Siamo preoccupati per il nostro futuro

Siamo preoccupati per il nostro futuro: un appello e una proposta di tavolo di lavoro Regionale per le Alpi Apuane.

Lettera aperta di giovani preoccupati
a cura del Gruppo Giovani CAI Toscana
(pubblicata il 22 marzo 2024)

Alla cortese attenzione
del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Portavoce del Presidente della Regione Toscana Bernard Dika,
dell’Assessora Regionale all’Ambiente, economia circolare, difesa del suolo, lavori pubblici e Protezione Civile Monia Monni,
del Presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo,
del Consigliere Regionale Circoscrizione di Massa Carrara Giacomo Bugliani,
del Consigliere Regionale Circoscrizione di Lucca Mario Puppa
e del Presidente del Parco Regionale delle Alpi Apuane Andrea Tagliasacchi,

Gentilissimi,
vi scriviamo a nome dei giovani soci e delle giovani socie del Club Alpino Italiano, sulla scia della lettera inviata dal nostro Gruppo Regionale CAI Toscana qualche settimana fa.

In questa nostra lettera non ribadirò ulteriormente il nostro sconcerto, la nostra preoccupazione e la nostra rabbia per le parole pronunciate dal Presidente Eugenio Giani a Gorfigliano. Lo ha già fatto il nostro Gruppo Regionale.

Oggi, ricorrendo la Giornata Mondiale dell’Acqua, vorrei porre l’accento su quanto sia inaccettabile pensare che l’unico modello di sviluppo possibile per le Alpi Apuane sia quello di puntare sull’estrazione incontrollata del marmo, che genera lavoro per pochi, profitti per pochissimi e un danno incalcolabile per la collettività; a scapito del meraviglioso ecosistema di queste montagne, che non recupereremo mai più.

Passo della Focolaccia. Foto: Apuane libere.

Le Aree Contigue di Cava all’interno del Parco delle Alpi Apuane minacciano da decenni la riserva idrica più importante della nostra regione, aumentando, tra gli altri, il rischio idrogeologico, e compromettendo un ecosistema formato da specie vegetali che rappresentano circa il 30% di quelle dell’intera penisola italiana, di cui circa 40 endemiche dell’area.

Le Alpi Apuane sono un patrimonio di biodiversità dal valore inestimabile che stiamo distruggendo a un ritmo insostenibile al solo fine di alimentare l’industria del carbonato di calcio, che rappresenta oggi tra il 70% e l’80% di tutto il materiale estratto.

È uno scempio ambientale.
Per questo vi chiediamo (citando l’alpinista, ambientalista e regista Alberto Grossi):
è civiltà ridurre i monti in farina? È progresso?

Vorremmo infatti che “queste montagne, nate dal mare e che, per mare, se ne vanno…” (sempre per citare Grossi) non fossero destinate a rimanere vive solo nei nostri ricordi, a morire con noi. Vorremmo che la loro bellezza restasse il più a lungo possibile e che sia preservata per le generazioni future.

Queste e molte altre riflessioni sono scaturite anche in occasione del Congresso “Le montagne non ricrescono” dello scorso 16 Dicembre a Carrara a proposito del quale, dobbiamo dirvelo, ci è dispiaciuto ed è stata inopportuna l’assenza dei rappresentanti delle vostre istituzioni.

Concludiamo sottolineando come sia difficile condensare in una lettera di pochi paragrafi tutte le problematiche, le considerazioni e le possibili soluzioni per uno sviluppo più sostenibile delle nostre amate Alpi Apuane: avremmo voluto parlarvi anche della mancanza di sostenibilità sociale ed economica, oltre a quella ambientale.

Dell’intercettazione e l’inquinamento di cavità carsiche censite nel catasto regionale. Del danno paesaggistico causato dal mancato adempimento alle prescrizioni fissate nei piani di escavazione: crinali interrotti e creste abbattute in barba a leggi nazionali ed europee, anche grazie alle deroghe delle leggi regionali. Degli ingenti danni erariali alle casse dei Comuni, della Regione e dello Stato sempre causati dal mancato adempimento al piano di escavazione. Della chiusura di sentieri CAI letteralmente inglobati e cancellati da cave attive nel Parco. Degli atti vandalici ai danni di escursionisti e speleologi, delle minacce, della corruzione, delle infiltrazioni della criminalità organizzata e dell’economia sommersa.
Di quello che oggi, purtroppo, è il Far West apuano.

Per questo vi proponiamo di creare un tavolo di lavoro permanente in seno al Consiglio Regionale che coinvolga tutte le parti interessate così da instaurare un canale diretto e un dialogo costante non solo con l’ente Parco ma anche con il nostro Club (che in Italia conta 350.000 soci) e con le altre associazioni ambientaliste, al fine di trovare soluzioni insieme e assicurare da ora in avanti uno sviluppo quanto più sostenibile possibile al Parco delle Alpi Apuane.

Ve lo chiediamo a nome delle future generazioni.

Con i nostri più cordiali saluti,
Francesco Lastrucci (Referente regione Toscana Gruppo Giovani CAI toscana.giovani@cai.it) e i Gruppi Giovani del CAI Toscana.

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1 Comments

  1. says: Carlo Crovella

    pieno sostegno a tale istanza. Con la precisazione, da me avanzata in un altro commento (sci di pista sul Gogna Blog). Io NON credo che esistano soluzioni compromesso fra la tutela del diritto al lavoro (qui di chi opera nelle cave) e la difesa dell’ambiente. tuttavia ben venga chi riesce a elaborare nei dettagli tale soluzione compromesso. non credo che i tavoli di lavoro siano proficui, almeno in genere non lo sono. grandi parole, grandi affermazioni di principio, poi ogni categoria procede come vuole e come più le conviene… Ergo ci vuole una legislazione molto stringente che al limite vieti addirittura interi settori di attività. Qui mi fermo, sul caso di specie e lascio a chi abita e frequenta queste zone dibattere sulla materia.

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