Trepindanga, a Genova la mostra fotografica di Marcello Cominetti. Dal 4 al 13 maggio 2023 a Genova la mostra fotografica della guida alpina Marcello Cominetti. Intitolata Trepindanga, l’esposizione raccoglie quasi 4 decenni di fotografie dalle Dolomiti alla Patagonia.
Trepindanga
di Marcello Cominetti
In slang lunfardo-argentino si definisce trepindanga un breve tratto di rocce da superare lungo un sentiero su cui si cammina. La trepindanga prevede anche l’uso delle mani ed è un ostacolo da superare se si vuole andare avanti. A volte fa paura. Se si affronta un’avventura si incontrerà anche la trepindanga perché non tutto sarà prevedibile come certi vorrebbero.
Non c’è avventura se qualcosa non va storta e la trepindanga altro non è che la metafora degli ostacoli che la vita ci presenta anche quando non vaghiamo per passione (per me anche per professione) tra i monti.
Quando mi sono messo lì per selezionare le foto per questa mostra ho visionato in circa 2 mesi quasi 18.000 diapositive con l’intenzione di tirare fuori una serie di immagini di alpinismo: dalle Dolomiti dove vivo, a varie montagne sparse per il mondo. Mentre rifacevo questo viaggio, perché è stato così, sono nati in me molti dubbi e addirittura ho pensato per un momento durato qualche giorno, che non avrei fatto nessuna mostra. Mi sono detto invece che avrei scelto quegli scatti che mi ricordavano qualcosa di ormai perduto ma che nella mia memoria avevano lasciato un segno profondo.
Ugualmente le foto erano tantissime ma mi imposi di fare una selezione ferrea riducendo il numero sempre più e drasticamente. Mi sono anche detto che tra le foto scartate probabilmente c’erano gli scatti migliori, ma migliori per chi?
Una sera, scorrendo delle immagini di un famoso fotografo francese nel silenzio di casa mia, ho colto le parole di un pittore spagnolo che commentava puntigliosamente quelle fotografie. La sostanza era che chi osserva una foto è come un voyeur che fa parte di un quadro in cui c’è lui stesso mentre osserva la foto e quindi siamo tutti dentro quella foto che fa parte di un quadro.
Quindi la mia scelta, vi piaccia o no, è stata fatta grazie a questa ispirazione e anche lo sguardo del mio gatto mi ha convinto che fosse quella la giusta via.
Le mie foto sono spesso state riprese mentre facevo il mio lavoro di guida alpina, sulle montagne anche di paesi lontani, che per essere raggiunte prevedevano il percorrere varie situazioni che con la montagna nulla avevano a che fare. Spesso lo scatto partiva dalla coda dell’occhio più che da una composizione dell’immagine ponderata. Mi piace definirle come il risultato di un frettoloso reportage.
Riportata alla vita, la Trepindanga, è un ostacolo da superare ma anche un diversivo che si alterna alla monotonia di una normale camminata.
Nelle mie foto, riguardandone molte scattate diversi anni addietro, ho trovato questa analogia attraverso le diverse situazioni che ritraggono. Quindi, dovendone fare una selezione partita da qualche migliaio di diapositive, ho cercato di scegliere, sicuramente non riuscendovi al cento per cento, quelle che mi riportassero a situazioni particolari nell’ambito di un viaggio, una scalata o una visita a persone e luoghi a caso. Sempre che il caso esista poi davvero.
Mi sono aiutato con delle didascalie per portare ulteriormente l’osservatore nell’atmosfera evocata da ogni immagine e per contestualizzarne la posizione nel tempo e nello spazio. Anche se sono convinto che una foto ti dica qualcosa di bene o di male con un semplice colpo d’occhio.
Marcello Cominetti, (Genova, 1961) alpinista, viaggiatore e guida alpina di professione si appassiona alla fotografia grazie allo zio paterno Giuseppe che lo introduce al bianco e nero e alla camera oscura. Nel 1984 lascia Genova per Corvara, nelle Dolomiti, dove vive tutt’ora. La sua casa è stata lungamente il “porto” da cui progettare viaggi, trekking e spedizioni sulle montagne del mondo. Di indole analogica, non è su nessun social (a parte il suo sito internet) e dedica tutto il suo tempo alle attività nella natura, tanto per lavoro quanto per passione. Musicista di strada, ha scritto e fotografato per: ALP, Rivista della Montagna, Meridiani, Panorama Travel, Gran Gourmet, National Geographic, The Himalayan, Chaltén Hoy, Gognablog, Planetmountain. Freerider, Pareti.
Trepindanga
4-13 maggio 2023
Vico San Matteo 10R, Genova
Sapevo che non avrei trovato delle foto da togliere il fiato – sarebbe stato troppo facile e a Marcello piace stare scomodo – ma storie. E infatti le didascalie sono state, per me, la vera esibizione. Oltre ai racconti in persona, quelli li avrei ascoltati per ogni singola foto.
Mostra affascinante e intrigante. Autentica e fresca come una doccia gelata. Con piacere si scopre che c’è chi ancora sa cogliere la bellezza nell’ ignoto, viverlo assaporarlo raccontarlo e condividerlo. Vincente la scelta delle foto affiancate da didascalie che ti fanno partecipe dell’ avventura e viene voglia di partire con uno zaino sulle spalle verso la trepindanga! Olè
Sono andato all’inaugurazione con Marcello. Belle foto e bella presentazione. Era troppo facile presentare foto “spettacolaradrenaliniche”, è più difficile stupire con foto che rappresentano storie. Fantastico
Aspettiamo l’uscita di un libro che racconti le tue avventure!Sara’bello come la mostra a cui ho assistito.
Mostra fotografica autentica. Non semplici immagini, ma attimi di avventura catturati in giro per il mondo e raccontati con brevi didascalie.
Bellissimo ascoltare Marcello raccontare i retroscena dei viaggi ritratti in alcune delle foto.
Esperienza da ripetere, magari trasformandola in un racconto editoriale.
La mostra più che sulla fotografia pare costruita sulla parola, a partire dal titolo. Lungo tutto il suo percorso poggia sulla parola, le didascalie, che più degli scatti rivelano l’autore e ci svelano a noi stessi, mirando a tratti al cuore e ai visceri. BRAVO!
Nelle foto di Marcello c’è la magia della montagna, in particolare quella in terre remote, ma soprattutto il gusto (o il bisogno) dell’avventura, dell’ignoto. “Lentamente muore chi non viaggia” era l’incipit della frase di Pablo Neruda stampata sulle magliette che Marcello omaggiava ai clienti della sua agenzia: un’esortazione al viaggio più che uno slogan pubblicitario.
Un messaggio che troviamo anche in questa mostra dove il viaggio diventa avventura.
Le didascalie aggiungono uno sguardo personale, spesso intimo, alle immagini e ne amplificano il messaggio.
Quindi W la “trepindanga”, ognuno in base alle proprie forze (e coraggio ..)!
Grazie, ma mi auguro anche qualche commento negativo.
ho scorso velocemente i precedenti SMS con cui concordo. io ho visto la mostra da sola, in silenzio e ho potuto gustare le foto, cercando prima di scoprire quale era il messaggio che la foto scelta da Marcello trasmetteva a me, e poi leggendo e confrontandomi con le didascalie. ogni foto un libro da scrivere..