(S)legati

(dove Teatro e Montagna si incontrano)

Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris sono due amici, due attori e due appassionati di montagna. Assieme compongono la Compagnia (S)legati, un progetto teatrale italiano unico nel suo genere. Primi a coniugare teatro, alpinismo e montagna, i loro palcoscenici, oltre ai teatri, sono: rifugi alpini, vette, comuni d’alta quota, sezioni CAI e SAT e in generale tutti i luoghi legati alla montagna e all’out-door. I loro eventi intrecciano narrazione teatrale e ambiente montano, offrendo al pubblico un’ esperienza intensa di condivisione, divertimento e contatto con la natura. Da anni la Compagnia collabora con le sezioni CAI di tutta Italia, presentando i suoi spettacoli ed elaborando progetti ad hoc, contribuendo così a diffondere la cultura della montagna e i suoi valori. Al suo attivo la compagnia ha realizzato circa 700 repliche del suo repertorio su tutto il territorio nazionale.

Spettacoli principali
(S)legati: l’incredibile storia vera di Joe Simpson e Simon Yates, narrata nel celebre best seller La morte sospesa. Un’esplorazione intensa di sopravvivenza, amicizia, e superamento dei limiti umani e grande metafora di tutte le relazioni, in montagna… e non.

Un altro Everest: la scalata del Mount Rainier da parte di Jim Davidson e Mike Price. Lo spettacolo approfondisce l’aspetto umano dell’alpinismo, dell’amicizia, andando oltre la semplice cronaca di una scalata. Un’avventura capace di parlare dell’intimità dei rapporti e di come il dialogo con chi ci ha lasciati possa continuare in un modo nuovo e silenzioso.

Anche i sogni impossibili – Il VX° ottomila di Fausto De Stefani: un omaggio a Fausto De Stefani e al suo “alpinismo umano”. Lo spettacolo esplora la sua visione del mondo e il suo impegno sociale fino alla fondazione della scuola Rarahill in Nepal, mostrando come l’esperienza in montagna possa ispirare una vita di significato più ampio.

La carne dell’orso – Teatrekking (escursione teatrale): un progetto che coniuga teatro e cammino. Gli spettatori partecipano a un’escursione personalizzabile a piacimento, con momenti di narrazione, dedicati ai grandi temi della montagna: il silenzio, l’avventura, il gesto estremo e la passione. Un’esperienza immersiva che fonde natura, arte e movimento.

A (S)ragionar di Guerra: un brainstorming analogico e libero sul tema della guerra. Dalla prima mondiale al pilota di droni che dagli stati uniti bombarda l’Afghanistan. Testi e racconti di Erich Maria Remark, Emilio Lussu, Gianni Rodari, Gino Strada, David Foster Wallace. Un piccolo, vivo e sicuro “NO” a tutte le guerre.

Racconti teatrali
Compagnia (S)legati presenta anche otto racconti teatrali, della durata di 1h circa l’uno, ispirati alle vite di importanti figure del Club Alpino Italiano: Ettore Castiglioni, Guido Rossa, Ninì Pietrasanta, Antonia Pozzi, Quintino Sella, Vitale Bramani, Matteo Della Bordella e Federica Mingolla. Ogni racconto offre spunti di riflessione sull’alpinismo e getta uno sguardo sulla storia italiana dalla nascita del CAI fino ai giorni nostri, offrendo spunti d’ispirazione e motivazionali.

Visione artistica
La Compagnia (S)legati unisce la passione per la montagna alla potenza espressiva del teatro, creando spettacoli e racconti che stimolano una riflessione profonda sulla natura umana, il rapporto tra uomo e ambiente, le relazioni e l’impegno sociale.

Anche I sogni impossibili
Il quindicesimo Ottomila di Fausto De Stefani
di e con Jacopo Maria Bicocchi e Mattia Fabris
scene Lucia Rho
light designer Roberta Faiolo
produzione ATIR
in collaborazione con Montura
con il sostegno di NEXT ed. 2022/2023 Progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo

Chi sono io? Questo sembra chiedersi, senza timore, da sempre, Fausto De Stefani. La risposta è facile, potremmo dire noi: Fausto De Stefani è il secondo alpinista italiano e sesto al mondo ad aver scalato tutti i 14 ottomila. Quindi va da sé: Fausto de Stefani è un alpinista. Meglio: uno dei più forti alpinisti al mondo. Ma sarebbe una risposta sbagliata.

Fausto non si definirebbe mai così. Semmai l’alpinismo lo ha aiutato e spinto a domandarsi con più intensità e precisione la stessa domanda: chi sono io? Non sono tanto le imprese a definirlo, non è tanto il cosa ha fatto in montagna, ma piuttosto il come lo ha fatto.

Fausto ha sempre guardato alle montagne come a un mezzo, mai come a un fine. Un tramite per conoscere il mondo e – questa si un’ impresa – conoscere se stessi. Le montagne sono state il coronamento di un sogno, ma solo uno dei tanti che popolano il suo animo.

Fausto De Stefani

Contadino, carrozziere, escursionista, alpinista, fotografo, ambientalista, attivista, Fausto è un sognatore da sempre. Fina da quando, bambino, ascoltava le storie di Mandelo, un vecchio vagabondo della bassa mantovana, che incantava i bambini delle cascine con i suoi racconti. “Salite sulla mia mongolfiera”, diceva loro, e quella voce capace di dialogare con il vento e con i fiori, li trasportava nei più remoti angoli del globo.

Da quella mongolfiera, spinta dal vento della fantasia, Fausto non è mai sceso. È da quella speciale prospettiva tra sogno e realtà che ha visto il mondo, le persone che lo abitano e le diverse culture che lo popolano.

Ripercorrere la strada di Fausto dunque, significa non solo conoscere la storia di uno dei più forti e determinati alpinisti del mondo ma, soprattutto, immergersi in una visione del mondo. Una visione che mette in cima alla scala delle priorità sempre l’uomo, le sue fragilità, le sue ambizioni, i suoi sogni e le sue contraddizioni.

Ovunque Fausto sia andato ha sempre cercato di lasciare un segno, di comprendere la cultura del luogo, incontrare le persone, stringere relazioni, rispettare l’ambiente. Un percorso umano, molto prima che alpinistico, coronato dalla sua impresa più grande, forse l’unica di degna di portare quel nome, il suo XV° ottomila: la realizzazione della Rarahill School, una scuola in Nepal, nella valle di Katmandu. Un gesto di senso, concreto, duraturo, al servizio dei bambini e dei ragazzi di quel paese che tanto gli ha dato.

Ma Fausto non si è fermato. Ha continuato a scalare le vette dei suoi sogni fino a vederne realizzato un altro: “La collina di Lorenzo”, la sua dimora incantata. Lì, su quella piccola altura tra Brescia e Mantova, giungono bambini da tutta Italia, per imparare a conoscere la natura e l’ambiente. Tutti riuniti attorno a lui, mentre li porta in volo, sulla stessa mongolfiera che fu di Mandelo, ad esplorare il mondo.

Bonatti, alla fine della sua carriera, si dedicò a quello che lui chiamava alpinismo orizzontale, nel caso di Fausto possiamo parlare senza sbagliare di alpinismo umano.

La storia di Fausto supera di gran lunga i confini della montagna. Parla alla fantasia e alla capacità di sognare del bambino che dimora in ognuno di noi. E parla agli adulti che siamo o che diventeremo, che si dibattono nel trovare un senso alle proprie azioni e alla propria vita.

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