Premio Marcello Meroni 2025

In programma la XVII edizione del Premio dedicato a chi, in ambito montano, è d’esempio per tutti. Sabato 8 novembre 2025, h. 9.15, Sala Alessi a palazzo Marino, Milano, piazza della Scala.

Premio “Marcello Meroni” 2025
di Lorenzo Dotti

A ricordo del lavoro, delle passioni e degli interessi di Marcello Meroni – astrofisico ed alpinista deceduto per malattia nel 2008 – l’organizzazione del Premio ha scelto Volontari che si sono prodigati, con discrezione e originalità, nell’ambito sportivo, ecologico, culturale o solidale della montagna.

Il Premio è promosso dai famigliari di Marcello, da varie realtà del Club Alpino Italiano (la Scuola di Alpinismo Silvio Saglio, la Scuola Regionale di Alpinismo, la SEM Società Escursionisti Milanesi),

dall’Associazione Ricreativa e Culturale dell’Università Statale e dall’Unimont (Università della Montagna). Ha il patrocinio del Comune di Milano che gli mette a disposizione la sala d’onore di Palazzo Marino in piazza della Scala.

Tra le molte candidature pervenute, la Giuria ha scelto per l’edizione del 2025 persone normali eppure speciali, persone esemplari che vivono in mezzo a noi senza che ne accorgiamo, e che si sono distinte per impegno etico e volontario nei settori dell’Alpinismo, della Cultura, della Solidarietà e dell’Ambiente connessi con la Montagna. Si dice la banalità del male, ma c’è anche la semplicità del bene.

I vincitori saranno presentati da coloro che li hanno proposti, con la motivazione della candidatura, e la proiezione di foto e filmati della loro attività. La mattinata sarà condotta da Luca Calvi.

La cerimonia è aperta gratuitamente a tutta la cittadinanza: il pubblico presente potrà assegnare un proprio premio.

Foto di edizione precedente

Motivazioni della Giuria
Per la sezione ALPINISMO il premio viene assegnato a Massimo Garavaglia con la seguente motivazione:
“Alpinista con un curriculum di ascensioni che che spazia dalle Alpi Occidentali, alle Centrali fino alle Orientali, è membro attivo e consigliere del CAI di Boffalora,  titolato INA, per molti anni istruttore nella Scuola di Alpinismo Valticino, dal 2024 presso la Scuola Guido della Torre, che attualmente dirige con buoni risultati in termini di organizzazione, idee, impegno.

Si segnala come abile organizzatore di eventi e conferenze, coinvolgendo le sezioni CAI e le comunità locali. Di particolare merito è l’attività di volontariato svolta da anni presso la palestra di Furato, dove ha avviato decine di giovani alla pratica dell’arrampicata, così come l’attività sempre volontaristica svolta al Rifugio Majerna, gestito dalla sezione CAI di Boffalora.

Riferimento per le centinaia di giovani che ha formato e che ha fatto innamorare della Montagna, nelle sue serate sa raccontare e trasmettere il fascino delle esperienze vissute in montagna, con un particolare approccio alle persone alle quali riesce con delicatezza a trasmettere insegnamento senza darlo a vedere.  Esempio eccellente di passione e competenza nel mondo della montagna, la sua dedizione al volontariato  a tutto tondo nell’ambito dell’alpinismo e dell’escursionismo fa di lui un modello perfetto di quell’esempio da seguire e a cui assegnare il premio Marcello Meroni per l’alpinismo”.

Per la sezione AMBIENTE il premio viene assegnato a Paolo Rossi con la seguente motivazione:
“Fotografo indipendente, regista, nonché divulgatore conservazionista e guida ambientale, dal 2009 documenta la vita dei lupi sull’Appennino Ligure e sulle Alpi. Nel 2018 riscopre in Liguria e Piemonte la presenza dell’elusivo gatto selvatico europeo, considerato sino ad allora un vero e proprio fantasma.
Ha eletto a proprio luogo di ricerca ricchissimo di vita nascosta crinali selvaggi e boschi ormai abbandonati dall’uomo nel contesto di una fotografia pionieristica a chilometro zero.
Con un’attenzione particolare alle nuove generazioni sa smuovere le coscienze, educare alla conoscenza e al rispetto della fauna e  promuovere la valorizzazione della biodiversità, sostenendo inoltre un corretto approccio alla fotografia naturalistica, contrastando ignoranza, paura immotivata e attività illegali, quali l’uso di esche e il bracconaggio. I suoi documentari gli sono valsi  importanti riconoscimenti internazionali.

Paolo Rossi ispira per etica, passione, tenacia incrollabili in difesa dell’ambiente e della biodiversità.  Il messaggio veicolato attraverso le sue immagini è essenziale, ma rivoluzionario e potente, antitetico all’antropocentrismo ed è volto alla sensibilizzazione delle persone alla riscoperta di un dialogo e di un ascolto profondi con la Natura, missione sempre più preziosa ed urgente nel contesto storico e culturale in cui tutti viviamo”.

Per la sezione CULTURA il premio viene assegnato ex aequo a Giovanni Baccolo e Claudio Gasparotti con le seguenti motivazioni:
Giovanni Baccolo
“Scienziato, ricercatore e docente universitario con notevoli esperienze nello studio dei ghiacciai, dell’ambiente e dei climi alpini e montani, si occupa in particolare di ricostruzioni paleoclimatiche mediante carote di ghiaccio e di geomorfologia degli ambienti glaciali e di alta quota, impiegando tecniche innovative grazie alle quali ha stabilito nuove connessioni tra la glaciologia, la paleoclimatologia e le scienze planetarie.

A fronte della notevole esperienza acquisita negli ambiti delle scienze della Terra a dispetto dell’ancor giovane età, grande appassionato di montagne e natura, Giovanni Baccolo possiede la rara dote di rendere comprensibili e avvincenti a chiunque temi scientifici sovente complessi, imponendosi all’attenzione per le sue qualità di divulgatore culturale di eccezionale valore nonché di prezioso educatore alla conoscenza e alla sensibilità verso i territori montani e i loro meravigliosi e fragili ambienti, convinto che solo attraverso conoscenza e consapevolezza sia davvero possibile favorire la protezione e la conservazione dell’ambiente. 

Giovanni Baccolo mette a disposizione le sue competenze scientifiche con il lodevole intento di coinvolgere ed informare il pubblico, combattendo la diffusa piaga del negazionismo e delle fake news. Con uno stile sobrio, chiaro e avvincente che promuove una presa di coscienza personale, stimola a riflettere su temi attualissimi e di interesse collettivo, divenendo pregevole strumento di divulgazione e sensibilizzazione unico nel suo genere nell’attuale contesto culturale italiano.

Claudio Gasparotti
Architetto, intellettuale e uomo di montagna, alla professione ha sempre unito una visione civile: i suoi progetti nascono dal rispetto per il paesaggio e dall’idea che il territorio sia un bene comune da abitare con cura. Collaboratore della Commissione pro Natura Alpina del CAI, ha contributo all’istituzione del Parco dell’Adamello. Già Presidente del Centro Camuno Studi Preistorici, intreccia ricerca e cultura portando la montagna al centro del dibattito pubblico. Scrittore e relatore, ha dato voce a una riflessione poetica e civile con la rassegna “racCONTA LA MONTAGNA”, organizzando oltre 60 incontri per il Polo UNIMONT dell’Università di Milano, del quale è Advisor, avviando generazioni di giovani alla letteratura alpina.

La storia di Claudio Gasparotti testimonia coerenza, passione e l’idea che custodire le montagne significhi custodire il futuro. La sua figura  incarna la montagna come luogo di memoria, responsabilità e speranza per il futuro. Oggi, in prima linea per la tutela del Parco dell’Adamello, è esempio di come la passione civile possa diventare azione concreta. La sua voce è chiara e autentica, un invito a guardare le montagne non come paesaggio, ma come radice viva delle comunità alpine”.

Per la sezione SOLIDARIETA’ il premio viene assegnato a Walter Fumasoni con la seguente motivazione:
Ingegnere specializzato in strutture e servizi per l’accessibilità, ogni suo progetto è un passo verso l’inclusione, con una attività volontaria che si esplica su tre filoni: l’ospitalità, l’organizzazione di volontariato denominata “dappertutto” e l’accompagnamento.
Alla Torre dei Basci, un immobile in Valmalenco da lui acquistato e ristrutturato, mette a disposizione 8 appartamenti accessibili, punto di partenza per escursioni alpine e decine sono state in questi 15 anni le persone che ne hanno usufruito gratuitamente.
“Dappertutto” è una organizzazione di volontariato da lui fondata, per aiutare le persone fragili e le famiglie rendendo accessibili gli ambienti. Consente di praticare l’escursionismo ideando ausili specifici per percorrere i sentieri, mappando i percorsi, formando e gestendo gli accompagnatori volontari con l’obiettivo dichiarato di superare i limiti .posti dalla disabilità.
Partecipa inoltre come accompagnatore alle uscite del CAI “A ruota libera” e collabora con il Parco dello Stelvio, il Parco delle Orobie Valtellinesi e con numerosi enti pubblici e privati, fermamente convinto che l’accompagnamento in montagna è la metafora della vita di chi , magari timoroso per qualche fragilità, affronta una salita e con l’aiuto degli altri riesce a raggiungere la cima”
.

Il PREMIO SPECIALE viene assegnato ex-aequo a Maria Chiara Pesenti e Miriam Rubeis con la seguente motivazione:
Maria Chiara Pesenti
Bergamasca di San Pellegrino Terme, massoterapista di professione, ha una storia personale di forte resilienza e rinascita che ha trovato senso nella cura di Sussia, luogo fragile e “marginale” da cui provengono le sue radici ed al quale ha scelto di dedicare il suo tempo libero anche al di là dell’associazione “Amici di Sussia” che presiede. Con costanza e discrezione, spesso armata di motosega o decespugliatore, ripulisce sentieri e collegamenti tra le case, incontra gli anziani ex residenti, raccoglie memorie e le trasforma in patrimonio condiviso. Costruisce un modo nuovo di abitare la montagna e invita a viverla senza consumo, con passo lento e cuore aperto, regalando a chi arriva lassù non solo paesaggi ma esperienze autentiche.

Con dedizione e discrezione trasforma un borgo fragile in luogo di memoria, comunità e accoglienza. Il suo impegno volontario unisce solidarietà, cultura alpina e originalità, intrecciando cura del territorio, raccolta di memorie e promozione di un turismo gentile e sostenibile. Dimostra come anche le montagne marginali possano diventare spazi vivi, generare legami autentici, riscoprire tradizioni e ispirare rispetto, appartenenza e speranza nelle nuove generazioni.

Miriam Rubeis
Donna di montagna, della Valle Stura di Demonte dove è cresciuta e dove ha deciso di tornare dopo la laurea. Ottima cantante, si occupa di teatro sociale e di eventi culturali, programmando e seguendo, tra l’altro,  tutta l’attività dell’Ecomuseo della Pastorizia di Pontebernardo,  frazione del comune di Pietraporzio. Una donna che ha deciso di restare e che lavora per rilanciare il ciclo di (ri)utilizzo della lana in un luogo noto per la pastorizia e le vie di transumanza (La Routo) verso la Provenza.
La figura di Miriam si impone per la straordinarietà del suo impegno ordinario che fa di lei l’erede e la testimone delle donne che restano e che tengono duro, nonostante la solitudine e la fatica. Con lei viene inoltre premiato l’ecomuseo, perché anche la quotidianità può essere eccezionale e diventare gesto di resistenza e di costruzione.

Per informazioni
organizzazione@premiomarcellomeroni.it; Nicla Diomede 3476200798;
oppure lorenzo.m.dotti@gmail.com 02 36520168

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