Inaugurato sulla sponda veronese del Lago di Garda il nuovo spa hotel “Cape of Senses”. Una struttura a 5 stelle dove regalarsi una vacanza all’insegna del wellness e delle attività all’aria aperta (anche in quota).
Hotel di lusso per lo sport outdoor
di Max Cassani
(pubblicato su lastampa.it/montagna l’8 luglio 2023)
Abbinare una vacanza mare e monti nello stesso posto? Non è così semplice sulle nostre Alpi, specie se si parla di montagna vera, con cime oltre i 1800 metri. La soluzione ideale è allora il lago. Il Maggiore, per esempio, con le valli dell’Ossola, Formazza, Vigezzo, ecc. a poca distanza dai bacini acquatici. Oppure i laghetti di Molveno al cospetto dell’Altopiano trentino della Paganella o quello di Alleghe ai piedi del comprensorio sciistico del Civetta, nel Bellunese. Di sicuro una meta ideale acqua & monti è il Lago di Garda, con il Monte Baldo e l’Altopiano di Brentonico che si affacciano sulla riva veronese.
Proprio qui, ad Albisano, piccolo borgo a 200 metri di quota subito sopra Torri del Benaco, la famiglia altoatesina Margesin ha stabilito il suo nuovo ambizioso spa hotel cinque stelle “Cape of Senses”, che si aggiunge al loro hotel Alpiana di Lana, vicino a Merano. Una posizione strategica, vocata per gli sport outdoor ma ancora sguarnita di hotel di lusso, che si trovano per lo più sulla sponda bresciana del lago, o al limite a Riva del Garda.
Lo abbiamo visitato in anteprima per La Stampa, nella concitata fase prima dell’apertura ufficiale, proprio oggi, sabato 8 luglio 2023. Il punto di forza? La tranquillità del contesto e l’abbacinante vista a 180 gradi sul lago e sui monti che si gode da tutta la struttura e dal giardino con il prato all’inglese, gli ulivi e le due piscine, di cui una a sfioro, riscaldata.
Il resto lo fa la dotazione da hotel deluxe, che conta 55 suite di varie tipologie – di cui quattro con tetto-terrazza con piscinetta privata o vasca jacuzzi –, una grande Spa su due piani con varie coccole, aree relax e la possibilità di fare trattamenti benessere, una palestra con personal trainer, piattaforme fitness e yoga all’aperto. E poi un lounge-bar panoramico con una bottiglieria di livello e due ristoranti (il più raffinato Al Tramonto e il più tradizionale La Pergola) gestiti dal trentenne chef vicentino Francesco Pavan e dalla sua brigata.
In totale 15 mila metri quadri di proprietà declinati secondo i dettami della sostenibilità, e di questi tempi non potrebbe essere altrimenti: dalla produzione di energia sostenibile alla cucina, incentrata per lo più su prodotti regionali. L’hotel porta la firma degli architetti Hugo e Alessia Demetz – altoatesini come i proprietari –, che hanno voluto creare un suggestivo palcoscenico sul Lago di Garda con grandi vetrate e utilizzo di materiali naturali e di pregio, anche per gli arredi e le finiture.
I prezzi, ovviamente, sono anche loro di pregio: da 750 euro al giorno la Junior Suite in bassa stagione fino ai 1850 euro per la Sky Pool Suite in alta. Cifra moltiplicata per tre, visto che il soggiorno minimo al Cape of Senses è di tre notti, ed è riservato solo agli adulti. O per lo meno, a ospiti dai 14 anni in su.
Per i (benestanti) appassionati di sport outdoor ospiti dell’hotel, molti sono i servizi a disposizione e le attività personalizzabili sulle montagne circostanti: dai trekking e le gite guidate in e-bike d’estate allo sci e le escursioni con le ciaspole d’inverno. Malcesine e la sua funivia che porta sul Monte Baldo e l’Altopiano di Brentonico è a meno di mezzora di auto, poco oltre si apre il Garda trentino con Torbole, Arco e un territorio che è il paradiso degli sport all’aria aperta.
Il commento
di Carlo Crovella e della Redazione
Se quello degli hotel “deluxe” è il business che rende nel settore dell’hôtellerie, nella totale assenza di interventi cautelativi e nella cultura del “paga e godi”, anche per gli “appassionati di sport outdoor” (?!?) è stato inevitabile che il trend giungesse ad avviluppare con i suoi tentacoli anche i rifugi alpini.
Il fenomeno è già ampiamente in essere per i rifugi di accesso comodo, in quanto situati a bassa quota o vicini a impianti o raggiungibili con strade percorribili. Ma, piano piano, si estenderà e, anzi, possiamo già vederne i segnali premonitori anche in rifugi d’alta quota, dove una volta giungevano solo gli alpinisti, interessati al rifugio come semplice base d’appoggio per l’ascensione del giorno dopo.
Piscine a sfioro, stanze con tetto apribile e jacuzzi privata, lounge bar e “cantina di classe”, tutte cose oggi confinate negli hotel deluxe, domani saranno del tutto “normali” anche per i nidi d’aquila, arroccati lassù in quota. Non sembra infatti ai più che il cambio culturale sia una necessità.
Stanno distruggendo i posti più belli del lago di Garda quelli che dovevano essere protetti da queste mega costruzioni ma al “dio” € riesce ogni cosa!!!