Il parcheggio dell’elicottero sulla pista

Quando i carabinieri di Riva del Garda, di pattuglia nelle stazioni sciistiche per garantire a tutti giornate sicure sulla neve, hanno assistito alla scena, sono rimasti di stucco. Giovedì mattina 10 aprile 2025 un elicottero si è stagliato nel cielo in cima alle piste del Grostè, nel comprensorio di Madonna di Campiglio (Dolomiti del Brenta), in una giornata illuminata dal sole. Ha sorvegliato con circospezione la zona, ha individuato un’area semipianeggiante fuoripista, è atterrato con gran movimento di pale e aria e ha posteggiato. A tutta prima i militari hanno pensato si trattasse di un mezzo di soccorso, invece dal velivolo poco dopo hanno visto scendere un uomo che si è infilato gli scarponi e gli sci e poi ha affrontato la discesa con nonchalance, come se fosse appena approdato lassù con una qualunque seggiovia.

Il parcheggio dell’elicottero sulla pista
di Tiziano Grottolo e Mara Rodella
(pubblicato su corrieredeltrentino.corriere.it il 13 aprile 2025)

L’imprenditore
Lui si chiama Giorgio Bortolo Oliva, ha 65 anni ed è un imprenditore bresciano, della Valle Sabbia: è il presidente del gruppo siderurgico Iro (Industrie riunite odolesi), che comprende anche una serie di altre società controllate della filiera meccanica.

Due passioni indiscusse: lo sci e gli elicotteri. Inevitabilmente complementari, al punto da costargli, in poco più di quattro anni, prima un lutto terribile, a cui è seguita l’accusa di omicidio colposo (chiusa con un patteggiamento in tribunale), poi, negli ultimissimi giorni, una maxi multa da ben duemila euro.

Giovedì mattina 10 aprile 2025 (la notizia però è stata resa pubblica solo nelle ultime ore) quella passione incontenibile per le piste da sci e per il volo ha di nuovo preso il sopravvento (del resto la stagione è agli sgoccioli), superando anche il confine tra cosa sia lecito e cosa no. Oliva ha noleggiato un elicottero ed è arrivato in Trentino. I carabinieri lo hanno visto prima sorvolare il comprensorio del Grostè, a Madonna di Campiglio, durante i servizi di controllo sulle piste, poi atterrare fuori pista. E «parcheggiare», a quota 2400 metri circa. 

L’atterraggio in elicottero
Con fare tranquillo, l’imprenditore è sceso dall’elicottero, stando alla ricostruzione degli investigatori, si è infilato scarponi e sci e ha iniziato la sua discesa. Interrotta dai militari, però, che subito l’hanno raggiunto per identificarlo e controllare i documenti, personali e di bordo. «Non ho un’autorizzazione per l’atterraggio», ha risposto il 65enne. Ma, di sicuro, parecchia fretta, visti «i tanti impegni di lavoro: ho deciso quindi di arrivare in quota in elicottero per fare prima e poter sciare risparmiando tempo». Ma non ha risparmiato certo denaro, al contrario. Constatati la regolare licenza di volo e l’assicurazione dell’elicottero, i carabinieri gli hanno verbalizzato una sanzione da duemila euro, ricordandogli che la legge vieta di atterrare sopra i 1.600 metri di altitudine. Multa alla mano, è risalito a bordo per volare verso casa, nel Bresciano, non propriamente felice, anzi, quasi seccato — secondo chi ha interagito con lui — per non aver concluso la tanto desiderata sciata in una splendida giornata di sole.

Raggiungere le piste in elicottero gli era già capitato, più volte. Una, però, ha segnato un prima e un dopo nella vita di Giorgio Bortolo Oliva (e anche un periodo difficile con cui fare i conti, ricorda chi lo conosce).
Era il 25 ottobre del 2020, in piena pandemia. L’industriale bresciano stava rientrando, in volo, dopo una domenica sulle piste del comprensorio di Cervinia insieme al collega e amico di lungo corso Alfredo Buda, 59 anni, manager della Iro. Pilotava Oliva. L’elicottero da turismo si schiantò nei pressi delle Cime Bianche. Buda non ebbe scampo. Oliva, invece, fu ricoverato all’ospedale di Berna in un grave stato di ipotermia e si salvò per miracolo. 

Il processo
L’allarme partì dall’elicottero alle quattro del pomeriggio: le successive trasmissioni del dispositivo di emergenza di bordo localizzarono l’area dell’incidente in modo più preciso, vicina agli ultimi impianti di Valtournenche, verso la Val d’Ayas. I soccorritori, attivati quindi dalla Centrale unica della Val d’Aosta, trovarono i due bresciani dopo diverse ore di ricerche in condizioni proibitive da terra, poiché la nebbia rendeva impossibile intervenire dal cielo. Al termine del processo in abbreviato che lo vide imputato di omicidio colposo, il primo febbraio 2023 Oliva ha patteggiato otto mesi (con la sospensione condizionale della pena). Stando alla Procura di Aosta, sulla scorta della perizia disposta dal gip e cristallizzata in incidente probatorio, quel giorno di ottobre sarebbero mancate le condizioni di sicurezza indispensabili per poter volare in sicurezza, in prima istanza una visibilità adeguata. Pilota esperto, Oliva avrebbe quindi tenuto una condotta incauta affrontando comunque il volo.

Sul profilo social di Oliva, tante immagini di vette innevate. O delle sue trasferte sugli sci, in compagnia o in solitaria. Quella passione incontenibile, che ancora una volta gli è costata cara, quantomeno in termini economici.

Il commento
di Carlo Crovella e Redazione

Leggende metropolitane che giungono dal mondo sabaudo raccontano che l’Avvocato, al secolo Gianni Agnelli, si facesse portare in elicottero da casa sua (sulla collina torinese) direttamente in cima alle piste di Sestrière, dove veniva scaricato e aveva appuntamento con il suo maestro di sci. Al termine della discesa l’elicottero lo recuperava e lo riportava a Torino. A parte l’affettuosa disponibilità che noi torinesi abbiamo sempre riservato all’Avvocato (quasi consacrando come genialità le sue stravaganze, dall’orologio sopra al polsino all’andar via dalla stadio dopo il primo tempo), ci sono grandi differenze fra questi episodi. L’elicottero di Agnelli non veniva parcheggiato a bordo pista, ma andava e veniva, scaricando e ricaricando il personaggio. A quei tempi l’Avvocato era un singolo che ogni tanto agiva così e poteva permetterselo, anche perché di fatto Sestrière era il giardino innevato di casa sua. Inoltre era come il vezzo di un vip, da contestualizzare in un frangente storico (anni Settanta-Ottanta) molto diverso da quello attuale e ormai abbastanza lontano nel tempo. Anche se aveva luogo prima della norma di legge che i carabinieri hanno invece ricordato a Oliva, quell’abitudine dell’Avvocato costituiva di certo un precedente, ma ciò non basta a giustificare questo episodio di cronaca che prelude, al giorno d’oggi, a una possibile abitudine che potrebbe proliferare, aggiungendo a tutte le negatività dello sci di pista (in termini ambientali) anche quella degli annessi parcheggi per elicotteri.

La leggerezza e l’arroganza di Oliva non hanno alcuna giustificazione. Il testo dell’articolo sopra riportato insiste ben due volte sulla sanzione di 2.000 euro, come a sottolineare quanto per l’articolista questa sia davvero salata.
Noi, invece, pensiamo che a individui del genere 2.000 euro non bastino per dissuaderli e soprattutto per far loro comprendere quanto i comportamenti di questo genere oggi siano davvero inopportuni e sfacciati. Abbiamo l’impressione che Oliva escogiterà certamente modalità alternative per arrivare in fretta alle piste da sci. C’è poco da fare: certi individui non si evolveranno mai e la tecnologia, purtroppo, amplifica i raid di questo genere e/o la facilità nel rendersene protagonisti.

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17 Comments

  1. says: Matteo

    A parte che l’Avvocato e il suo elicottero li ho visti personalmente anche in val d’Ayas a fine anni ’70. L’elicottero è rimasto parcheggiato al Crest mentre lui e la scorta facevano un paio di discese. I commenti, anche dei miei amici torinesi peraltro, erano tutt’altro che lusinghieri.
    A parte questo, dicevo, c’è poco da scandalizzarsi: se l’hai permesso una volta a un singolo è sicuro che qualcun altro pretenderà di rifare la medesima stronzata.
    Per cui Crovella sentiti corresponsabile con la tua ideologia succube, giustificatoria e prona al privilegio.

  2. says: antoniomereu

    Tutto meno che sproporzionata paragonata alle ammende per infrazioni commesse sulla strada evidentemente o non ci sono reati simili e questa infrazione resta piu unica che rara.Visti i costi di un elicottero o del suo noleggio…la penso come la redazione un bel zero aggiunto dietro alla cifra.L unico linguaggio che conoscono toccargli il portafoglio.

  3. says: Enrico Villa

    Ma siamo sicuri che è stato toccato il portafoglio? Multa data non è automaticamente multa pagata! Non dimentichiamo che c’è sempre un condono dietro l’angolo. Intanto il nostro ha già fatto qualche discesa ‘a gratis’ senza pagare lo skipass. E se eviterà di pagare l’ammenda … è già pronto con il gesto dell’ ombrello.

  4. says: Marcello Cominetti

    Atterrare sopra i 2000m con un Robinson 44 come quello della foto si può fare tecnicamente ma il rischio di schiantarsi non è sicuramente basso.
    A parte questo e il leccaculismo di Crovella, che per lui l’avvocato poteva pure infilarlo che l’avrebbe giustificato, i 2000€ di multa faranno sorridere quel tipo che li avrà inclusi nel costo della gita.
    Ho un cliente torinese, guarda un po’, appartenente a una famiglia nota in città ed ex istruttore della Gerva, che viene a scalare con me, che viaggia in auto ai 200 allora costanti. Intanto, dice, pagando multe e recupero punti patente mi evito inutili perdite di tempo.
    Non che condivida, anzi, ma è il sistema che consente a chi può permetterselo di fare come vuole.

    Salata una multa da 2000€???
    Il mio conoscente li.spende di vino a pranzo, figuriamoci. Poveri noi!

  5. says: Carlo Crovella

    E’ un errore confondere servilismo con affetto: sono due cose molto diverse. Probabilmente non riuscite a capire perché non avete vissuta in una “certa” Torino e in un “certo” suo frangente storico. Infatti non si può comprendere l’affetto specifico, verso il personaggio dell’Avvocato intendo, che prova una “certa” Torino, senza averne fatto parte negli anni dell’Avvocato. Occorrono queste due caratteristiche insieme. Oggi è tutto diversissimo e infatti non c’è lo steso affetto verso gli Elkan (anzi non c’è proprio). E non è una questione di disponibilità economiche, ma di impostazione socio-culturale.

    Detto questo (che ho già spiegato migliaia di volte, ma evidentemente non entra nelle crape dure – che guarda caso alla fin fine sono poi sempre le stesse), rispetto ad allora oggi è completamente cambiato il mondo. Un singolo elicottero privato sulle piste, 30-40 o addirittura 50 anni fa, era una cosa, probabilmente disdicevole già allora, ma ampiamente gestibile e soprattutto facilmente assorbibile dall’ambiente, anche perché relativamente infrequente (Agnelli, con tutti gli impegni che aveva, non andava certo a sciare tutte le domeniche…).

    Invece oggi il fenomeno rischia di proliferare a dismisura: è questo il punto cardine. Infatti nei decenni passati solo Agnelli e pochissimi altri vip possedevano l’elicottero privato, mentre oggi, se ce l’ha un “qualsiasi” imprenditore, significa che l’elicottero è molto più diffuso di un tempo. E di conseguenza molti che hanno l’elicottero penseranno d’ora in avanti di usarlo per andare a sciare.

    Se non ci muoviamo per arginare il problema fin dai suoi primissimi segnali, saremo invasi dagli elicotteri e forse non ce ne libereremo più…

  6. says: Cla

    Tranquilli,che adesso a sti fenomeni che piangono per i finti dazzzzi di Trump, lo stato darà pure gli aiuti economici per le perdite che non hanno avuto.
    Rovagnati si è schiantato, non mi manca non mangio il prosciutto, speriamo si schianti ancora questo.

  7. says: Cla

    Luglio 2024 :
    salendo al Clariden, alpi Urane/Glaronesi, verso mezzogiorno un elicottero ha parcheggiato in cima al ghiacciaio Hufifirn sono scese 4 persone, hanno camminato 10/15 minuti e sono andate alla Hutte li vicino, forse per pranzare. Non ho visto la Gendarmerie Suisse arrivare e sanzionarli.

  8. says: Cla

    Crovella :
    L’unica cosa che ci può salvare sono gli incidenti.
    Speriamo in bene… cioè in male, che in effetti è un bene!

  9. says: Cla

    Tra leccare il culo all’avvocato e portare ad arrampicare chi va a 200 all’ora e paga multe e recupero punti per non perdere tempo, non ci vedo una grande differenza!

  10. says: Carlo Crovella

    Nota di costume, che NON c’entra una mazza con il problema dell’impatto ambientale degli elicotteri. Il riferimento raccontato dei tipo che va a 200 km/h dicendo che preferisce pagare multe ecc pur di risparmiare tempo, non è per nulla da torinese. Per carità non sto dicendo che l’episodio sia inventato, anche se mi pare inverosimile. Sto dicendo che costui sarà pure un residente in città e anche un rampollo di una famiglia nobile e altolocata (cosa che cmq NON c’entra un belino col ragionamento che ho fatto io circa l’affetto verso l’Avvocato). Sto dicendo una cosa diversa e cioè che i piemontesi in generale e i torinesi nello specifico sono particolarmente avari. Noi diciamo che siamo “oculati”, ma in realtà siamo proprio tirchi. Ma tirchi forte. Se non come i genovesi, molto molto vicino ai genovesi (non a casa pare che i Taurini fossero una popolazione di ceppo ligure, arrivata su dalla costa…). Ci piace uno stile di vita “sobrio” e non ci piace spendere. Neppure chi è molto facoltoso ama spendere, per cui è difficile che noi ragioniamo come i veri bauscia, che sbattono in faccia agli altri il loro stile di vita sopra le righe. Il tipo in questione (quello dei 200 km/h) deve essere la classica eccezione che conferma la regola, oppure sarà (ahimé) un segnale dei tempi che cambiano anche nella “sobria” Torino. Spero di no e mi auguro che non faccia proseliti.

  11. says: Gastroillogica

    Che orrore.
    Il Grosté è la “montagna di casa”, oltre gli impianti c’è un piccolo paradiso che durante la settimana vede pochi atleti ed alpinisti e sciatori e ciaspolatori etc.
    La speranza era che l’imprenditorotto provinciale perdesse la trebisonda e finisse a sciare sull’altro versante.

  12. says: Giovanni Verzani

    Certo i soldi permettono di fare tante cose…..ma quando volava basso, cercando dove atterrare, ci voleva una bella catapulta caricata a letame, di quello semi liquido.

  13. says: Grazia Pitruzzella

    Premesso che non comprendo perché il commento di Carlo debba stare in calce all’articolo, visto che non è certo uno degli attori della vicenda narrata.
    Per di più, mi sembra davvero fuori luogo e sfacciato, per usare pari termini, schierarsi apertamente dalla parte di chi ha commesso un’azione discutibile e per nulla perdonabile.

    Mi par umano avere simpatie, ma magari in casi come questo credo sia più opportuno non esternarle.

  14. says: antoniomereu

    L eli andava sequestrato e obbligato il fenomeno a sbattersi in un secondo e terzo tempo per il recupero attraverso la pista e non in volo quella era una equa sanzione ed esemplare…ma si sa in questi casi il Lei non sa chi sono Io è sempre in auge.

  15. says: Carlo Crovella

    Ma chi è che si e’ schierato dalla parte di questo signore? Ho scritto apertamente che dobbiamo intervenire prima che il fenomeno prolifera. Se non è chiaro aggiungo: vietando apertamente casi del genere.

  16. says: Ratman

    Articolo laido: il racconto dell’incidente serve solo a gettare fango su una persona sbruffona e forse superficiale.
    Commento ruffiano in puro stile sabaudo.

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