Col volume Il Ragno silenzioso il giornalista e scrittore lecchese Giorgio Spreafico ha riportato alla luce Romano Perego, un alpinista che, senza mettersi in mostra, ha realizzato un percorso alpinistico invidiabile per qualità e quantità di arrampicate, e certamente non da meno di quelli che si attribuiscono ad alpinisti che sono diventati molto più famosi.
Riteniamo che quest’opera risulti apprezzabile non solo sotto l’aspetto biografico di una persona che ha svolto, senza esaltarsi, un’intensa attività di alpinismo puro, ma anche perché presenta un ampio brano della storia alpinistica, per lo più ignorata.
Il Ragno silenzioso
di Renato Frigerio, presentazione al libro Il Ragno silenzioso – Storia, pareti e imprese di Romano Perego, un gigante della Grigna, di Giorgio Spreafico.
448 pagine – copertina con ante – 104 fotografie in bianco e nero – formato cm 21×15 – Euro 18,00 – Teka Edizioni.
Quando un giovane fortemente appassionato dell’alpinismo, e che risiede nel territorio di Lecco, si sente particolarmente dotato ed ambisce entrare a far parte del prestigioso “Gruppo Ragni della Grignetta” non deve far altro che presentare un adeguato curriculum di significative arrampicate che, una volta prese in esame, gli potranno consentire di venire ammesso, e diventare “Ragno”.
È la straordinaria storia di uno di questi eccellenti alpinisti che ha colpito profondamente l’autore di Il Ragno silenzioso: uno scrittore che, come pochi, si è innamorato dell’alpinismo e ne conosce ora ogni risvolto che riguardi la sua storia ed i suoi protagonisti, specie se usciti dal leggendario vivaio della tradizione lecchese. Romano Perego, il Ragno silenzioso, anche a causa della sua innata ed ammirata modestia, non figura certamente tra i personaggi dell’alpinismo che hanno avuto paginate di volumi, riviste e quotidiani sportivi. Tutt’al più alcuni potranno forse ricordare di averlo visto nelle foto di gruppo e trovato il suo nome nel racconto di quella strepitosa compagine che nel 1961, nella catena dell’Alaska, conquistò la vetta del Mount McKinley, la montagna più fredda del pianeta esclusa l’Antartide, lungo la grandiosa cresta al centro del suo inviolato sperone sulla parete sud.
In un racconto dettagliato, preciso e spiritoso, l’autore condensa in quasi 450 pagine il notevole e travagliato percorso di questo incontenibile alpinista che, alla fine, per le sue numerose e stupefacenti conquiste, si staglia all’altezza di quei campioni indiscutibili dell’alpinismo di cui si conoscono vita, morte e miracoli.
Insieme al Ragno silenzioso, il volume ci fa inoltre incontrare un buon numero di altri alpinisti “silenziosi”, che praticamente entrano con lui a formare il quadro completo delle grandi conquiste alpinistiche sulle Alpi fissate negli ultimi cinquant’anni del secolo scorso. Molti di questi infatti gli sono stati compagni di cordata in tante delle sue arrampicate, dove assieme alla vittoria, sono stati sempre presenti sofferenze e disavventure, che hanno talvolta rasentato perfino il limite del dramma. Questi suoi compagni, legati da profonda e sincera amicizia, entrano nel volume con una testimonianza accalorata, che contribuisce a far risaltare l’accattivante personalità di Romano Perego, l’alpinista che non ha mai pensato di sfruttare le sue conquiste per un vanto pubblico, al quale non era interessato.