Se le Olimpiadi hanno lasciato un po’ di amaro in bocca ai nostri atleti, i Campionati Europei hanno regalato medaglie dal peso specifico importante, segno di un movimento in costante crescita.
di Sara Canali

Quanto durano due millesimi di secondo? Un battito di ciglia, o forse un battito d’ali di un colibrì, talmente impercettibile per il nostro occhio, da sembrare immobile. Ma è proprio in questo frammento di tempo che Matteo Zurloni, dopo una qualifica Olimpica da incorniciare, con tanto di record europeo, si è dovuto arrendere al cinese Peng Wu che si è guadagnato così un posto nelle semifinali. Per il campione del mondo di speed, dunque, resta un po’ di amaro in bocca per un’esperienza a cinque cerchi che, per la prima volta nella storia dei Giochi, vedeva la sua disciplina a sé stante, con una medaglia dedicata. Sul versante femminile di Speed, da segnalare il 9° posto di Beatrice Colli. Ancora accoppiate invece le due specialità di Lead e Boulder in cui si sono confrontate le azzurre Camilla Moroni e Laura Rogora le cui prestazioni, sommando il punteggio delle due discipline, hanno regalato loro rispettivamente il 12° posto e il 18° posto.
Tutta un’altra storia invece per gli Europei di arrampicata di Villars, in Svizzera, dove la spedizione azzurra ha fatto man bassa di medaglie. Imbattibile Laura Rogora che, dopo il titolo di campionessa Europea conquistato nella Lead con un grande margine di vantaggio su tutte le avversarie, si aggiudica anche il titolo di campionessa Europea in Combinata. Ma non finisce qui, visto che la spedizione azzurra ha registrato un grandissimo successo: oltre ai titoli di Laura Rogora e alle 6 medaglie già arrivate dal Paraclimbing (3 argenti e 3 bronzi), Ludovico Fossali si è laureato campione Europeo di Speed, Matteo Zurloni vice campione, Giulia Randi medaglia di bronzo, Beatrice Colli 4° classificata, sottolineando la grandissima qualità di tutto il Team di velocisti. Per commentare le prestazioni olimpiche ed europee degli atleti italiani, abbiamo chiesto un parare al presidente della FASI Davide Battistella.

Presidente, possiamo fare un bilancio di queste Olimpiadi?
Partiamo dicendo che è stata bellissima esperienza. Come FASI, siamo soddisfatti di aver portato a Parigi ben quattro atleti che, vista la difficoltà delle qualifiche olimpiche, è un risultato straordinario. C’è da sottolineare che tutto il percorso di avvicinamento ai Giochi lo abbiamo affrontato senza avere a disposizione un Centro Federale dove concentrare le attività degli atleti. Per poterci allenare, abbiamo chiesto supporto ad alcune palestre di Milano. Nonostante ciò, abbiamo portato a Parigi atleti forti e preparati e questo vale più di qualsiasi medaglia in questo momento. Rappresenta la cartina di tornasole dell’attività che come FASI stiamo promuovendo.
Una medaglia però se l’aspettava?
Diciamo che ha giocato a nostro sfavore un po’ di sfortuna. Matteo Zurloni, che è campione mondiale in carica di Speed, è rimasto fuori dai quarti per due millesimi di secondo, un niente. La sua disciplina si gioca veramente su frammenti di tempo e il margine d’errore è altissimo. Ma questo è lo sport e dobbiamo accettarlo. Magari potremmo fare una riflessione sulla necessità di inserire parametri come il fotofinish, come succede nell’atletica. In ogni caso, Matteo ci ha regalato un percorso di avvicinamento esemplare.


Beatrice Colli e Matteo Zurloni
E sugli altri ragazzi?
Direi bene. Bea Colli ha mancato per un soffio la finale olimpica nella Speed mentre nella Combinata Camilla è arrivata vicinissima alla finale, mentre Laura Rogora è
stata penalizzata da una prova di Boulder molto particolare. Lavoriamo perché a Los Angeles vengano assegnate tre medaglie, una per ogni disciplina.
Il rammarico di Laura però è durato poco: agli Europei a Villars la ventitreenne si è regalata due ori continentali nella Speed e in Combinata. Cosa è successo?
La doppietta di Laura è importante per lei e strepitosa per tutto il movimento. Dopo un’Olimpiade andata così e così, non era facile affrontare una gara a livello di concentrazione e motivazione e lei è stata davvero superlativa. Torniamo da questi Campionati con tre ori, un argento e un bronzo senza contare tutte le medaglie degli atleti di Paraclimbing.
Quello del Paraclimbing è un movimento in crescita?
È un movimento incredibile. A fine settembre ospiteremo una tappa di Coppa del Mondo ad Arco di Trento e sarà importante perché sancirà l’inizio del percorso verso le Olimpiadi di Los Angeles dove il Paraclimbing farà il suo esordio. In generale, in Italia il climbing sta registrando una crescita pazzesca in tutte le sue declinazioni: arriveremo a 100 mila tesserati entro la fine dell’anno senza considerare il mondo outdoor che sarà un altro campo d’azione su cui la FASI si concentrerà.

Ammiro, apprezzo, faccio i complimenti e mille “in bocca la lupo” a tutto il movimento agonistico dell’arrampicata. Ma credo che mescolare questa discilpina “sportiva” con gli appassionati di montagna sia un profondissimo errore. E’ uno sport con regole ferree, logici biodinamiche e comportamenti che vivono (legittimamente) un v ita “propria e indipendente”. ci saranno appassionati di montagna che sono anche incuriositi o addirittura appassionati di gare d’arrampicata, ma sono un’eccezione, non la regola statistica. Andare in montagna ha un sottofondo di “sfida con la Natura” (anche in una banale escursione/gitarella scialpinistica) che è invece del tutto estraneo a questo sport. ancora ancora se le gare si disputassero su falesie naturali (come era all’inizio, vedi SporRoccia e il primo Arco), perché la ratio agonistica sarebbe vediamo chi è il più veloce e il più elegante a superare le difficoltà della natura costituite dalla difficoltà della roccia. Ma oggi ci si cimenta su pareti artificiali e con prese posizionate da uomini/donne: trattasi di una “cosa” completamente diversa dall’arrampicare in ambiente.