Millet Tour du Rutor Extrême

di Stefania Schintu

Aperte le iscrizioni. A marzo la 21ª edizione
Millet Tour du Rutor Extrême, si sono aperte lo scorso 8 gennaio le iscrizioni dell’unica tappa italiana 2024 di La Grande Course, il prestigioso circuito che racchiude le super classiche più famose di tutto l’arco alpino e della Cordigliera Pirenaica. Giunta quest’anno alla sua 21ª edizione, la più tecnica delle gare scialpinistiche italiane andrà in scena dal 22 al 24 marzo 2024 sulle vette valdostane di La Thuile, Valgrisenche e Arvier nella consueta formula a squadre da due elementi per il settore assoluto e individuale per le categorie giovanili con percorsi ad hoc appositamente pensati per loro. Non solo, il TDR 2024 sarà inoltre valevole come finale del circuito FISI di Coppa Italia.

Come sempre promozione del territorio e delle sue eccellenze enogastronomiche faranno da contorno a tre grandi tappe caratterizzate da alta quota e percorsi alpinistici in vero fuori pista: 7500 m di dislivello positivo, 30 cambi di assetto, 105 km, 60 di salite, 45 di free ride, 6 di creste e canali con passaggi oltre i 3000 metri sono i numeri di una gara divenuta mito, tradizione e leggenda.

Foto: Stefano Jeantet

Il comitato organizzatore del TDR, supportato dai volontari dello Sci Club Corrado Gex, si avvale dell’esperienza delle Guide Alpine Marco Camandona e Roger Bovard che, in questi anni, hanno creato uno staff di tracciatori giovane, dinamico e competente; ex garisti che sanno assecondare le esigenze dello scialpinista più esigente. Nel 2022, per la 20ª edizione valevole come Campionato Mondiale Long Distance by ISMF, si presentarono ai blocchi di partenza 350 concorrenti da 15 differenti paesi. All’ombra della vetta simbolo da cui prende il nome hanno corso i più grandi campioni delle ultime generazioni. Ad attenderli tre tapponi di scialpinismo “old style” proposto e comunicato in chiave moderna.
Banco di prova tre tappe spalmate su altrettante giornate a dir poco intense.

Programma giorno 1
La prova inaugurale avrà una vera e propria chicca con partenza dal centro di La Thuile e arrivo a Valgrisenche. Un “garone” con ben 2400 m di dislivello in salita che, in parte, ricalcherà l’itinerario del 1933; ovvero della “prima edizione” del Tour du Rutor allora denominato “Trofeo del Rutor”. Una spettacolare traversata su uno dei ghiacciai più grandi della Valle d’Aosta. Fidatevi, sarà una giornata memorabile che metterà a dura prova tutti i concorrenti.

Programma giorno 2
Per la seconda giornata si tornerà in Valgrisenche, ma in vero “TDR Style”. Rispetto al passato verrà proposta una tappa più moderna con tre salite e un tratto alpinistico della Cresta che porta alla cima Alpe Vielle (punto più alto a quota 2963 m), per poi scendere nel vallone di San Grato al confine con la Francia e risalire su un pendio incontaminato che porterà alla picchiata verso il traguardo. In questo caso si affronteranno un totale di 2100 metri di salita. Vi sembrano pochi? Non lo sono. Questa tappa è stata appositamente studiata per dare respiro agli atleti e fare recuperare loro le energie dopo un primo impegnativo giorno e in vista del gran finale sulle vette del Rutor e dello Château Blanc.

Programma giorno 3
Dal passato al presente. La terza tappa andrà in scena dove è nato il TDR moderno, con partenza e arrivo dalla località di Planaval nel comune di Arvier 1554 m; prevede uno spettacolare anello intorno allo Château-Blanc. Un itinerario che porterà gli atleti sulla vetta a quota 3422 m dopo avere superato gli alpeggi Orfeuille 1982 m e Plan-Petet 2282 m. In questa tappa il dislivello positivo sarà di 2300 m circa.

Sommando i migliori crono delle tre tappe, i vincitori potranno incidere i loro nomi nel leggendario albo d’oro del TDR, ogni finisher sarà a tutti gli effetti un eroe.

Per maggiori informazioni e iscrizioni: www.tourdurutor.com

Clicca qui per le foto!!

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1 Comments

  1. says: Carlo Crovella

    Iniziativa ammirevole, fotografie affascinanti, un po’ di “invidia” per chi vive queste esperienza ed altre simili. quindi: ammirazione e complimenti sia agli organizzatori (che si fanno un mazzo tanto, è innegabile) che ai concorrenti

    Però, da “vecchio scarpun brontolone” quale ormai sono, mi domando se questa attività sia “ancora” scialpinismo.: desiderio di esplorazione, silenzio generale, compenetrazione con la montagna innevata… si trovano in eventi del genere? Bah…

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