I luoghi comuni sul Veneto

di Andrea Ferrara
(pubblicato su ilvenetoimbruttito.com l’8 febbraio 2019)

“Veneziani, gran Signori; Padovani, gran dotori; Visentini, magna gati; Veronesi … tuti mati; Udinesi, castelani co i cognòmj de Furlani; Trevisani, pan e tripe; Rovigòti, baco e pipe; i Cremaschi fa coioni; i Bresàn, tàia cantoni; ghe n é ncora de pì tristi… Bergamaschi brusacristi! E Belun? Póre Belun, te se proprio de nisun!”
 
Questo è uno dei tanti detti che descrive le nostre città venete, affibbiando a ognuna un luogo comune.
Così è come, simpaticamente, ci vediamo noi… ma come ci vedono nel resto d’Italia?
Per le altre regioni abbiamo dei tratti caratteristici, difficili da cancellare, spesso non troppo gentili.

Ecco l’elenco di alcuni che mi hanno colpito maggiormente:

Gran bestemmiatori 
Chi ha ipotizzato questo “luogo comune” deve essere un acuto ascoltatore.
Non di rado, infatti, nella frizzante aria veneta si sentono offese ed ingiurie verso Santi e madonne.
Nelle osterie, nelle taverne fino ai baretti più “in” del centro, la bestemmia diventa riempitivo, congiunzione, rafforzatrice di concetti, esclamazione stupita, rabbia mal celata e molto altro ancora.
Contro questo stereotipo non possiamo controbattere.

Popolo di ignoranti e contadini 
Sì, siamo contadini, ma ignoranti? Io non credo.
Non mi serve dilungarmi sulla lunga storia veneta, sulla cultura letteraria, teatrale e musicale della regione o sui grandi nomi veneti nell’ambiente scientifico.
Mi basta scrivere 6 semplici parole e un numero: 
Università degli Studi di Padova dal 1222
“Universa universis patavina libertas”
 (il motto ve lo regalo in omaggio)

Xenofobi e razzisti 
Non facciamo di tutta l’erba un fascio… certo è che i tedeschi ammollo nel Canal Grande li farei tornare a casa marciando scalzi.

Veneto stakanovista instancabile
 
Basta farsi un giro per le nostre autostrade per confermare questo luogo comune. Aziende, su aziende, su aziende. Un mare infinito di industrie, campi, vigneti e ancora industrie.
Siamo lavoratori, lo siamo sempre stati.
Alle 18 però, si va a bere!

Beviamo come spugne!

Su questo conclusivo e rappresentativo luogo comune, saluto caldamente Oliviero Toscani.
Sì, beviamo. Il giusto. Forse un po’ di più del giusto. Ok, molto! 
Cosa ci possiamo fare. Quando hai zone vinicole come Valdobbiadene e Valpolicella, grappe riconosciute in tutto il mondo e l’antica arte dello Spritz, non bere diventa quasi blasfemo.
È vero, amiamo bere, ma in compagnia e per festeggiare. Inoltre, bisogna dirlo, sappiamo bere e non è cosa da poco.
 
Non mi resta che salutare tutti e dire in modo ignorante, razzista, bestemmiante, contadino e stakanovista: 
Se sei veneto o veneta stasera bevi un’ombra per festeggiare.
Se invece non lo sei, abbraccia forte i tuoi amici e bevi anche tu come un vero veneto
”.

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