Presentazione al libro Marmolada di Alberto Cartone e Mauro Varotto, Cierre Edizioni, Verona, 2011. La monumentale opera, di 420 pagine, formato cm 21×28, rilegata è riccamente illustrata da splendide fotografie, sia d’ambiente che di scalata. Dopo una serie di capitoli dedicati alla natura (roccia, geografia, ghiacciaio, flora e fauna), il libro passa alla storia vera e propria, indagando sulla civiltà montanara che ne abita la base, raccontando la storia della Grande Guerra, della costruzione della diga del Fedaia. Un capitolo è dedicato alla storia alpinistica e un altro all’equilibrio ambientale compromesso. Chiudono il volume, oltre all’estesa bibliografia e all’indice dei nomi, un’accurata tabella delle prime ascensioni nel gruppo della Marmolada a cura di Alessandro Gogna.
Dalla IV di copertina
Il volume offre una visione d’insieme aggiornata sul gruppo della Marmolada, accompagnando testi di alta divulgazione, redatti dai maggiori esperti e conoscitori di questo settore dolomitico, con un repertorio fotografico d’eccezione. La “personalità” della Marmolada, nei vari aspetti legati alla natura, alle vicende della storia e alla costruzione del suo mito, viene ricostruita nella prima opera organica su una montagna per molti versi unica.
Il libro è stato segnalato al Premio ITAS 2013 con la seguente motivazione:
“Ci vuole coraggio per dedicare una nuova monografia alla ‘Regina delle Dolomiti’, che ha una bibliografia più ricca del dedalo di vie tracciate sulla parete sud. Ma il tentativo di Cierre edizioni assieme al Dipartimento di Geografia dell’Università di Padova, a cura di Alberto Carton e Mauro Varotto, è pienamente riuscito.
Lontanissimo dall’essere solo un bel libro fotografico, o una raccolta di astrusi saggi accademici, il volume si rivela il ritratto fedele di una montagna simbolo, una sinfonia di voci diverse capaci di descriverne con originalità ogni sfumatura, dall’alpinismo all’antropologia, dagli aspetti scientifici al delicato dibattito ambientale. La copertura tematica sfida la completezza e gli autori, quasi obbedendo a un accordo, hanno curato con puntiglio la loro prosa, evitando quella eccessiva concentrazione in cui spesso è costretta e mortificata la comunicazione.
Un’opera complessa e piacevole, fin dalla dedica a Ettore Castiglioni per quella guida alla Marmolada che il grande alpinista e scrittore non riuscì mai a scrivere”.