Ansia K e la morte appesa

di Marina Morpurgo
(pubblicato su marinamorpurgo.weebly.com)

Ansia Kammerlander è ormai una veterana della scalata. Nominatele una manovra, e lei la sa fare, oppure conosce qualcuno che la sa fare, o alla peggio qualcuno le ha detto di conoscere qualcuno che la sa fare. Insomma, è un’espertona molto orgogliosa del suo know-­how, esegue certi nodi originali che nessuno dei fratelli Kammerlander è mai riuscito a scodellare in tutta la sua vita. Oggi Ansia si esibirà in un esercizio di elevatissima difficoltà alpinistica, la risalita della corda con l’ausilio di due nodi autobloccanti. Ansia si prepara tutto il necessario, mentre le guide appendono alla parete rocciosa una corda. Ansia è veloce, efficiente e autonoma. Organizza la manovra tutta da sola, molto orgogliosa di non essere più quella povera insicura che chiedeva cento volte a tutti con voce tremula se andava bene così o doveva fare cosà. Con quelle sue destre manine Ansia allestisce dunque sulla corda un nodo Machard che fissa alla vita, un altro nodo Machard cui appende una staffa, piazza il discensore all’imbrago e senza dire né ai né bai parte. Alza il Machard con la staffa, molla, mette il piede nella staffa, si tira su, alza il Machard fissato in vita e via così! Per aspera ad astra! Dopo un quarto d’ora ha guadagnato circa dieci centimetri e finalmente non raspa più il suolo con le chiappe. Ma poi prende il ritmo e nel giro di pochi minuti si ritrova a oltre tre metri d’altezza, e scruta il mondo con occhio ardito e fiero. “Adesso però scendi” dice la guida.

Ansia si lascia andare di peso sull’imbragatura fingendo di stare comodissima, piazza con perizia il discensore sulle corde e si prepara a tornare a terra, piena di sé. Prima però deve sbloccare il nodo Machard cui è mollemente appesa. Oddio, ma come è lontano! “Hai usato un cordino troppo lungo” annuncia serenamente la guida “adesso ti voglio vedere ad arrivarci”. Punta sul vivo, Ansia con falsa nonchalance balza verso l’alto come un ghepardo obeso, afferra con mano spasmodica il Machard che non si muove di un millimetro e poi ripiomba giù esausta. Il nodo autobloccante, odioso e perfettino e primo della classe fa il suo dovere da perfettino e si blocca ancora di più. Ansia sta saltando invano da dieci minuti. Ha gli occhi di fuori ed è leggermente cianotica. Implora aiuto, ma nessuno la può aiutare perché è troppo in alto e la corda dista almeno sei metri dalla parete. Il Machard la guarda dall’alto, irridente e sempre più stretto. Ansia è disperata, anche perché la parete è a bordo strada e gli automobilisti si fermano ad assistere all’ignobile scena. Al ventesimo balzo a vuoto, Ansia capisce che resterà lì per sempre. Penzola come una gigantesca bresaola messa a stagionare. Pensa di gridare ai compagni “Salite in cima a tagliare la corda, voi andate pure, lasciatemi qui”, ma ha il terrore che quegli stronzi la assecondino per liberarsi di lei, facendola precipitare sul ghiaino della piazzola. Ansia sente che farà la stessa tragica morte di Toni Kurz, ma almeno lui è schiattato appeso a una corda sull’Eiger e non come un pirla davanti al campeggio del Sasso Remenno, dove vendono panini e gelati. Ansia sfila il discensore dalle corde: tanto non scenderà mai più.

Poi di colpo, all’ultimo tentativo disperato, il Machard finalmente cede. Nell’entusiasmo Ansia urla di gioia e si dimentica di levarci la mano da sopra, provocando una sua discesa incontrollata di un metro e mezzo. Il Machard infame va a sbattere contro l’altro Machard, creando un nodo mostruoso: una roba a nove spire, la madre di tutti i Machard, l’autobloccante degli autobloccanti. Accidenti! Ma almeno adesso può essere soccorsa. Gridando e sghignazzando selvaggiamente, la guida e i compagni tirano verso il basso Ansia e la corda, inutilmente ostacolati dal suo cane che non ha capito un cazzo e si è gettato abbaiando nella mischia. La madre di tutti i Machard viene afferrata e neutralizzata con la violenza da una dozzina di mani nerborute. Ansia K. è salva, per quanto provata nel fisico e nel morale. La prossima volta chiederà se si fa così o cosà.

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