di Michele Comi
(pubblicato su stilealpino.it il 21 luglio 2022)
Sfuggire all’insicurezza è insicurezza.
Montagna, alte temperature, ghiacciai, cambiamento…
Comunicare l’incertezza è assai complicato.
Occorre almeno ammettere e distinguere quello che si sa da quello che non è possibile conoscere…perché in questi ambienti solo l’incerto è certo.
“La sicurezza prima di tutto!” o “Prima di tutto la sicurezza”, sono slogan che circolano in queste giornate roventi che accompagnano i cambi di programma o rinunce a salite su neve e ghiaccio.
A volte conditi da metafore belliciste, come la “rinuncia alla conquista” o “guerriero che torna vivo dalla battaglia buono per tornare a combattere”, queste uscite evidenziano la contraddizione nel voler essere sicuri entro ambienti la cui natura è la mutabile precarietà.
Anche quando le temperature torneranno entro limiti accettabili nulla sarà risolto, né di nuovo certo.
E poi non tutti i ghiacciai d’improvviso diventano off limits….
Muoversi al limite delle proprie competenze è il ruolo dell’interprete della montagna.