di Maurizio Gallo, pubblicato su montagna.tv in data 27 aprile 2017
Vorrei spezzare una lancia a favore di tutti coloro che vanno in montagna per inseguire piccoli sogni, che dal loro punto di vista sono invece grandissimi e importanti.
C’è chi con grande soddisfazione prende gli sci e sale una sconosciuta cima degli appennini partendo la mattina presto per essere poi a pranzo con la famiglia; c’è chi sale la Nord della Tour Ronde dopo averla sognata per anni e deve sentirsi consapevole di una grande salita; c’è chi sale il Gran Paradiso o raggiunge la Capanna Margherita come fossero un 8000.
In un mondo in cui la comunicazione e l’immagine spingono per parlare delle grandi imprese, della salita famosa tentata da alpinisti in carriera, tutti i siti danno spazio solo a pochi, mi pare importante riconoscere che se l’alpinismo può continuare ad avere un’attrattiva e rappresentare un sogno di libertà, questo deve passare attraverso le innumerevoli piccole avventure di tanti alpinisti senza nome che salgono “grandi” piccole montagne.
Un giorno parlando con Cristophe Profit, che sicuramente ha rappresentato per anni il top dell’alpinismo mondiale e uno dei primi che ha spinto sull’acceleratore della velocità e dei concatenamenti, mi confidò di aver capito il vero valore dell’alpinismo quando ha iniziato a salire con clienti delle vie per lui normali, per loro inimmaginabili, scegliendo un approccio lento, con notte al rifugio, magari anche l’esperienza di un bivacco, salita fatta con calma fermandosi a fare delle foto e a guardare il paesaggio e poi sulla via di discesa a rivedere i punti salienti della via.
Ecco, lo zoccolo duro dell’alpinismo, la base silenziosa, deve essere ricordata e valorizzata, magari dovrebbe trovare più spazio anche nelle news dei siti, senza paura di raccontare storie semplici, ma comunque degne di nota e di attenzione, alla pari delle 04″imprese” e alla cultura dell’”estremo” che spesso ha come conseguenza una deviazione dallo spirito vero che deve essere il riferimento per le esperienze in montagna: la normalità.