Viaggio a Tristan da Cunha

(la remota isola dell’Atlantico)
a cura della Redazione di Terra Incognita
(pubblicato su terraincognita.earth il 2 agosto 2019)

Imbarcarsi nell’impresa di un viaggio a Tristan da Cunha non è roba da poco: sia dal punto di vista economico che da quello emotivo e psicologico. C’è da arrivare a Cape Town (ca. 9000 km) dopo aver sorvolato l’intero continente africano e da qui, tempo permettendo, ci attende un viaggio in nave della durata minima di una settimana fino alle acque antistanti Tristan da Cunha (ca. 2700 km); dove un gommone verrà a prendere noi e i viveri per sbarcarci nel piccolo porto di fronte a Edinburgh of the Seven Seas, l’unico centro abitato di questa remota isola dell’Atlantico. Niente aeroporto dunque, né traghetti di linea.

In alternativa possiamo seguire un itinerario diverso, meno appagante certo, ma molto più comodo e capace di soddisfare, in una certa misura, le non poche curiosità e leggende che circolano attorno all’arcipelago di Tristan da Cunha e alla vita dei suoi abitanti: i tristaniani. Tanto vale partire, in questo caso, dalla meta stessa del viaggio e accedere al sito ufficiale dell’isola 1 e al ricco archivio di immagini d’epoca e altre più recenti che immortalano la vita dei tristaniani nella loro quotidianità: tra partite a calcio e a golf, tempeste, lavoro nei campi di patate ed eventi da celebrare come l’arrivo del Principe di Edimburgo nel gennaio del 1957.

O ancora potremmo seguire le tracce che Tristan da Cunha ha lasciato nella letteratura, indizi inaspettati di quanto quest’isola dell’Atlantico abbia suscitato fantasie e suggestioni in scrittori e poeti. L’isola compare nella Storia di Arthur Gordon Pym scritto da Edgar Allan Poe e ne La sfinge dei ghiacci di Jules Verne che del Pym voleva essere la continuazione. La ritroviamo nel racconto Mercurio di Primo Levi, incluso nella raccolta dal titolo Sistema Periodico, pubblicata nel 1975. In tempi più recenti si sono occupati di questa remota isola dell’Atlantico registi come Adriano Valerio che ha realizzato su Tristan da Cunha un documentario, toccante e poetico da titolo 37°4S 2.

La scelta su quale viaggio intraprendere e da quale cominciare per conoscere Tristan da Cunha dipende come sempre da noi. E come spesso accade nei viaggi, tutto ha inizio da un luogo, per ritrovarci alla fine, molto distanti dal punto di partenza, in una Terra Incognita.

Dove si trova l’arcipelago di Tristan da Cunha
Tanto incognita e distante quanto potrebbe esserlo l’arcipelago di Tristan da Cunha la cui solitaria insularità è stata riconosciuta e premiata nel 1998 dal Guinness dei Primati. La motivazione? Tristan da Cunha è “la più remota isola abitata del mondo”. Non che le acque antistanti l’isola pullulino di atolli polinesiani in cui trascorrere le vacanze, visto che le isole più vicine, quelle di Nightingale e Inaccessible sono poco più che scogli in mezzo all’oceano. Più a sud a 250 miglia nautiche di distanza l’isola di Gough, che fa parte dell’arcipelago di Tristan da Cunha, è abitata in maniera non continuativa esclusivamente da personale scientifico. Soli, nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico meridionale, i tristaniani e la loro isola li potete individuare alle coordinate 37° 6’ 44” S e 12° 161’ 56’’ O di Google Maps.

Tristan da CunhaCape Town2780 Km ca.
Tristan da CunhaMonte Video3900 Km ca.
Tristan da CunhaRio de Janeiro3400 Km ca.
Tristan da CunhaSant’Elena (isola)2440 Km ca.
Tristan da CunhaRoma9150 Km ca.

Turismo a Tristan da Cunha
L’associazione tra Tristan da Cunha e turismo è cosa recente. Per molto tempo, e con esiti catastrofici, gli abitanti di Tristan da Cunha sono rimasti ai margini delle principali rotte del commercio via nave. Soprattutto con l’avvento della navigazione a vapore, quando l’isola non ha più rappresentato un punto di sosta privilegiato per le navi a vela provenienti da ovest, spinte dai forti venti di queste latitudini.

Turismo a Tristan da Cunha – Photo by Brian Gratwicke / CC BY 2.0

È con un certo tipo di turismo, quello crocieristico, che Tristan da Cunha e le altre isole remote dall’Atlantico meridionale sono entrate a far parte degli hotspot delle crociere antartiche. Partendo da Ushuaia un itinerario tipo fa sosta alle Falkland, passando per la Georgia del sud e toccando l’arcipelago di Tristan da Cunha per giungere infine a Cape Town. Durata, una ventina di giorni, alla non modica cifra di 22.000 dollari: la suite. Chi volesse risparmiare qualcosina, la cabina, senza balcone, ma con vista Oceano, viene via a 14.000 dollari.

Cosa vedere nell’isola abitata più remota del mondo?

Edinburgh of the Seven Seas – Tristan da Cunha

Per chi decidesse di intraprendere un viaggio in quest’isola remota, la mappa sopra, nella sua semplice topografia, risponde in maniera piuttosto  chiara a cosa vedere a Tristan da Cunha. Una manciata di abitazioni costituiscono l’unico centro urbano dell’isola con una sola strada che in parte l’attraversa: lunghezza totale della strada asfaltata 2,9 km.

Il villaggio si chiama molto poeticamente Edinburgh of the Seven Seas e conta a oggi 246 abitanti: 113 maschi e 133 femmine.

La cordialità e l’accoglienza dei tristaniani è cosa nota, così come la drammatica scenograficità di questo territorio insulare dominato in gran parte dalle ripidi pendici del vulcano, alla cui sommità troviamo il Queen Mary’s Peek.

Edinburgh of the Seven Seas
Un goccetto all’Albatros Bar, giusto per riprendersi dal viaggio e stabilire relazioni con gli abitanti del posto. L’Albatros Bar, a tutti gli effetti il bar più remoto del mondo, non è comunque l’unico luogo di aggregazione di Tristan da Cunha. Poco distante dall’abitato si trova ad esempio il Tristan Golf Club e nel caso foste interessati, il coordinatore al turismo Robin Repetto organizza un golf package per i visitatori al costo di £20. C’è poi il Café da Cunha dove vengono organizzate celebrazioni come compleanni, pensionamenti o party di benvenuto per i pochi visitatori che ogni anno decidono di viaggiare fino a Tristan da Cunha.

Una tipica abitazione tristaniana del passato è il Thatched House Museum realizzata con tetto in paglia e muri tirati su con la tenera pietra dell’isola, particolarmente facile da lavorare. Nel locale negozio di souvenir trovate modellini delle tipiche long boat 3 di Tristan da Cunha, simili ai gozzi liguri, maglioni in lana fatti a mano, calze, t-shirt e cappellini. Non dimenticate di fare un salto all’ufficio postale di Tristan da Cunha per acquistare i suoi famosi francobolli.

Supermercato Edinburgh of the Seven Seas – Photo by Brian Gratwicke / CC BY 2.0

La colata vulcanica
La superficie di terra pianeggiante un tempo adibita ad allevamento di suini è oggi interamente ricoperta dalla colata di lava, risultato della catastrofica eruzione del 1961 che costrinse i tristaniani ad abbandonare l’isola. Dove sarebbero ritornati diciotto mesi dopo, ricostruendo il villaggio, risparmiato dall’eruzione, ma in pessimo stato di conservazione a causa dell’incuria e delle terribili tempeste che si abbattono frequentemente su Tristan da Cunha.

Il Queen Mary’s Peek
La cima più alta dell’isola si trova a 2062 metri sul livello del mare. La vista da quassù è di quelle che ti lasciano tempo per pensare a:
quanto lontano dal mondo ti trovi;
quanto fortunato sei a trovarti in un posto come questo;
che fa un freddo cane e a quanto vento soffia;
la quantità d’acqua che ti circonda.
E tanti altri pensieri, più o meno banali o profondi a seconda della predisposizione individuale a cadere nel poetico o nel pragmatico. Quello che è certo è lo scarso interesse dei tristaniani a salire fin quassù, visto che a parte l’oceano, cos’altro c’è da vedere?

I campi di patate
La pianura a sud-ovest di Edinburgh of the Seven Seas è segnata da un mosaico di quadri rettangolari, color terra, in netto contrasto con il verde intenso dell’area circostante. Sono i campi di patate che nei tempi di crisi hanno rappresentato una fonte unica e preziosa di sostentamento per i tristaniani. Ogni famiglia ha il proprio appezzamento e tutti collaborano alla semina, alla raccolta e all’immagazzinamento. Non lontano dai campi è possibile distinguere le strutture all’interno delle quali sono conservati i tuberi e altri vegetali, così come l’attrezzatura per il lavoro.

Un lago a forma di cuore
Spiriti romantici, coppie in luna di miele e curiosi in genere possono scalare il Queen Mary’s Peek, oltre che per godere di un’impareggiabile vista, anche per un’altra ragione. Il lago a forma di cuore incastonato nella bocca del vulcano è incredibilmente poetico. Certo è solo un lago a forma di cuore, ma trovandosi a migliaia di chilometri dalla terraferma, su di un’isola remota dell’Atlantico, al culmine di una lunga salita costata giorni e giorni di navigazione, beh sono tutte buone ragioni per non perderne la vista.

Cronologia e storia di Tristan da Cunha
1506
La scoperta
Come molti dopo di lui il comandante portoghese Tristão da Cunha giunse in quest’isola remota dell’Atlantico spinto da forze imprevedibili. Ne prese possesso “a distanza” dandole il suo nome pur senza mettere piede sull’isola.

Tristan da Cunha

1520
Il primo sbarco
Fu il capitano Ruy Vaz Pereira, portoghese anche lui, il primo a sbarcare sull’isola di Tristan da Cunha. Di spirito pratico, fece rifornimento d’acqua e se ne andò.

4 Febbraio 1811
Il Re dell’Arcipelago
Con un proclama ufficiale pubblicato sulla Boston Gazette il cacciatore di foche americano Jonathan Lambert assume il titolo di Re dell’Arcipelago. Tristan da Cunha cambia nome e diventa Island of Refreshement. Insieme a lui due marinai: tale Williams e il livornese Tommaso Corri.

14 Agosto 1815
Napoleone, gli inglesi e Tristan da Cunha
In nome di Re Giorgio III la marina di sua Maestà prende formalmente possesso dell’Arcipelago di Tristan da Cunha. La ragione? Gli inglesi temevano un tentativo da parte francese di liberare Napoleone Bonaparte utilizzando l’isola come avamposto per le operazioni.

1816
Una misteriosa scomparsa
Il minuscolo regno istituito da Lambert durò poco, quest’ultimo scomparve in circostanze misteriose insieme al marinaio Williams. Tommaso Corri rimase signore assoluto di Island of Refreshement per quattro anni, fino a quando una guarnigione inglese riprese possesso dell’isola remota dell’Atlantico.

Jonathan Lambert

1817 — 1885
La comunità cresce (Prosperità)
Nel corso degli anni si aggiungono alla piccola comunità di Tristan da Cunha militari e donne provenienti dall’isola di Sant’Elena, equipaggi di navi spinte dai venti contro gli scogli, capitani di baleniere e perfino un pittore; portando la popolazione di Tristan da Cunha a un totale di 85 persone.

17 Novembre 1817
William Glass e la nascita della comunità
Nel 1817 la guarnigione inglese abbandona l’isola. Il caporale d’artiglieria William Glass decide di restare con la moglie e i due figli. Insieme a loro John W. Nankiwell e Samuel Burnell, scalpellini. Nasce la prima comunità stabile sull’isola di Tristan da Cunha. Lavoro e profitto sono divisi in parti  uguali secondo principi di uguaglianza e solidarietà. Niente denaro, solo baratto.

1885
Il disastro
Il progressivo affermarsi della navigazione a vapore rende più sporadico il passaggio di navi in prossimità dell’arcipelago di Tristan da Cunha. La scarsità di approvvigionamenti spinge 19 uomini dell’isola ad abbordare una nave di passaggio con il mare in tempesta. Quindici di loro periranno, privando, la già esigua popolazione, della maggioranza dei maschi adulti.

1892
L’arrivo del brigantino Italia
Come molte altre navi prima di lei, il brigantino Italia raggiunge Tristan da Cunha naufragando in prossimità delle sue coste rocciose. La maggior parte dell’equipaggio si mette in salvo grazie all’aiuto degli abitanti. Molti di loro se ne andranno l’anno successivo, ma non tutti. I camoglini Gaetano Lavarello e Andrea Repetto resteranno per sempre sull’isola.

1961
Evacuazione
Un evento catastrofico sconvolge la comunità di Tristan da Cunha. L’eruzione del vulcano mette a rischio la sopravvivenza degli abitanti, che si rifugiano sulla vicina isola di Nightingale. Da qui saranno prelevati e portati prima a Cape Town e successivamente nel Regno Unito.

© IWM (A 34530)

Aprile 1963
Ritorno all’isola remota
Malgrado venga data loro possibilità di insediarsi su di un’isola dell’arcipelago delle Shetland, diciotto mesi dopo l’evacuazione, gli abitanti di Tristan da Cunha decidono di tornare a casa. Sono ancora là.

Dove alloggiare?
Le sistemazioni a Tristan da Cunha non mancano e il ventaglio di possibilità prevede soggiorni in abitazioni private con pensione completa, oppure in guest house con servizi diversi a seconda della scelta dell’ospite. Esistono inoltre un Bungalow governativo a disposizione dei viaggiatori, con quattro camere da letto e un’opzione old style presso la tradizionale Casa Museo con tetto in paglia; in quest’ultimo caso, però, il soggiorno è limitato a una notte soltanto (£100 sterline). I costi al momento della stesura di questo articolo partono da £25 sterline per la guest house più gas e corrente elettrica (pasti esclusi) fino alle £50 sterline per home stay a pensione completa (tre pasti inclusa biancheria).

Tenete presente che il turismo a Tristan da Cunha è portato avanti da una comunità piccola; l’attenzione, il rispetto e la capacità di adattarsi alle abitudini e consuetudini degli abitanti è fondamentale per chi decide di visitare l’isola, come si legge sulla pagina ufficiale di Tristan da Cunha “Visitors are most welcome, indeed the hospitality of Tristan people is famous. Occasionally trust can be abused and islanders may well be shy and resentful to visitors who approach with a camera raised and whose purpose may appear to be to report to the outside world with very limited knowledge 4.

Come arrivare a Tristan da Cunha

Arrivare a Tristan da Cunha – Photo by Brian Gratwicke / CC BY 2.0

In fatto di questioni burocratiche, permessi richiesti, suggerimenti e consigli su come arrivare a Tristan da Cunha e organizzare il viaggio in quest’isola remota, la pagina ufficiale sezione Travel del sito è una miniera di informazioni.

Il primo passo da compiere è inviare una mail a: tdcenquiries@tdc-govc per ottenere consigli utili a risolvere ogni vostro dubbio prima del viaggio a Tristan da Cunha. Questo collegamento rappresenta il modo più sicuro, affidabile e ufficiale per mettersi in contatto con l’Administrator’s Secretary. Sarà infatti questo organo a rilasciare, attraverso l’Isle Council, il permesso che vi consentirà di soggiornare sull’isola.

Potrebbe poi essere utile dare un’occhiata alla sezione Shipping del sito ufficiale per verificare la tipologia di imbarcazione/viaggio cui intendete affidarvi per arrivare a Tristan da Cunha. Tenete comunque sempre presente che l’Administrator Secretary si rivelerà un aiuto fondamentale per risolvere tutte le vostre difficoltà.

Curiosità sull’arcipelago di Tristan da Cunha
Tristan da Cunha e i francobolli: potato stamps
Il 10 Maggio del 1946 la S.A.S. Transvaal, fregata della marina militare sudafricana, lasciò le coste di Tristan da Cunha diretta a Cape Town. Tra i passeggeri il meteorologo William Crawford, incaricato dai membri del consiglio dell’isola di far recapitare al general postmaster di Cape Town la richiesta di autorizzazione a emettere francobolli. Seguivano alla lettera i disegni di nove francobolli recanti immagini della localizzazione di Tristan da Cunha nell’Atlantico, di due ragazzine sulla spiaggia, di un’imbarcazione locale e altre. I valori erano tradotti nella moneta locale: le ragazze sulle spiagge venivano via con 48 patate, mentre quello con la mappa dell’Atlantico, più economico, lo si poteva acquistare per sole 4 patate. Con 12 patate ti portavi via il francobollo con l’immagine di Re Giorgio davanti a un microfono. Per gli amanti del genere.

Ecco nati, grazie anche alla stampa britannica che dette parecchio risalto alla notizia, i cosiddetti potato stamps richiesti dai collezionisti di tutto il mondo al punto che in quegli anni molti di loro inviarono sacchi di patate a Tristan da Cunha con l’intento di acquistarne alcuni. Inutile dire che la moneta arrivò in avanzato stato di decomposizione e non se ne fece nulla. Pochi degli originali potato stamps sono oggi rintracciabili e il loro valore è senz’altro alto, tanto che a un’asta da Stanley Gibbons nel 1998 un lotto con i potato stamps e l’originale della petizione fu battuto per 10.000 sterline 5.

Francobolli di Tristan da Cunha – copertina con timbro postale del 1955

Ancora oggi i francobolli emessi da Tristan da Cunha rappresentano, per i collezionisti, oggetti di grande valore.

Uno strano stemma
Se aveste bisogno di creare un nuovo stemma di famiglia oppure dare una rinfrescata alla bandiera della vostra casata, l’uomo giusto che fa per voi è Graham Bartram: nella veste di vessillografo, visto che come vessillologo si occupa anche dello studio delle bandiere. È a lui che si sono rivolti i tristaniani per disegnare la nuova bandiera adottata a partire dal 20 Ottobre 2002, quando l’arcipelago di Tristan da Cunha è diventato autonomo rispetto alla dipendenza di Sant’Elena.

Nel nuovo stemma di Tristan da Cunha ci sono tutti gli elementi che contraddistinguono e danno identità a questa isola dell’Atlantico. Lo sfondo è il blue ensign 6 tipico delle bandiere di molti territori d’oltremare del Regno Unito, con in alto a sinistra la Union Jack. Nello stemma vero e proprio troviamo rappresentate le long boat tristaniane, quattro albatros e due aragoste, la cui pesca costituisce una delle maggiori fonti di esportazione dell’isola.

Quanti cognomi?
La conta dei cognomi presenti a oggi a Tristan da Cunha è semplice: sette.

Sette cognomi i cui capostipiti sono facilmente rintracciabili nei primi coloni dell’isola. A partire da William Glass che giunse a Tristan da Cunha nel 1816 al seguito della guarnigione inglese. Passando per Thomas Hill Swain, originario di Hastings, nel Regno Unito, giunto a Tristan da Cunha nel 1826 e che sposò l’anno successivo una donna proveniente dal Sudafrica. A lui fece seguito nel settembre del 1836 Pietre Willem Groen (poi cambiato in Green), naufragato con la goletta americana Emily. Più comodo e meno traumatico l’arrivo nello stesso anno di Thomas Rogers: i due avrebbero sposato in seguito le figlie dei fondatori della comunità. Una decina di anni più tardi, nel 1849, sbarcò sull’isola Andrew Hagan dando un nuovo contribuito alla formazione dei cognomi di Tristan da Cunha grazie al matrimonio con Jane Glass. L’apporto di gente nuova e stabile, che avrebbe vissuto in maniera permanente su questa remota isola dell’Atlantico, si concluse nel 1892 con il naufragio del brigantino Italia e l’arrivo di Andrea Repetto e Gaetano Lavarello originari entrambi di Camogli, in Liguria.

Foto del 1908, di Michael John Nicoll – Fonte: Freshwater and Marine Image Bank

Per saperne di più su Tristan da Cunha
Judith Schalansky, Atlante delle isole remote, Bompiani, 2013, pp. 48-49
Simon Winchester, Atlantico, Adelphi, 2013, pp. 413-414
Marco Ferrari, I sogni di Tristan, Sellerio, 1999
Primo Levi, Mercurio, in Il sistema periodico, Einaudi, 2014
Annamaria Lilla Mariotti, Tristan da Cunha. Storia e vicissitudini della più remota comunità umana, Addictions-Magens, 2013
Anna Lajolo, Guido Lombardi, Tristan da Cunha: I confini dell’asma, Zeneca, 1996
37°4S, di Adriano Valerio, documentario disponibile su Vimeo https://www.tristandc.com/
Guido Belli, Tristan da Cunha, l’isola che c’è, web.archive.org/web/20041029035752/http://erewhon.ticonuno.it/riv/speciali/tristan/tristan.htm

Note
Sito ufficiale di Tristan da Cunha: https://www.tristandc.com/

2 37°4S, Adriano Valerio, documentario, disponibile su Vimeo all’indirizzo https://vimeo.com/ondemand/374s

3 Adriano Valerio, Tristan da Cunha. Fuori dal mondo, 05/07/2012, Doppiozero, doppiozero.com/materiali/cartoline-da/tristan-da-cunha-fuori-dal-mondo

Come si legge alla pagina: https://www.tristandc.com/visitsaccommodation.php

5 Tristan da Cunha: quattro patate per un francobollo, Febbraio 2013, Il Collezionista, ilcollezionista.bolaffi.it/2013/02/tristan-da-cunha-quattro-patate-per-un-francobollo/

fonte wiki: https://it.wikipedia.org/wiki/Blue_Ensign

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