di Sara Canali
Che si abbiano a disposizione due, tre o quattro giorni, il Giro del Confinale rappresenta il percorso ad anello adatto per godere della bellezza delle montagne incontaminate dell’Alta Valtellina.
Ideato nel 2013 e sostenuto dal rifugio Quinto Alpini e dal rifugio Forni, il Giro del Confinale offre un modo inedito per vivere e conoscere la montagna oltre a rappresentare un’esperienza per ritrovare se stessi a contatto con la natura più autentica.
L’itinerario ad anello collega la Val Zebrù con la Valle Dei Forni offrendo la possibilità di un percorso all’interno del Parco nazionale dello Stelvio che si può percorrere in due, tre o quattro giorni. Il Giro del Confinale è adatto a tutti perché è stato progettato per essere personalizzabile e modulabile, da due a cinque tappe, a seconda della disponibilità di tempo e della preparazione fisica. La sua particolare configurazione ad anello consente di partire sia dal parcheggio dell’accogliente rifugio Forni, che da quello di Niblogo (Val Zebrù), a seconda del verso con cui si vuole intraprendere il Giro.
Al Quinto Alpini si spengono 20 candeline
Sono passati 20 anni da quando Michele Bariselli ha iniziato la sua gestione del rifugio Quinto Alpini nella selvaggia e bellissima Val Zebrù. Aveva 19 anni allora, ed era il più giovane rifugista di sempre. La struttura del CAI Milano, posta a 2877 metri d’altezza, diventa per quattro mesi all’anno un punto di arrivo per escursionisti e famiglie una base d’appoggio per alpinisti e arrampicatori.
Dal 20 giugno al 15 settembre 2024, il rifugio dall’inconfondibile tetto giallo aprirà le sue porte per accogliere tutti coloro che cercano un riparo tra le cime innevate dello Zebrù, il Gran Zebrù, l’Ortles e il Thurweiser, vette che dominano il panorama con i loro ghiacciai non più eterni.
Al fianco di Michele è arrivata anche Elena, sua moglie e art director che ha trasformato il modo di comunicare della struttura, proiettandola nel futuro e rendendola un centro di incontro anche per attività culturali ad alta quota. Sono tanti i concerti, gli incontri e i workshop che, estate dopo estate, sono stati fatti lassù.
Un rifugio di montagna non deve servire per concerti o workshop (?).
Se non lo si capisce da sé, prego leggere il GognaBlog.