Presentazione del libro Nero-bianco-nero di Mario Casella, Gabriele Capelli Editore, 2011
Dopo essersi spenta a Vancouver nel 2010, la fiamma olimpica dei giochi invernali si sarebbe riaccesa nel 2014 all’estremità occidentale del Caucaso, nella città russa di Soci sul Mar Nero.
Il confine meridionale della Federazione russa si ritrova così al centro dell’attenzione mediatica: l’irrisolta tensione con la Georgia, gli atti terroristici per rivendicare l’indipendenza delle repubbliche caucasiche e le polemiche sui cantieri olimpici di Soci mantengono i riflettori puntati sulla regione. Il giornalista e guida alpina Mario Casella, accompagnato dall’alpinista russo Alexey Shustrov, ha attraversato con gli sci, da est a ovest, i mille e più chilometri della catena caucasica, crogiolo di etnie e di pericolosa instabilità politica. Al racconto dell’avventura si alternano i ritratti di personaggi e situazioni sorprendenti, incrociati dall’autore nei suoi numerosi viaggi nella regione in qualità di giornalista e alpinista. Dietro la grandiosità del paesaggio spuntano i drammi della Storia e le tensioni del presente. Il diario di un’eccezionale avventura alpinistica e un reportage esclusivo dalla polveriera caucasica.
L’opera ha vinto il premio ITAS 2013 con la seguente motivazione:
«Nero-bianco-nero di Mario Casella è stata giudicata con ampio consenso della giuria non solo come la migliore presente nel novero dei testi candidati, ma anche come un libro di valore assoluto. Nero-bianco-nero, infatti, rinverdisce la nobile tradizione di un genere che è nel DNA stesso del racconto di montagna, ossia il resoconto di un’impresa, nel nostro caso la traversata scialpinistica del Caucaso dal Mar Caspio al Mar Nero.
Il testo è tagliato come un moderno reportage, capace di portare il lettore per mano attraverso le valli romite dove vivono gli eredi delle popolazioni nomadi del Medio Evo, verso i passi dai nomi fiabeschi a ridosso dei confini più caldi al limite fra Europa e Asia, lungo la calotta dell’Elbrus e infine a Soci, la città che ospiterà i prossimi Giochi Olimpici invernali. Non mancano, tuttavia, nette prese di posizione su temi sociali che il viaggio stesso evoca, a cominciare dall’aggressiva politica russa nella regione, passando per lo stile al quale sarebbe bene attenersi nel condurre le spedizioni. Siamo nani sulle spalle di giganti, ci ricorda Bernardo di Chartres, e Casella non rinuncia a omaggiare i padri nelle orme dei quali camminano i viaggiatori di oggi: c’è spazio per i pionieri dell’Alpine Club e per le loro guide svizzere, per gli ufficiali zaristi e per i ribelli, per i popoli delle valli caucasiche dispersi dalle deportazioni staliniste, e per i misconosciuti protagonisti dell’alpinismo collettivo di marca sovietica. Non siamo in grado qui e ora di stabilire se, nella vasta comunità degli appassionati di montagna, tornerà a risuonare l’imperativo ottocentesco «Go the Caucasus!», ma sicuramente siamo orgogliosi di premiare col massimo riconoscimento del Premio Itas del Libro di Montagna, edizione 2013, l’autore di Nero-bianco-nero, e lo ringraziamo per averci fatto viaggiare assieme a lui in una regione tormentata e affascinante».