a cura della Redazione di guidatorino.com
(pubblicato su guidatorino.com il 15 settembre 2023)
Nell’alta Valle Cervo, territorio montano lungo il corso dell’omonimo fiume in provincia di Biella, si trova un piccolo comune (appena 93 abitanti) definito da molti come il borgo più misterioso d’Italia.
Rosazza, questo il nome del paesino, si trova in una stretta striscia di terra tra la Valle del Lys e la Valsesia, un tempo conosciuta con il nome di Valle d’Andorno, circondata dalle Alpi Pennine.
La sua notorietà e il suo legame con l’esoterico e il magico sono legati alla figura di Federico Rosazza, Senatore del Regno, già membro della Giovane Italia mazziniana e Gran Maestro Venerabile della massoneria biellese.
Federico Rosazza fu famoso in particolare per aver fatto costruire molte opere per la popolazione della Valle Cervo. In particolare, in queste opere si riscontrano numerosi elementi e simboli legati alla massoneria e all’occultismo.
Interessi questi che il filantropo e politico italiano condivideva con un suo grande amico, il pittore e architetto Giuseppe Maffei, originario di Graglia, altro piccolo comune in provincia di Biella. Sembra infatti che, il Gran Maestro Venerabile della massoneria biellese, tenesse le riunioni proprio presso la torre civica del Palazzo comunale di Rosazza.
Le riunioni segrete legate alla massoneria e all’esoterismo e la figura di Federico Rosazza sono valse al piccolo comune biellese la nomea di “comune più misterioso d’Italia“.
Ma al di là dei misteri e della magia, il piccolo borgo piemontese è sicuramente un luogo pieno di fascino datogli anche e soprattutto dal suo caratteristico paesaggio architettonico. Un borgo di arte e di cultura con monumenti arrivati fino ai giorni nostri perfettamente intatti e che testimoniano un passato ricco di storia.
Per primo il Castello di Rosazza, voluto dallo stesso Senatore e residenza estiva di quest’ultimo, con la sua caratteristica torre guelfa, i suoi chiari riferimenti all’esoterismo e alla Loggia e con i muri e le colonne che richiamano i templi di Paestum (la costruzione progettata da Giuseppe Maffei richiamava infatti il tema dell’estetica della rovina).
Il castello è circondato da un ampio giardino e l’ingresso è realizzato tramite un arco in pietra sbrecciata che riproduce l’arco di Volterra, opera etrusca del IV secolo a.C.
Anche il municipio, la torre civica e la chiesa parrocchiale, costruite alla fine dell’Ottocento come il castello, furono volute da Federico Rosazza e riprendono molte delle caratteristiche architettoniche e delle rifiniture della sua elegante abitazione.
In particolare il Palazzo Comunale, dove sembra che Federico Rosazza tenesse le sue riunioni massoniche, ha la torre con merlature ghibelline e una scala di marmo bianco tramite cui si raggiungono i piani superiori.
L’edificio religioso invece è decorato all’interno da un grande cielo stellato, dove sono ben visibili le costellazioni dell’Orsa Maggiore e Minore, la Via Lattea e la Croce del Sud.
Per le strade del borgo si possono scorgere inoltre numerose rose scolpite, anch’esse simbolo dell’ordine massonico, stelle a cinque punte, clessidre, scale a pioli e anche una svastica, che in quel tempo però non aveva il significato negativo che ha oggi.
Altri luoghi di interesse del comune biellese sono: il cimitero monumentale raggiungibile attraversando il ponte di pietra a tre arcate; le fontane disseminate lungo tutto l’abitato, differenti tra loro ma contrassegnate sempre dagli stessi simboli, la rosa e la stella a 5 punte; la Casa Museo di Rosazza, testimonianza dell’alto livello raggiunto dagli abitanti del borgo nel tradizionale mestiere di muratore scalpellino.
Il Piemonte, inteso in senso sia geografico che culturale, ha un che di misterioso, è un suo dato di fondo. Non è solo Torino, quindi, a disporre di questo carattere, anche se la capitale lo accentua all’inverosimile. E’ una caratteristica che fa parte della nostra cultura: non siamo aperti come gli emiliani o caciaroni come i mediterranei. La presenza in profondità di esoterismo e massoneria (con relative riunioni segrete) non ha finalità eversive (cioè di rovesciamento dell’ordine costituito), ma è la cartina di tornasole dell’approccio riservato e geloso delle proprie “cose”. Non ci piace che gli altri (anche piemontesi) ficchino il naso nelle nostre faccende, a volte ci rifugiamo nelle segretezze (come le riunioni esoteriche o massoniche) pur di starcene per i fatti nostri. Da qui il carattere misterioso dei luoghi, che sono poco noti anche ai residenti regionali. Oggi che il tutto è spogliato di ogni equivoco politico, la bellezza di questi luoghi sconosciuti ne fa delle interessanti mete da visitare. Ovvio: qui non si trovano né discoteche affollate né casinò stile Las Vegas. Qui trovate silenzio e solitudine.
La solita generalizzazione crovellesca addita i popoli mediterranei come caciaroni.
Evidentemente non si è mai accorto, né conosce bene, i liguri e la Liguria che con la loro riservatezza e schiettezza, chiudono la bocca anche al più silente dei piemontesi, ma lasciamo perdere.
Invece, se non sbaglio, da queste parti passò un certo Fra Dolcino, un eretico, un ribelle, uno che a Crovella fa sicuramente orrore. Infatti preferisce la massoneria. Quanta tristezza in questa bellezza.
Buonasera,
da autoctona ringrazio per l’articolo, consapevole che non trattandosi di uno speciale riguardante il luogo, possano esserci imprecisioni.
Il Senatore Federico Rosazza Pistolet, iniziò dopo la morte della moglie e dell’adorata figlia ad interessarsi di occultismo e a un rinnovamento di Rosazza e della valle Cervo in generale, tanto che Rosazza fu il primo paese della valle ad avere un sistema di condotte per l’acqua corrente con tanto di fontane pubbliche. Fu inoltre artefice della sistemazione con manovalanza locale delle vie di comunicazione tra la valle del Cervo e la valle d’Aosta (a lui si devono le mulattiere ancora in uso oggi del lago della Vecchia/Niel e Rosazza/Colle della Gragliasca) sua e del Maffei l’invenzione delle pietre “parlanti” con storie (tratto Rosazza/Desate e Piedicavallo/Colle della Vecchia (quest’ultima andata persa a seguito di una slavina)
La figura del Maffei è spesso controversa: chi ne parla come amico sincero, chi come artista mantenuto dalla “follia del dolore” del senatore.
La nuova chiesa parrocchiale è stata eretta sul vecchio cimitero, con la traslazione in tre notti delle salme presenti, il nuovo cimitero è uno dei pochi posti del paese dove si possa prendere il sole anche in inverno (un parente defunto da tempo diceva che l’unico caldo che avrebbe avuto modo di sentire da abitante di Rosazza era dietro alla lastra tombale) ed è abitato da vipere in cerca di caldo.
Gli scalpellini non erano solo una prerogativa di Rosazza, ma di tutta la valle, grazie alle scuole professionali di Campiglia Cervo, la professionalità era talmente riconosciuta che i “picapere” lavoravano spesso oltreoceano e all’estero, tanto che in inverno in valle rimanevano solamente donne, figli piccoli, anziani e bestiame. Con la sienite reperibile in loco venne pavimentata una buona parte delle vie di Torino, preferita alla Luserna per una maggior resistenza all’usura.
Se d’interesse il simbolismo presente consiglio la lettura del libro “Il Segreto della Rosa” di Angelo Stefano Bessone e Sergio Trivero, ma tutta la valle del Cervo merita attenzione e curiosità: segnalo la particolarità del percorso “banda Veja/banda Sulia che unisce grazie ai travers quasi tutti i paesi e borgate dei due lati di valle, per il trekking si può scegliere sentieri o tracce per non vedere nessuna forma di vita umana o andare su sentieri più battuti.
Grazie per l’attenzione e lo spazio.
E.
p.s. Fra Dolcino transitò in Val Sessera, venne fatto prigioniero insieme a Margherita sul monte Rubello 🙂