Siamo l’aria che respiriamo
Presentazione a Siamo l’aria che respiriamo. Saggi di ecologia profonda (Piano B edizioni) di Arne Naess, uscito in libreria il 17 giugno 2021.
(pubblicata su mountainwilderness.it il 3 giugno 2021)
Arne Naess filosofo e alpinista norvegese, pioniere della ricerca interculturale e delle visioni socio politiche non violente, è stato il fondatore agli inizi degli anni Settanta del movimento della deep ecology o ecologia profonda.
L’ecologia profonda è una filosofia contemporanea basata sul superamento dell’antropocentrismo e su una nuova etica ambientale che abbraccia le piante e gli animali oltre che gli uomini. L’ecologia profonda pone domande profonde, sulle cause profonde e nasce da una relazione profonda con l’ambiente a cui sentiamo di appartenere: è un invito alla gioia, all’identificazione con la natura e all’espansione del sé verso gli altri esseri.
Fin da bambino Naess sviluppò un forte senso di connessione con la montagna, durante le estati che trascorreva in una baita di famiglia sul monte Hallingskarvet. La tradizione della vita nelle capanne, tipica in Norvegia durante i periodi di vacanza, è infatti secondo Naess uno degli elementi più efficaci di vigilanza contro i comportamenti distruttivi della vita moderna.
Nel 1938 costruì una baita ai piedi delle sue rupi, al limite della linea arborea, dove passò in totale quasi 12 anni. Chiamò questa baita Tvergastein, e qui approfondì il suo rapporto con la montagna e elaborò la sua filosofia.
La filosofia di Naess o più precisamente Ecosofia (oikos=casa sophia= saggezza) è uno stile di vita che mira alla saggezza nella gestione della nostra casa-Terra. È una filosofia strettamente legata alla natura, come si legge nei saggi di carattere più naturalistico come Metafisica della linea arborea, Modestia e conquista delle montagne, Il cuore della foresta.
Pensa globalmente agisci localmente. Semplicità di mezzi ricchezza di fini. Non esiste un progresso puramente tecnico, sono alcuni degli slogan della deep ecology. Per innescare un’inversione di tendenza da un’ecologia superficiale a un’ecologia profonda occorre pensare che la terra non appartiene agli esseri umani, che nessun essere vivente deve essere concepito solo come risorsa, urge una valutazione critica dei sistemi di consumo e produzione, della tecnologia che rende l’individuo sempre più dipendente dai mercati, e del dilemma della questione di una popolazione umana troppo numerosa.