finlay di Cuba dove si stanno testando, sotto la supervisione della dottoressa Carmen Porrata, le diete MA-PI soprattutto nella cura di malattie metaboliche degenerative come il diabete mellito di tipo 2.
Facciamo di nuovo un rapido calcolo. L’Italia spende ogni anno, solo per la cura clinica del diabete, più di nove miliardi di euro. Visti i risultati ottenuti nelle varie sperimentazioni internazionali, e visto che queste diete sono davvero molto economiche, se venissero testate in modo diffuso anche in Italia, il nostro Stato potrebbe risparmiare una quota consistente di questi investimenti, anche se questo non renderà particolarmente felice la lobby delle case farmaceutiche. Insomma, come si può capire quello che più sorprende dell’attività di questo movimento è l’efficacia con cui è stato in grado di ricostruire una vera e propria totalità politica: ambiente, agricoltura, alimentazione, medicina ed economia. E soprattutto il fatto che questa prefigurazione di un habitat umano più equilibrato e meno distruttivo esista già, sia operativa, si stia espandendo, sia esportabile.
È come se Pianesi e la rete dei centri UPM fossero riusciti a ricostruire dal basso e in assoluta autonomia un vero e proprio modo di produzione reticolare – marxianamente orientato al valore d’uso – e, contemporaneamente, una rete di mutuo soccorso mondiale orientata a difendere le forme di vita dal deserto che avanza.