L’onda che trasforma i passi in danza

L’onda che trasforma i passi in danza
di Grazia Pitruzzella

Pressappoco tre anni fa, io ed altri 25 escursionisti, siamo stati invitati a tradurre in parole le scoperte del nostro cammino, ognuno in un pezzo d’Italia differente valorizzato da colori, sapori e odori caratteristici, ogni variegata tessera a creare quel prezioso mosaico conosciuto come Sentiero Italia, un percorso di oltre 7.000 km che attraversa 20 regioni.

Amiamo camminare, soprattutto in ambiente naturale, misurando nuovi territori con i nostri passi, bramosi di assorbire culture e saperi, e capaci di metterci in gioco, consapevoli che ad ogni nuovo passo perderemo l’equilibrio per ritrovarlo solo a quello successivo, verso orizzonti spesso ignoti.

Siamo gente che del cammino non può fare a meno, tanto che qualcuno ne ha fatta una professione, gente che sente l’urgenza di condividere l’incanto di un luogo, e che giorno dopo giorno prende consapevolezza che le distanze percorse acquistano sempre più valore, e che quel mettere nero su bianco l’esperienza vissuta darà modo a qualcun altro di mettersi in cammino, trovando nuove strade e, magari, ritrovando se stesso.

Rispondendo all’appello entusiasta della casa editrice Idea Montagna, che ha impavidamente raccolto la sfida offerta dal CAI di dare nuovo lustro al Sentiero Italia redigendo delle guide, abbiamo scelto di ricevere l’eredità donata da un manipolo di visionari che, negli anni ’90 dello scorso secolo, hanno inseguito il sogno di unire l’Italia intera con un lungo cammino che parte dalla Sardegna arrivando in Friuli-Venezia Giulia. Ognuno degli autori ne ha percorso un tratto per dar vita, ognuno nell’area regionale eletta, a 12 libri, una collana che racchiude dati tecnici e approfondimenti culturali, cenni storici e valenze naturalistiche e che restituisce, inoltre, l’impronta degli scrittori-camminatori che vi hanno lavorato.

Abbiamo seguito con fiducia i segnavia che sono stati posti da centinaia di mani volontarie, tracce gps che talvolta erano solo virtuali, perdendoci in mezzo a roveti che testimoniano l’abbandono, nella garriga che occulta i sentieri segreti dei pastori, attraverso passi montani innevati, incontrando cani di guardia a greggi invisibili, spesso da soli con le nostre paure e preoccupazioni e dubitando delle nostre capacità di orientamento.

Tenuta Tedone Consolini

Le nostre esplorazioni si sono mosse quasi in contemporanea, qualcuno accompagnato dalla musica della risacca e altri da quella del vento tra gli alberi, dal vociare di paesani di una sagra o dal chiacchiericcio vespertino dei ghiri sotto a una tettoia come unico riparo, con il passo leggero in una giornata assolata o con quello concitato per la pressione dei tuoni, inondati da saperi profusi da generosi accompagnatori o avvolti nel manto della solitudine che acuisce i sensi.

Abbiamo camminato forti della comunità di cui ci sentiamo parte e che si intensifica giorno dopo giorno, messa insieme come ingredienti di una saporita torta dalla redazione di Idea Montagna, che ha saputo tessere infinite trame a collegare gli autori e i referenti locali del Club Alpino.

Nella primavera 2022, desiderosi di percepire dal vivo la luce riflessa negli sguardi degli altri autori, e l’energia che avevamo solo potuto indovinare attraverso chiamate organizzative, ci siamo incontrati in Sicilia durante un vivo fine settimana, insieme alla redazione e al cartografo che ha realizzato le carte, condividendo gli spettacolari paesaggi del territorio trapanese e presentando le guide a Erice, accolti dal blu di uno scintillante Mar Mediterraneo e dai vividi profumi e colori dei lussureggianti Monti di Trapani.

Quest’anno, per il secondo raduno, siamo stati ospitati in Puglia grazie all’attenta quanto articolata organizzazione del barese Corrado Palumbo – coautore del volume 4  che descrive Campania, Puglia, Basilicata e Molise – che grazie alla operosità dei sorprendenti e accorati collaboratori Domenico Porfido, Donato Laborante e Fabrizio Stagnani, ci ha guidati alla scoperta dell’Alta Murgia.

Accolti dalla Tenuta Tedone Consolini, dove ci siamo sentiti coccolati e protetti, anche stavolta abbiamo saputo onorare i ricchi prodotti locali, offerti e cucinati anche lungo il cammino da Domenico, esperto di piante alimurgiche e funghi.

Donato, custode e direttore artistico della Masseria Jesce, ci ha condotti in un viaggio di ascolto del nostro paesaggio interiore, conversando con i luoghi visitati attraverso racconti appassionati e facendosi portavoce di voci solo apparentemente lontane nel tempo.

La presenza silenziosa dei lupi ci è stata svelata dalla guida salentina Daniela Palma, che ci ha invitati a riconoscere le loro tracce lungo i solchi di un anonimo campo arato; e quella dei rapaci dalla guida Roberto Ciri, coautore del volume 10 dedicato alla Lombardia, con l’osservazione di borre di diversa entità sparse ai piedi di un rudere.

Abbiamo immaginato la vita laboriosa che si svolgeva intorno e all’interno di numerose opere rurali, come lo spazioso Jazzo del Demonio con la magnifica quercia secolare, dove si governavano le greggi, o nei caratteristici trulli, mirabilmente costruiti con chiara pietra calcarea insieme ai muretti a secco, o ancora del misterioso edificio federiciano di Castel del Monte, alla cui volta siamo stati sostenuti da un nutrito e vivace gruppo di soci CAI.

Lasciando le nostre impronte lungo il bordo della grande grande dolina carsica del Pulo di Altamura, che invita al suo interno con un reticolo di sentieri e che ricorda la forma di un cratere vulcanico, ci siamo messi in cammino con la famiglia apicultrice Madre Terra Sorella Ape e le loro asine alla volta di Lamalunga, dove il re del centro accoglienza è Francesco Del Vecchio, navigato speleologo, che ha raccontato ai nostri occhi ammirati la scoperta dell’uomo di Altamura, ridisegnato da fulgenti concrezioni ipogee che, dopo millenni, lo trattengono in una grotta.

Ognuno degli autori presenti, grazie all’intervento e al conforto di Francesco Cappellari di Idea Montagna, ha avuto l’occasione di raccontare la propria esperienza in cammino durante la presentazione sapientemente orchestrata dalla giornalista Mariella Sivo, che ha concluso ricordando come i termini “sentiero” e “sentire” appartengano alla medesima area semantica.

Trasportati dall’onda di questa nuova consapevolezza abbiamo trasformato i nostri passi in danza, interpretando le musiche popolari e le voci di Michele Cornacchia e Loredana Savino, in attesa di una nuova festa degli autori che ci porterà in un’altra area geografica attraversata dal Sentiero Italia.

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