Sulle tracce di Colombano

Dalla Svizzera fino a Bobbio e alle colline piacentine, il percorso italiano del santo eremita è segnato dall’acqua, dal Lago di Como all’Adda e al Po.

Sulle tracce di Colombano
(il monaco irlandese che pensò l’Europa)
A cura di Terre di Mezzo Editori
(pubblicato su corriere.it l’8 agosto 2023)

Sono 330 chilometri dal confine svizzero a Bobbio sulle orme della lunga peregrinatio che nel VII secolo portò Colombano, il grande evangelizzatore irlandese, dalla nativa Leinster fino alle colline della piacentina val Trebbia.

Il percorso segue la figura affascinante e modernissima di questo monaco itinerante vissuto 14 secoli fa, eremita e fondatore di abbazie e monasteri in diversi Paesi, anticipatore dell’idea di Europa come un unicum storico e culturale.

18 tappe da dividere in due parti
Il tratto italiano del Cammino (che nella sua estensione integrale ha inizio in Irlanda e si snoda in otto Paesi) è articolato in 18 tappe, che possono essere «spezzate» in due parti: le prime 10 tappe da Villa di Chiavenna a Milano, dove nel 614 Colombano ricevette in dono dal re longobardo Agilulfo i terreni intorno a Bobbio, e le successive 8 tappe per raggiungere il borgo dove l’anno seguente il Santo concluse i suoi giorni terreni dopo aver dato vita a un’abbazia che sarebbe diventata uno tra i più importanti centri di cultura medievali.

Un percorso alla portata di tutti
Il tracciato, lungo il quale non mancano segni e testimonianze del passaggio di Colombano — come le tante chiese a lui dedicate — non presenta difficoltà particolari: la maggior parte delle tappe è semplice e pianeggiante, soltanto le ultime giornate di avvicinamento alla meta presentano dislivelli più accentuati.

Il filo conduttore? L’acqua
Il percorso attraversa paesaggi e ambienti diversi, uniti dal filo conduttore dell’acqua: dai panorami alpini della val Chiavenna si scende costeggiando dapprima la sponda orientale del lago di Como e poi il fiume Adda fino al capoluogo lombardo.

Da qui si riparte alla volta delle colline piacentine, seguendo il Lambro fino al Po e al Transitum Padi, il principale guado del grande fiume in epoca medievale, non a caso anche punto di passaggio della Via Francigena.

Si iniziano ora a intravedere i primi rilievi e, dopo tanta pianura e tanti indaffarati centri urbani, ci si immerge tra le colline punteggiate di vigneti e piccoli borghi: la val Luretta è la porta che conduce alla val Trebbia e alla meta del Cammino che, per noi oggi come per gli antichi pellegrini medievali, è la tomba del Santo nella cripta dell’abbazia da lui fondata e a lui dedicata.

La tappa da non perdere
L’ultima tappa, da Mezzano Scotti a Bobbio, non solo per l’abbazia ma anche per visitare il bel borgo medievale, con il ponte detto “del diavolo” protagonista di uno dei tanti miracoli di san Colombano.

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